Tumore al seno

lunedì 12 marzo 2012

Osteoporosi: la leggenda continua...

Pochi giorni fa ho ricevuto una newsletter da un sito dedicato all' alimentazione naturale
che annunciava l' ultimo articolo pubblicato : "Ricalcifichiamoci (non è mai troppo tardi)", in cui si analizza in dettaglio tutti gli aspetti dell' annoso problema dell' osteoporosi, una patologia invalidante oggi più diffusa che mai, con costi sociali molto alti.


Ma, nonostante ciò che il nome del sito potrebbe far pensare, "La mia Macrobiotica Mediterranea" (che io trovo discutibile per gli equivoci e la confusione che l' uso di un termine improprio può facilmente ingenerare), l' aria che si respira è la solita.

Pur riconoscendo che il problema è più complesso di quanto  sia stato sempre fatto credere, alla fine si continua a rivangare la solita storiella, vecchia come il cucco, di Sua Maestà il latte, presentato come necessario nella lotta, appunto, a questa malattia.

Che dire? Penso che questo sia il miglior esempio di inerzia intellettuale che segue ogni cruciale cambiamento culturale.

I soli motivi che possono spiegare questo diffusissimo atteggiamento sono disinformazione, confusione (è difficile, se non si fa uno sforzo, capire a quale campana dare ascolto), scarsa disponibilità della gente a mettere in discussione convinzioni radicate, e soprattutto confortevoli abitudini, e infine (ma non perchè meno importante) la pressione delle lobby alimentari su chi dovrebbe essere il portavoce della scienza.

E' incredibile come, nonostante  la quantità di argomenti a sfavore (io stesso ho dovuto limitarmi all' essenziale, per ragioni di spazio, nel commento che segue), siano ancora moltissime le persone, anche fra medici e nutrizionisti, convinte dell' importanza del latte, e ogni qual volta si parli di osteoporosi si torna immancabilmente a battere lo stesso tasto arrugginito.

Potevo dunque esimermi dal rispondere per le rime all' esperto di turno?

Ecco quindi il mio commento:

Vedo che il mito del latte è duro a morire, probabilmente a causa della dipendenza psicologica che questo alimento produce in chi lo consuma da una vita.

Succede così che, una volta innamorati di una idea o abitudine, si finisca col vedere sempre quel che si vuole vedere.

Nell’ articolo che mi accingo a commentare, infatti, pieno di inesattezze, non si è fatto luce abbastanza sulle vere cause  dell’ osteoporosi (che non sono certo da attribuire ad una carenza di latticini, visto il consumo che se ne fa), e cioè il devastante effetto di zucchero, cibi raffinati ed alcolici, di cui non è stato detto, nonostante non  sia meno rilevante delle altre cause accennate, e si negano sfacciatamente i molti effetti negativi dei latticini, ormai sempre più scientificamente documentati, e di cui ufficialmente ci si guarda bene dal parlare.

Per esempio il nesso tra questi alimenti e le malattie cardiovascolari (grassi saturi, colesterolo, calcio in eccesso e omocisteina), come pure  i tumori.

I fattori di crescita insulinosimili (IGF-1), contrariamente a quanto affermato nell’ articolo, sono  sicuramente contenuti nel latte, per l’ ovvio motivo che servono alla crescita dell’ animale cui quest’ alimento è naturalmente destinato, e tutti i più qualificati oncologi ritengono che possano favorire il cancro (anche se i fattori in gioco sono sicuramente tanti, ma questo vale sempre).

Se l’ autore del post non è d’ accordo su questo, dirò a Franco Berrino (devo precisare di chi sto parlando?) di andare a ripetizione da lui per farsi “aggiornare”.

Quanto alla “divertente” leggenda della responsabilità dei latticini  nella produzione di muco, c’è poco da ironizzare, perché sono moltissime le persone che testimoniano di essersi liberate di disturbi di cui soffrivano da anni, una volta eliminati latte e derivati. E se questo non dovesse bastare, c’è una teoria scientifica che individua nel galattosio (contenuto praticamente solo nel latte, nella molecola del lattosio) il precursore delle mucoproteine.

Ma venendo all’ osteoporosi, nessuno sostiene che i latticini ne siano “la causa”, ma se questi hanno un effetto, non è certamente quello che si pensa, in quanto, piuttosto che fornirci una protezione, essi favoriscono la perdita di minerali, a causa dell’ elevato contenuto proteico (nel latte vaccino il triplo rispetto a quello presente nel latte umano), che, come si sa, è una delle principali cause di acidità nel sangue e conseguente deplezione di calcio dai depositi ossei. Se poi consideriamo molti formaggi ricchi di polifosfati, ogni possibile dubbio sul  loro reale effetto svanisce.

