A chi
è attento alla cronaca non sarà sfuggito che episodi di malasanità sono ormai
praticamente all' ordine del giorno, ma sarebbe una madornale ingenuità pensare
che ciò che non va nell' amministrazione della sanità pubblica si limiti a
incidenti e disservizi.
Errori e negligenze in un campo in cui precisione e responsabilità dovrebbero essere più che mai requisiti assoluti e imprescindibili, sono tutto sommato sintomi generici di una società in sfacelo sotto ogni punto di vista, dove tutto va sistematicamente di male in peggio.
Infatti più grave delle sue croniche disfunzioni è una realtà più profonda, non evidente, che riguarda tutto un sistema marcio fin dalle sue radici.
E per quanto l' ultima (ennesima) notizia fresca di giornata di collusione tra medici e industria farmaceutica possa ancora sorprendere e fare indignare, ciò che è ancora peggio (e che il pubblico e gli stessi medici non sanno) è che le informazioni che circolano su medicinali e pratiche comuni sono inattendibili.
Lo dice un medico inglese, Ben Goldacre, esperto in comunicazione scientifica, che da molti anni si dedica a smascherare e denunciare false affermazioni e vane promesse in campo scientifico, frodi, ciarlataneria e quant' altro.
In Gran Bretagna è ben conosciuto, essendo stato dal 2003 al 2011 autore della colonna settimanale "Bad Science" sulla rivista "The Guardian" e intervistato in numerose trasmissioni televisive e radiofoniche, ma la sua notorietà è cresciuta a dismisura in seguito alla pubblicazione dei suoi libri, "Bad Science" (Cattiva Scienza), best-seller uscito nel 2008, e l' ultimo, appena pubblicato, "Bad Pharma: how drug companies mislead doctors and harm patients" (Cattiva industria farmaceutica: come le compagnie farmaceutiche depistano i medici e danneggiano i pazienti), di cui è in dirittura d' arrivo la versione italiana.
Come qualcuno ricorderà, ho già parlato di questi argomenti (""Big Pharma: la più colossale industria mondiale -quella della malattia- non conosce crisi", "Big Pharma, la mafia legalizzata", "Il mito del colesterolo e come i medici si lasciano fregare da Big Pharma"), ma in questo caso per la prima volta il grosso pubblico è messo di fronte a una realtà che supera l' immaginazione, dal momento che l' intraprendente paladino dei pubblici diritti alla salute solleva spietatamente gli altarini su tutto ciò che concerne l' iter che porta all' approvazione dei farmaci, come pure sulle responsabilità e le mancanze da parte di scienziati, giornalisti e mass media. Il tutto riportando in dettaglio esempi di cronaca ben documentati.
Nel 2010 un gruppo di scienziati indipendenti ha voluto prendersi la briga di raccogliere tutte le prove esistenti relative alla Reboxetina, un antidepressivo, e cioè sia quelle ufficiali riportate su riviste specialistiche, sia quelle non pubblicate.
Ebbene, gli studi che confrontavano questo farmaco con un placebo erano sette in tutto, ma solo uno di questi, eseguito su 254 soggetti, aveva dato esito positivo; tutti gli altri esperimenti che dimostravano la sua inefficacia erano stati condotti su un numero di persone dieci volte superiore, ma, guarda caso, l' unico ad essere pubblicato è stato quello col risultato favorevole.
E non è tutto: lo stesso antidepressivo è stato messo a confronto con altri prodotti concorrenti, ma solo tre test, che interessavano un totale di 507 pazienti, dimostravano che era efficace quanto gli altri farmaci, mentre in altri, effettuati su 1657 soggetti, si era rivelato non solo meno efficace, ma anche causa di importanti effetti collaterali.
Naturalmente anche in questo caso gli unici test pubblicati erano quelli positivi.
Ciò che Goldacre vuole farci capire è che questo fenomeno è la prassi nella ricerca scientifica, quando questa è sponsorizzata dall' industria.
I test vengono effettuati su un numero limitato di pazienti, con procedimenti congegnati in modo tale da esagerare i risultati positivi, rilevati sempre sul breve periodo, e soprattutto nascondendo quelli a loro sfavorevoli.
Inoltre le norme per la regolamentazione dei farmaci prevedono che un nuovo prodotto dimostri di essere più efficace di un placebo, perchè sia approvato e messo in commercio.
Ma a chi può interessare che un farmaco è meglio di niente? Ciò che in realtà interessa è sapere se quel farmaco presenti qualche vantaggio rispetto ad altri simili già presenti sul mercato, e che non causi effetti collaterali.
Ovviamente in questa situazione neppure i medici possono essere al corrente di cosa implichi l' uso di un farmaco, essendo stati opportunamente indottrinati da chi ha interesse a vendere il suo prodotto.
Per fare un altro esempio eclatante di comportamento scorretto (ma il termine è decisamente riduttivo), per un farmaco antidiabetico introdotto nel 1999 c' erano state segnalazioni da parte di un gruppo dell' OMS di aumentato rischio cardiaco, fatto che indusse l' azienda produttrice ad effettuare una verifica dei dati in suo possesso tra il 2005 e il 2006 (dati di cui era a conoscenza anche la Food and Drug Administration americana, l' ente che supervisiona l' uso di farmaci e alimenti).
La revisione portò alla conferma di tali rischi, ma la notizia non fu resa pubblica (il farmaco produceva un guadagno di oltre tre milioni di dollari l' anno).
Solo nel 2008 la notizia si diffuse nella comunità scientifica, dopo che una meta-analisi pubblicata sul New England Journal of Medicine aveva dimostrato un effettivo aumento di rischio del 43% per i pazienti che facevano uso di quel medicinale.
Solo allora, dopo tanto ritardo, ci si decise a ritirare quel farmaco.
Alla luce di tutto ciò, non posso che rinnovare il mio invito a boicottare questo vero e proprio cancro sociale che è l' industria farmaceutica, cominciando a disertare tutti gli appelli a favore di donazioni per la ricerca scientifica.
Credo che il valore di quest' ultima sia efficacemente espresso in questo aforisma dello stesso Ben Goldacre:
"L' effetto placebo non riguarda solo i medicinali, ma tutto ciò che concerne le nostre credenze e aspettative e il significato stesso di un trattamento."
Michele Nardella
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Autori Vari
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Ho appena creato una nuova petizione e spero vi andrà di firmarla. Il suo titolo è:https://secure.avaaz.org/it/petition/No_alla_chiusura_dellOspedale_di_Gioia_Tauro_Si_al_potenziamento_degli_Ospedali_di_Gioia_Tauro_e_Polistena/
RispondiEliminaPenso sia una questione molto importante: stiamo cercando di raggiungere l'obiettivo di 20,000 firme e il vostro aiuto potrebbe essere molto utile.
Clicca qui per saperne di più e firmare:
https://secure.avaaz.org/it/petition/No_alla_chiusura_dellOspedale_di_Gioia_Tauro_Si_al_potenziamento_degli_Ospedali_di_Gioia_Tauro_e_Polistena/?Day2Share
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Campagne come questa partono sempre in piccolo, ma crescono se persone come noi vengono coinvolte. Per favore prenditi un secondo e aiutaci ora firmando e passando parola.
Grazie