Tumore al seno

martedì 21 agosto 2012

CONTRO OGNI PRONOSTICO (come 6 casi di guarigione dal cancro hanno indotto a richiedere sovvenzioni governative per la ricerca alternativa)

Questa è una di quelle classiche notizie di cui, sono pronto a scommetterci, non troverete traccia da nessuna parte, perchè riguarda l' altra faccia del pianeta cancro, quella tabù degli approcci alternativi, di cui gli organi di informazione ufficiali, si sa, non fanno mai menzione, se non a scopo denigratorio.

Ma, senza indugiare  in ulteriori preamboli, vengo subito al nòcciolo:

Negli Stati Uniti esiste una commissione, il Cancer Advisory Panel on Complementary and Alternative Medicine, conosciuta anche con l' acronimo "CAPCAM", che, come si desume facilmente dal nome, si occupa di vagliare le terapie complementari e alternative per il cancro.

Fa parte del National Cancer Institute (NCI, Istituto Nazionale per il Cancro),  una divisione del National Institute of Health (NIH, Istituto Nazionale della Salute),  ed è composta da medici e scienziati rappresentanti sia della medicina convenzionale che di quella alternativa, per  una valutazione il più possibile equa ed oggettiva.

Ebbene, nel 2002 il CAPCAM ha esaminato sei casi di ex-malati di cancro dichiarati terminali, ma completamente ristabilitisi, che il Kushi Institute di Beckett, Massachusetts, (il principale centro di riferimento per la macrobiotica nel mondo) aveva presentato al National Cancer Institute (NCI), l' agenzia principale del governo statunitense per tutto ciò che concerne l' informazione sul cancro.



La notizia originale si trova al seguente link: Government Panel on Cancer Recommends Funding Grant for Kushi Institute, perciò il presente post si può considerare un sunto (con qualcosa in più), utile soprattutto per chi non conosce l' inglese.

L' Istituto Kushi, che offre corsi, conferenze, consulenze e assistenza a chiunque sia disposto ad affrontare un approccio olistico e non convenzionale alla salute, aveva selezionato sei casi di guarigione dal cancro, tra i più rilevanti e significativi nella sua casistica (tutti e sei i pazienti avevano ricevuto una diagnosi di cancro del quarto grado con metastasi, che in pratica significa "incurabile"), da presentare al National Cancer Institute (NCI).


Michio Kushi, il fondatore dell' Istituto che porta il suo nome

Il NCI infatti avrebbe dato sostegno economico, secondo sua stessa delibera, a tutte quelle terapie che avessero dimostrato efficacia attraverso un rigoroso controllo scientifico.

Stranamente ben pochi rappresentanti della medicina alternativa avevano accettato la sfida, ma tra questi, il Kushi Institute non si fece trovare impreparato.

I membri della Commissione hanno così analizzato minuziosamente tutto il materiale presentato dal suo staff, visionando diapositive, ascoltando registrazioni di testimonianze mediche di patologi e radiologi e ascoltando una presentazione della teoria e pratica della macrobiotica, e di come questa possa sconfiggere la malattia, da parte di Phiya Kushi, direttore esecutivo del Kushi Institute, per stabilire se la macrobiotica potesse essere responsabile di quelle eclatanti guarigioni.

Inoltre hanno potuto  interrogare e dialogare con tre dei sei ex-malati, che erano presenti in quell' occasione per dare la loro diretta testimonianza.

E al termine di una giornata intera di lavoro, tutti i 15 membri della Commissione non avevano più dubbi sul fatto che l' approccio terapeutico in esame meritasse il finanziamento per ulteriori studi, data l' impressionante evidenza dei risultati.

C'è anche da mettere in evidenza che per il CAPCAM era la prima volta nella sua storia che una mozione venisse votata all' unanimità.

La macrobiotica è un approccio sui generis anche rispetto ad altri  trattamenti naturali di tipo alternativo, come lo shiatzu, l' agopuntura, l' erboristeria, gli integratori e le varie diete seguite temporaneamente solo a scopo terapeutico.

A differenza di questi ed altri approcci più o meno sintomatici, si tratta piuttosto di uno stile di vita (oserei dire "arte di vita"), non solo cibo in senso stretto, che considera salute, benessere e longevità come il risultato di una armoniosa interazione dell' individuo con l' ambiente, di cui il cibo è il tramite principale. Condizione che viene realizzata attraverso la conoscenza e la corretta applicazione dei princìpi più fondamentali che operano nella natura e nell' universo, tenendo conto della costituzione, della condizione, del tipo di attività del soggetto e della zona climatica e geografica in cui vive.