Faccio notare poi, a tal proposito, che i valori comunemente indicati relativi al fabbisogno giornaliero di calcio sono spropositati, per il semplice motivo che essi sono calcolati sulla base del modello dietetico comune (squilibratissimo): è logico che se sono presenti zucchero, cereali raffinati e proteine animali in eccesso (queste sì più acidificanti di quelle vegetali, a causa della maggiore presenza di aminoacidi solforati, e non quelle dei cereali, come si afferma nell’ articolo), ci vorrà una maggiore quantità di sostanze tamponanti per bilanciarne l’ effetto. Tanto è vero che le RDA (fabbisogno minimo giornaliero) diramate dalle autorità statunitensi (com’è risaputo, la dieta americana è la più acidificante) sono notevolmente superiori a quelle dell’ OMS.

Del resto come si spiega che popolazioni povere africane con bassa assunzione di calcio, e che in tutta la vita non toccano mai latticini, abbiano ossa in condizioni migliori delle popolazioni più ricche, che consumano anche molti latticini?

C’è infine un’ altra cosa che mi preme evidenziare: nell’ articolo si precisa (giustamente) che, per poter essere utilizzato in modo ottimale, il calcio deve essere assunto in un rapporto rispetto al fosforo di 2-2,5. Poi però si conclude (erroneamente) che nei latticini tale rapporto è rispettato.

A me risulta invece, da più fonti assolutamente affidabili, che nel latte vaccino il rapporto Ca/P è intorno ad 1, o poco più. Il che significa che c’è relativamente troppo fosforo, il quale tenderà a combinarsi col calcio nel tubo digerente e a venir così espulso assieme ad esso.

Io penso che l’ autore dell’ articolo ci avrebbe pensato due volte prima di scrivere l’ ennesima arringa in difesa del più sopravvalutato degli alimenti, se sapesse come Walter Willett, uno dei più autorevoli scienziati nutrizionisti al mondo, ha commentato la raccomandazione dell’ente governativo americano USDA di includere il latte tra gli alimenti di consumo quotidiano.

Assolutamente ridicola” è stata la sua risposta, facendo capire che lo schema piramidale, che dovrebbe esemplificare visivamente la composizione della dieta ideale consigliata, non riflette necessariamente quello che  si sa dalla semplice scienza più aggiornata, essendo facilmente  oggetto di opportuni “aggiustamenti” da parte di chi ha interessi e potere.

E Walter Willet non è il solo a pensarla così: ci sono anche Colin T. Campbell, l’ eminente scienziato ormai strafamoso per il suo “The China Study”, lo studio più vasto ed approfondito sulla nutrizione mai compiuto al mondo, Mark Hyman, uno dei medici più intelligenti e all’ avanguardia, molto famoso negli Stati Uniti nel campo della medicina naturale, David Ludwig, ricercatore e professore al Dipartimento della Nutrizione dell’ Harvard School, ed altri meno noti.

Consiglio pertanto vivamente all' autore dell’ articolo suddetto di leggere il post che ho dedicato all’ argomento (su www.ilmioblogolistico.it ) :

Per tagliare la testa al toro, vorrei fare due ultime considerazioni:

- Se non c’è nessun animale, tra le molte migliaia di specie, che si nutre di latte a vita, NON C’E’ MOTIVO PLAUSIBILE AL MONDO PER PENSARE CHE PROPRIO NOI UMANI DOVREMMO AVERNE BISOGNO.

Affermare che questo argomento è irrilevante è una forzatura che fa a pugni con la più elementare logica, un vero insulto all’ intelligenza e al buonsenso.

- Ormai chi ha più la possibilità di avere il latte genuino della fattoria? Praticamente tutti i prodotti caseari che si consumano sono industriali, perciò si devono fare i conti con tutti i veleni che derivano dall’ allevamento del bestiame (ormoni, antibiotici, pesticidi...), nonché coi processi industriali (pastorizzazione, omogeneizzazione, sterilizzazione) che alterano profondamente le proprietà originarie dell’ alimento.

Perciò, a prescindere da tutto quanto ho appena detto, questo è  già un motivo di per sè sufficiente a fare dei latticini dei prodotti fra i più sconsigliabili.
 
