sabato 25 febbraio 2012

L' inganno nel cibo (tutto quello che devi sapere per sopravvivere al cibo industriale)

Oggi c'è una diffusa consapevolezza che ciò che abitualmente si mangia non faccia bene alla salute.

Non mi sembra proprio il caso di soffermarmi su questo punto dopo tutto quello che è stato detto e ripetuto in questo blog e in tanti altri, tuttavia non si può fare a meno di notare che la larga maggioranza della popolazione ancora non sembra preoccuparsi più di tanto della cosa.

Del resto, già prima che l' attuale tendenza verso scelte e stili di vita "verdi" prendesse piede, gli  scandali su imbrogli e adulterazioni  alimentari, che già venivano frequentemente alla ribalta (e che continuano nondimeno ancora oggi), sarebbero dovuti bastare a convincere il consumatore di quanto in realtà egli sia poco tutelato, e ad orientarlo su scelte alternative che, almeno in linea di principio, dovrebbero offrire maggiori garanzie.

Che la grande produzione degli alimenti abbia come fine prioritario il profitto, prestandosi particolarmente ad ogni tipo di mistificazione, è chiaro anche ad un bambino, tuttavia, mentre chiunque si accorgesse di essere defraudato in un qualsiasi altro tipo di acquisto  reagirebbe prontamente, nel caso del cibo la maggioranza delle persone sembra accettare passivamente tutto ciò che l' industria alimentare ci propina, considerandolo affidabile e di buona qualità solo perchè reclamizzato come tale.

Ebbene, tutto questo preambolo m' è servito per annunciare un ebook che, preso atto della necessità di denunciare ciò che si nasconde nel mondo dell' industria del cibo e informare adeguatamente il consumatore, si propone di stimolare  quest' ultimo ad un maggior senso critico, illustrando chiaramente e sistematicamente tutte le insidie che si celano quando si va a far spesa al supermercato (che spesso non si sospettano nemmeno), e quali criteri e strategie adottare nelle scelte.

Ma andiamo con ordine.

Non molti giorni fa, contemporaneamente ad un commento all' articolo "Ma quale piramide d' Egitto!?! Questa è una... torre di Babele!", di un lettore che si complimentava  per le idee da me espresse, mi è pervenuta una proposta di affiliazione da parte dello stesso (che non è un lettore qualsiasi) per promuovere il suddetto ebook da lui realizzato.

Così, avendo avuto modo di valutarne il contenuto, rivelatosi subito interessante già ad un' analisi sommaria, sufficiente comunque a metterne in evidenza la completezza, non ho avuto motivo di rifiutare.

Cosa posso dire? Bè, di libri tradizionali, cioè cartacei, ce ne sono senz' altro sull' argomento, ma dubito che se ne trovino di altrettanto completi e documentati. Se poi consideriamo gli ebook... bè, non mi viene in mente niente.

E nell' approfondire la lettura de "L' inganno nel cibo (tutto quello che devi sapere per sopravvivere al cibo industriale)" (questo il titolo) ho trovato poi spunti e idee che avevo già messo a fuoco da tempo, ma finora mi era mancata l' occasione di svilupparle e scriverci su un articolo.

Per esempio a proposito della confusione che aleggia attorno al  significato di "biologico" e del suo potere evocativo.

Oggi tutti parlano del biologico come della scelta "verde" per eccellenza, l' imperativo cui dovrebbe sottostare qualsiasi prodotto alimentare e non solo, facendo passare così in second' ordine requisiti non meno importanti.

Così, con la scusa che  "biologico" equivale a "sano", si possono proporre le peggiori nefandezze.

Conosco infatti un supermercato di Parma (ma ce ne sono di simili in diverse altre città) specializzato esclusivamente in prodotti bio. Ebbene, all' apparenza non si riesce a distinguerlo da un qualsiasi altro supermercato, perchè vi si trova di tutto e di più... con l' unica differenza che tutta la merce è di provenienza biologica. Ed è lì che ho scoperto, udite udite, l' esistenza dello zucchero bianco... bio! (e se non l' avessi visto coi miei occhi forse non ci avrei creduto).