Per la macrobiotica non c'è dunque sostanziale differenza tra le scelte che si operano nella vita di tutti i giorni e le misure da adottare in caso di salute comopromessa. Perciò enfatizza la prevenzione, in quanto prevenzione e cura sono  due facce della stessa medaglia.

E in effetti bisogna dire che, quando applicata con cognizione di causa,  si è rivelata efficace in innumerevoli casi, non solo nell' ambito dei problemi più comuni e banali, come sovrappeso, obesità, allergie, ipertensione, ma anche in patologie dove la medicina tradizionale allopatica può fare poco o nulla, come diabete, malattie cardiovascolari, colite, artrite e perfino stati infiammatori e malattie autoimmuni, come il morbo di Chron, solo per fare qualche esempio.

Perciò riuscire ad appurare se la macrobiotica possa essere un valido approccio anche nel campo dell' oncologia, non solo dal punto di vista preventivo, ma anche terapeutico, dove quasi tutti gli altri rimedi falliscono, oltre che una notizia-bomba come pochissime altre, sarebbe particolarmente importante, perchè, come l' esperienza insegna, senza un supporto scientifico pochi sono disposti a prenderla in seria considerazione.

Ecco perchè la notizia che ha visto implicati il Kushi Institute e il governo USA è stata accolta con particolare entusiasmo carico di aspettative dalla comunità macrobiotica (ma penso che chiunque si considerasse parte del movimento naturalista alternativo, che non facesse il tifo per Big Pharma, ne avrebbe gioito, se ne fosse venuto a conoscenza).

Purtroppo però, tutto ciò di cui sto parlando io l' ho appreso nel 2004, e da allora non ho saputo più niente.

Così mi sono deciso recentemente a scrivere personalmente al Kushi Institute per essere aggiornato su questa faccenda, e mi è stato risposto che il governo USA, che spende ogni anno milioni di dollari per la ricerca farmacologica nella lotta al cancro, ha stanziato solo 75000 dollari per questo progetto (nonostante più della metà della popolazione USA ricorra a terapie alternative).

Al che lo staff del Kushi si è consultato con dei medici per decidere sul da farsi, giungendo poi alla conclusione che con un simile budget non è possibile condurre uno studio clinico esaustivo. Tuttavia si può sempre contare su altre fonti private di finanziamento (che però, a quanto pare, non si sono ancora trovate).


Insomma è la solita presa per i fondelli (per non usare un' espressione più colorita) di chi, per farti vedere che ti viene incontro, usa un braccio per tenderti una mano, ma poi adopera l' altro per mollarti un pugno in faccia.

Ed è un vero peccato, tantopiù che quei sei casi ( di cui illustrerò brevemente ogni singola storia nel prossimo post) non sono certo gli unici, ma solo i più rimarchevoli e quelli meglio documentati.

Senza voler alimentare facili entusiasmi e illudere nessuno, bisogna dire per onestà che ce ne sono stati moltissimi altri, anche se non documentati, e già nel 1977 il Kushi Institute aveva redatto un dossier contenente testimonianze sicure di nove casi di guarigioni, che fu poi presentato ai maggiori istituti di ricerca oncologica (di cui io stesso dispongo di una copia originale).

Mi sembra poi doveroso a questo punto ricordare quello che è sicuramente il caso più clamoroso e che ha fatto storia, anche per le particolari circostanze commoventi, ma anche sfortunate.

Sto parlando del dr. Anthony Sattilaro, direttore dell' Ospedale Metodista di Filadelfia, che nel 1978 ricevette una diagnosi infausta di cancro alla prostata, ma alla fine del 1979, contro ogni pronostico, era già guarito, per aver aderito ad un adeguato regime macrobiotico, avvalendosi  dei migliori esperti in materia, che l' hanno seguito per tanti mesi, fino a quando tutti i test clinici non  dimostrarono la totale scomparsa del cancro.

L' eccezionale evento lo indusse anche a scrivere un libro per raccontare la sua storia, divenuto poi piuttosto famoso e tradotto in molte lingue, "Recalled by life" (Richiamato alla vita).

Purtroppo, dopo una decina di anni dall' avvenuta guarigione, il cancro si ripresentò, questa volta inesorabile, perchè, come ammise egli stesso poco prima di lasciare definitivamente questa vita, "Negli Stati Uniti, per chi viaggia di frequente, è praticamente impossibile arrangiarsi nel mangiare in un modo che sia compatibile con la macrobiotica".

Michele Nardella

La dieta per la prevenzione del cancro La dieta per la prevenzione del cancro
Alimentazione e macrobiotica nella lotta contro il cancro
Michio Kushi

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