  


Michele Nardella

14 commenti:

  1. caro michele, due parole solo per farti gli ennesimi complimenti per l'articolo veramente perfetto e chiarificatorio, e anche per confermare un punto : la questione del "muco"...! in effetti come hai detto tu c'é poco da ironizzare perchè io posso testimoniarlo avendolo provato sulla mia pelle....anzi nei miei polmoni! fino a 10 anni fa la mia alimentazione era costituita in massima parte da latticini e avevo continuamente i polmoni intasati da muco fino ad avere vere e proprie crisi respiratorie. poi ho fatto 10 anni di dieta completamente priva di latticini e il muco é sparito! cosa sarà mai stato? un miracolo?........ ciao! rossana

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  2. Bè, quello che dici mi sorprende. Ma sei sicura che siano passati dieci anni da che hai abbandonato i latticini?
    Comunque se questo cambiamento ha giovato ai tuoi polmoni, e alla tua salute in generale, non è certo un caso, e neppure un miracolo.

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  3. Si, sono stata ben 10 anni senza mangiare assolutamente latticini sotto nessuna forma (cioè leggevo attentamente tutti gli ingredienti delle cose che compravo, perchè non si può credere, ma i latticini sono contenuti in un sacco di alimenti!)....precisamente dal 1994 al 2004. da un paio di anni li ho reintrodotti ma in maniera saltuaria....solo quando proprio la voglia mi prende!.... e comunque i miei polmoni si sono puliti bene e adesso respiro molto molto meglio!

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  4. Si potrebbe aggiungere un'altra considerazione riguardo ai motivi validi per non consumare latte e latticini: le donne orientali che per tradizione non fanno uso di questi alimenti non soffrono dei disturbi tipici femminili, in particolare della menopausa, anche perché consumano la soia che è ricca di fitoestrogeni. Io lo posso confermare: non so cosa siano le famose "vampate" di calore e altri disturbi come insonnia, aumento di peso, pressione etc.
    Insomma i vantaggi per la salute sono veramente tanti!
    Raffaella

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  5. Ho letto l'articolo menzionato e le vostre botte e risposte: lotta tra titani!
    Ho riportato la mia personale esperienza (di mio figlio che doveva operarsi di adenoidi e turbinati, ma guarito grazie all'astinenza di latte e latticini). Per me quelo che conta sono i fatti: che l'osteoporosi è massima nei paesi che consumano molto latte e minima in quelli che non lo consumano; che i vantaggi di cui io e la mia famiglia beneficiamo sono impagabili.
    Francesco

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  6. Ma tu sei il Francesco che mi ha già scritto varie volte? Suppongo di sì.
    Grazie comunque per il tuo intervento.
    Eh sì, è stata una bella scaramuccia, e io sono soddisfatto di non essermi lasciato prendere in castagna, mentre le mie obiezioni non sempre hanno ricevuto risposta dal mio interlocutore, evidentemente a corto di argomenti.
    Comunque sei capitato come il ... cacio sui maccheroni (scusa la metafora blasfema), perchè, come avrai probabilmente notato, ho appena pubblicato la recensione di un ebook dove c'è davvero tutto ciò che c'è da sapere sul pianeta latte. Se vuoi la parola definitiva su questo argomento te lo consiglio vivamente (e puoi anche guadagnarci divulgandolo).

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    1. Si, sono quel Francesco che ha iniziato a seguire i tuoi post un paio di mesi fa, trovandoli approfonditi e frutto di una non comune competenza.
      Oserei dire che gli argomenti così strutturati spaventano persino un po', allontanando magari una platea ben più vasta: apparteniamo ad una società superficiale, veloce, contraddittoria, molto... Yin per intenderci!
      Non mi sorprende neanche che tu faccia poco ricorso, nell'argomentare le tue tesi, al Tao e alle 5 trasformazioni (fondamentali per la macrobiotica orientale) ma che probabilmente sarebbero poco compresi dai più. Preferisci argomentare scientificamente e probabilmente hai ragione...
      A presto.
      Francesco M.