Così chi lo consuma potrà illudersi che non fa male, perchè...  tanto è bio.

Sarebbe come proporre il cianuro biologico, che, in quanto tale, non è più da considerare veleno... Giusto?

Eppure non è una barzelletta, ma la realtà.

E che dire di salumi e formaggi che, quando prodotti in modo naturale e solo con ingredienti biologici, sarebbero invece, a quanto pare, da considerare alimenti sani?

"Bene -mi verrebbe da commentare-, vuol dire che, se chi li consuma svilupperà un tumore, potrà almeno avere la soddisfazione di sapere che si tratta di un tumore... biologico!"

A tal proposito, aprendo una parentesi per far capire quanto l' enfasi posta sull' assenza nel cibo di qualsiasi sostanza chimica artificiale possa essere fuorviante, mi sembra doveroso fare una precisazione sulla base della vasta mole di ricerche sul cancro documentata nel best-seller mondiale "The China Study".

Da questi studi  emerge che, almeno per quanto riguarda l' aflatossina sperimentata sui ratti, l' incidenza della malattia verrebbe incrementata semplicemente aumentando la percentuale di proteine animali nella dieta degli animali, indipendentemente dal livello  di esposizione all' aflatossina.

Ma non è tutto: fatto non meno sensazionale, se nei ratti malati si riduce la quota di proteine animali, si verifica una corrispondente regressione anche nel cancro.

E se grazie all' equivoco  del biologico molti prodotti vengono consumati con assoluta disinvoltura, tutta l' industria  alimentare prospera sulla base di una evidente contraddizione: da una parte si impoveriscono i cibi e le materie prime (non solo con la raffinazione di farine e quant'altro, ma anche con le coltivazioni intensive, manipolazioni d' ogni sorta, come i vari trattamenti termici, aggiunta di additivi,  omogeneizzazione, pastorizzazione, stoccaggio e distribuzione); dall' altra, molto opportunamente, si propongono alimenti arricchiti ed integratori con l' evidente scopo di sopperire (illusoriamente) alle carenze degli alimenti così devitalizzati.


Ma tornando al nostro ebook, non mi resta che presentarlo brevemente dicendo che è diviso in tre parti, più, in appendice, una serie di tabelle.

Nel primo modulo si parla dei concetti fondamentali da sapere, le conoscenze propedeutiche per orientarsi nella giungla del mercato. Ad esempio, la legislazione su certi parametri, l' importanza di saper leggere  e interpretare quanto riportato sulle etichette, i trucchi dei produttori per nascondere certe caratterisiche che potrebbero destare sospetti o far desistere dall' acquisto, come pure i rischi connessi all' uso di certe sostanze;

Nel secondo l' autore passa in rassegna tutte le categorie di generi alimentari  normalmente reperibili sugli scaffali di ogni supermercato, soffermandosi sulle differenze fra prodotti simili al fine di operare le scelte migliori, senza trascurare l' importanza di utensili e materiali  per conservare gli alimenti, come padelle, contenitori, pellicole, fogli d' alluminio,  e perfino dentifrici;

Infine nel terzo modulo si trovano tutti  i consigli che l' autore ritiene importanti per mettere in pratica delle salutari ed intelligenti abitudini atte a ricavare il massimo beneficio da ciò che consumiamo.

Per esempio, non tutti sanno  che le farine  dovrebbero essere sempre fresche, cioè utilizzate al momento della macinazione del cereale, che si tratti di fare il pane o di consumarle come creme, come di qualsiasi altro utilizzo.

Nel giro di ore, se non di minuti,   queste infatti, al contatto con l' aria, si ossidano e varie preziose sostanze nutritive si perdono.

Ecco dunque il consiglio del nostro amico per non dipendere sempre dalle farine commerciali, che sono praticamente cibo morto, di dotarci di una piccola macina pensata proprio per l' uso domestico.

Insomma, come dicevo poc' anzi, si tratta proprio di un' opera completa, dove, oltre alle solite ricette (sì, ci sono anche quelle), si trova persino un trucco per cucinare ugualmente dei legumi anche se ci si è dimenticati di metterli in ammollo.