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  7. Ti ringrazio per i complimenti, ormai diventati una tua consuetudine nei miei confronti, e ti dirò che hai centrato il punto. Non è saggio "spaventare" i lettori che, nella stragrande maggioranza dei casi, è del tutto, o in parte, estranea ad una cultura cui io faccio riferimento, anche se la ritengo fondamentale per poter capire a fondo le problematiche di oggi, in particolare quelle inerenti alla salute. Questo l' ho capito molto bene, e lo tengo ben presente quando scrivo qualcosa di nuovo.
    E ti dirò anche che non è per niente facile spiegare certe cose senza dare per scontata la conoscenza di precisi concetti a me familiari.
    A questo proposito ti voglio anticipare una chicca, dato che avrei in programma di scrivere un articolo sulla patogenesi arteriosclerotica, prendendo spunto da certe rivoluzionarie scoperte scientifiche recenti che confermerebbero le teorie della macrobiotica su questa patologia.
    Far dunque capire a dei profani che i principi macrobiotici sono perfettamente compatibili con la teoria scientifica e possono aiutarci nella sua interpretazione sarà dunque la più grande sfida che abbia mai affrontato.

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  8. se posso dire la mia, mi da seriamente fastidio divulgare informazioni DI PARTE e basta.
    le informazione che lei cita da altre sicuramente attente fonti sono UNA delle tante teorie che si hanno sull'argomento che lei ha descritto, a partire dal collegamento latte-osteporosi, a quello latte e problemi vascolari. oltre ai dati che lei ha presentato, esistono altri MILIONI DI MILIONI di dati, dati come i suoi, che dicono IL CONTRARIO.
    il punto a cui voglio arrivare è che è RIDICOLO a mio parere valersi di DATI SCIENTIFICI presi da una rete di autori che la pensa allo stesso modo e non considerare AFFATTO gli altri dati, e con altri dati intendo quei dati scritti nei libri di testo di medicina di tutto il mondo con cui il 99% di medici si forma. credo che sia dovere
    1) citarli.
    2) non impelacarsi in battaglie sul cosa fa bene e cosa fa male finché tutto il mondo scientifico non sarà d'accordo.
    concludo dicendo che non mi sto schierando pro o contro latticini, ma vi chiedo,
    pensate di saperla più lunga voi? ripetete a pappagallo nozioni che non capite! non sapete manco cos'è l'igf rendetevene conto!
    e per lo meno abbiate lo decenza di citare TUTTE le fonti, non basta scrivere "GLI ONCOLOGI CONCORDANO", per favore.
    va bene divulgare informazioni, ma abbiate un minimo di scrupolo per i milioni di ricercatori che non la pensano come voi e i quali leggendo questo post appaiono come i soliti VENDUTI alle MULTINAZIONALI. pietà!


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    1. Non ho alcuna intenzione di far nascere una polemica (la mia esperienza mi suggerisce che non è proprio il caso), ben cosciente che non si può avere la pretesa di trattare a fondo un argomento in un blog, che ha la sola funzione di dare degli input e instaurare un dialogo coi lettori.
      Credo che ognuno abbia il diritto di dire la sua, e questo è nè più, nè meno di quello che ho fatto. Io però ho l' abitudine di fornire prove alle mie affermazioni con link che rimandano a studi non certo fatti da me o libri che trattano l' argomento (e in questo articolo ne ho dato ampiamente prova).
      Ci sono molte falle nel suo ragionamento:
      Essere convinto di qualcosa non significa essere di parte. Ho citato autori che la pensano allo stesso modo? A parte il fatto che i nomi da me citati sono fra i massimi esperti mondiali nel campo della ricerca (e già questo dovrebbe bastare), non capisco che cosa vuole dire. E' ovvio che se voglio dimostrare qualcosa devo portare il maggior numero di prove che arrivino tutte alla stessa conclusione, ma gli autori da me citati non fanno parte dello stesso team, non sono della stessa nazionalità e nemmeno si conoscono fra di loro. Sono indipendenti.
      Quanto ai "MILIONI DI MILIONI" di dati che dicono il contrario, perchè non me li fornisce lei, visto che sbraita tanto?
      Oggi si sa che in campo scientifico si può dimostrare tutto e il contrario di tutto: basta cercare e si trova ciò che si vuole. Ma a me non interessa questo modo antiquato di fare scienza (ossia la scienza-spazzatura di cui parla Colin Campbell nel suo libro): i dati scientifici isolati non dicono niente, perchè per poter dimostrare qualcosa in modo serio bisogna, oltre che verificare l' attendibilità della fonte, contestualizzare, interpretare, usare insomma il cervello, cosa che raramente viene fatto. Questo è il motivo per cui oggi si tende ad usare sempre più le meta-analisi al posto degli studi isolati.
      Per quanto ne so, non esistono studi seri (che non siano finanziati dall' industria casearia) che dimostrino la necessità di consumare latticini, mentre ce ne sono un numero sufficiente e accreditati che dimostrano il contrario, o quantomeno non provano alcun effetto positivo da parte dei latticini, ma che vengono sistematicamente e accuratamente ignorati perchè non fanno comodo a nessuno.
      Non bisogna "impelagarsi in battaglie sul cosa fa bene e cosa fa male finché tutto il mondo scientifico non sarà d'accordo"? Scusi, ma lei è proprio ingenuo. Ciò che è riconosciuto a livello ufficiale non è una prova inconfutabile di verità: quante teorie una volta vigorosamente propugnate sono state invalidate? Perchè dovrebbe importarmi qualcosa di quello che dicono i soliti vecchi tromboni, considerato l' angusto orizzonte mentale dello scienziato medio, il suo scarso interesse a cambiare il paradigma dominante, per non parlare delle collusioni tra industria alimentare, industria farmaceutica, ambiente scientifico e organi d' informazione? Le consiglio vivamente di leggere il libro di Campbell che parla proprio di questo scottante aspetto con cognizione di causa, visto che è del mestiere.
      Per concludere, gli argomenti a sostegno dei latticini sono semplicemente idiozie, luoghi comuni destituiti di ogni fondamento scientifico e nel mio articolo ho fornito sufficienti documenti scientifici e considerazioni che non difettano certo di logica, dimostrando con questo di non "ripetere a pappagallo nozioni che non capisco".