Cosa volere di più?

Michele Nardella

Se vuoi saperne di più clicca qui sotto:

DIFENDI LA TUA SALUTE! L


                       

6 commenti:

  1. Su questo ci giocano tutti i "LUPI MANNARI" dell'alimentazione, compresi quelli della grande distribuzione.
    Cosa glie ne frega loro se la gente compra a risparmio a scapito della qualità e poi si ammala. Finché non si scopre la frode non è reato.
    Ma la pelle non è la loro.

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  2. Io sto scaricando le lezioni on line, ma mi sembra piuttosto losco che dove aver sprecato pagine e pagine ad inaugurare i benefici del suo libro e a ripetere che lui "ha a cuore a nostra salute" salti fuori dal nulla con la cifra esorbitante (a parer mio, certo) di 47euro per delle informazioni che comunque sarebbe giusto che tutti sappiano.. Che senso ha vendere la verità? Anche il fine ultimo delle multinazionali è il lucro, lui è tanto diverso infondo? Se non paghi, non "ottieni" la salute?

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    1. Il medico non fa pagare la sua parcella?
      L' avvocato non fa pagare le sue consulenze?
      Il panettiere ti dà il pane gratis?
      Ognuno fa il suo mestiere, che serve per vivere.
      E se il tuo datore di lavoro facesse la stessa considerazione nei tuoi confronti?
      Io non capisco proprio certi discorsi di chi pretende che certe cose siano date gratis, come se fosse un diritto.
      Da che mondo è mondo vige il principio del "io dò una cosa a te, e tu dai una cosa a me".
      Da quando in qua vendere qualcosa è diventato "losco"?
      Il paragone poi con le multinazionali è del tutto infelice, perchè queste lucrano ingannando, facendo del male agli altri, e non dando loro benefici.

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    2. posso capire chi ha scritto quel libro che lo faccia pagare... se si pensa alle ore di studio e ricerca che deve averci speso dietro, più le ore per stendere un trattato completo, essenziale e alla portata di tutti... e conta che non in molti lo comprano, perchè sono in tanti che non sono interessati.
      Certo, io se avessi tali informazioni le divulgherei gratis, ma dovrebbero essere il frutto della mia ricerca, non violare i diritti di autore di qualcun' altro... oppure divulgarli senza riportare che una minima parte di testo dell'autore, citando la fote, e poi spiegare a parole mie... insomma, sarebbe come chiedere a Sveva casati Modigliani di pubblicare gratis il suo lavoro!
      E' importanti che tutti sappiamo, ma chi viene a sapere dovrebbe diffondere e cercare informazioni e approfondire, e se qualcuno lo ha fatto per te, perchè non pagarlo per il servizio?
      Se vado al ristorante perchè non ho voglia di cucinare non posso nè pretendere che cucini come me, neppure pretendere di mangiare gratis o a meno del costo dei prodotti utilizzati e del lavoro del cuoco, camerieri, lavanderia, lavastoviglie, acqua, affitto... bisogna includere tutte le spese... per qualsiasi prodotto è così!
      io nonsono una brava scrittrice, non sono brava a stendere i miei pensieri in modo lineare, troppi, troppo affollati, troppo irruenti e io ho poca pazienza, quindi non mi metterò a far trattati su ciò che so, ma posso suggerire le fonti ai miei contatti, il nome, il libro, il blog... questo sicuramente posso farlo, e posso proporre di comprare un libro!

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  3. Articolo, redatto, non solo con dovizia di informazioni, ma anche con una simpatica ironia. Naturalmente sono in totale accordo con te; mi chiedo come te le lascino scrivere :) La tua sincerità è encomiabile. Buona serata.

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    1. Grazie, Giancarla, per il tuo puntuale, sempre gradito intervento. Devi sapere che l' ironia e il senso dell' umorismo per fortuna non mi sono mai mancati, anzi. Dico "per fortuna" anche perchè credo siano il modo migliore per affrontare gli ostacoli e le amarezze della vita.

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