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  9. Ciao Michele. Io in línea di massima sono d 'accordo con le tue argomentazioni e conosco la tematica da 10 anni. Senza dubbio applico saltuariamente anche una altra teoria..., quella per cui di qualcosa si deve morire! Io sono chiaramente allergico a tutto ciò che è fatto con il latte. Ogni tanto però mi mangio un pezzo di formaggio. Questo perche ' penso che forse un pezzettino do formaggio 1 o 2 volte al mese non mi accorcera ' la vita di molto. Rispetto al tema acidificazione.., in generale come ben sai tutte le proteine sono acidificanti. Alla fine la cosa più importante è compensare la acidificazione del corpo con una dieta basicizzante. Io dico...., più che insistere sui danni provocati dai lattei e derivati io direi che bisognerebbe parlare dei danni provocati dalla mancata assunzione di alimenti basicizzanti.

    La problematica esiste. Io conosco un sacco di amici che si alimentano con un megapiatto di pasta ben condita, non tenendo presente che passati i 50 (ma io dico pura prima), sia uomini che donne vanno incontro ad acidificazione e hanno bisogno di maggiore attenzione a quello che mangiano. Poca gente rispetta il proprio corpo. !
    Andrea

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    1. Grazie innanzitutto dell' intervento.
      Sì, Andrea, sono d' accordissimo con te nel sostenere che è la dieta nel suo insieme a determinare il risultato finale, e non sarà un pezzettino di formaggio ogni tanto a cambiare il nostro destino, ma visto che il mito dei latticini quale mezzo per minimizzare le perdite di materiale osseo (che secondo la mentalità comune sembrano fatali) continua nonostante tutto, mi sembra decisamente il caso di fare le dovute puntualizzazioni.
      Infatti, se si pensa che il latte vaccino è un alimento altamente proteico, che le proteine sono acidificanti (e quelle animali lo sono di più per via del maggior contenuto di aminoacidi solforati) e che l' acidificazione favorisce la deplezione di calcio dai suoi depositi ossei, è facile concludere che, se i latticini hanno un effetto sul bilancio di calcio e sulla salute delle ossa, non è certamente quello positivo che si crede. Perciò da questa prospettiva appare in tutta la sua assurdità la raccomandazione di consumare regolarmente questi alimenti proprio a scopo preventivo.
      E' evidente che se nella dieta compaiono più o meno frequentemente latte, formaggio e magari anche qualche altro cibo animale si parte già svantaggiati e diventa ben più difficile bilanciare il tutto con fattori alcalinizzanti.
      Era semplicemente questo che volevo mettere in evidenza, e non che il latte sia "la" causa dell' osteoporosi.

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  10. La corretta prevenzione?
    Ciao, ho trovato questo test, molto interessante, misura il tuo grado di conoscenza sulla prevenzione all'ostoporosi e ti consiglia in caso cosa sbagli e cosa fare! http://goo.gl/v3d0bo

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    1. Grazie, ci darò un' occhiata (per quanto penso di avere le idee sufficientemente chiare su questo punto).

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