lunedì 12 marzo 2012

Riflessioni su "The China Study" (prima parte)

Denise Minger
"The China Study", il libro da me recensito tempo fa, poco prima dell' uscita della sua edizione italiana,  è diventato, come molti già sapranno, il nuovo riferimento nel campo della nutrizione, data la vastità degli studi su cui si fonda, come pure per l' incredibile durata

degli stessi (ben 27 anni) e la conseguente quantità di dati  che da essi scaturiscono.

Ma forse il motivo principale per cui passerà alla storia, e che molti ancora non sanno, è il polverone di controversie che ha suscitato nell' ambiente accademico e non.

E c'è poco da meravigliarsi, se si tiene conto che le sue conclusioni sono quanto di più rivoluzionario la scienza  abbia mai osato affermare, una vera sfida alle istituzioni, a quanto si è sempre creduto e insegnato e al senso comune.

Sì certo, il libro non si risparmia nel mettere in evidenza tutte le pecche delle abitudini dietetiche moderne, ma si tratta, tutto sommato, di cose risapute, e non farà sobbalzare chiunque avesse anche solo un' infarinatura sulle più aggiornate conoscenze in fatto di nutrizione.

Ciò che invece lascia quasi di stucco, e che è il motivo dominante di tutto il libro, si riassume nel concetto secondo cui tutti i cibi di origine animale non svolgono un ruolo positivo nella nostra salute, anche se assunti in modeste quantità, mentre i cibi vegetali sarebbero sempre vantaggiosi e quindi da preferire.

Così, se da una parte i vegani (che, come si sa, non consumano alcun tipo di cibo animale) hanno accolto con comprensibile entusiasmo questa svolta nel campo della scienza, vedendo in essa la conferma scientifica al loro credo, e hanno finito così col fare del libro in questione la loro Bibbia,    nell' ambiente accademico, al contrario, ha scatenato un vero putiferio.

Non sono poche le voci che si sono sollevate per commentare e criticare, attraverso blog e tv, le conclusioni di Colin Campbell, il plurititolato scienziato autore del libro.

Tra gli avversari più in vista, oltre a Chris Masterjohn e ad Anthony Colpo, si è però distinta soprattutto una giovane donna, che paradossalmente non è nè una ricercatrice, nè epidemiologa, nè esperta in statistiche, ma il suo nome, Denise Minger, circola già da tempo nell' ambiente scientifico e sul web, grazie alle brillanti argomentazioni che è riuscita a contrapporre alle tesi di Campbell.

L' arguta studentessa, ex-vegana, ha infatti dato vita, assieme al rinomato scienziato, a un vivace quanto interessante botta-e-risposta (ma sempre nei limiti della correttezza e del rispetto reciproco), nel quale obietta diverse affermazioni di Campbell, che si possono  far convergere nei seguenti punti fondamentali:

-La correlazione tra cibo animale, colesterolo, cancro e malattie cardiovascolari, in base alla quale lo scienziato conclude che tutte le patologie tipiche occidentali sarebbero favorite invariabilmente dai cibi animali e contrastate da quelli vegetali.

-La correlazione tra caseina e cancro, che Campbell estende a tutte le proteine animali.

Nella prossima puntata vedremo dunque cosa dice la ragazza e cosa risponde lo scienziato, ma non scommetete sul vincitore, perchè la risposta definitiva non è scontata, bensì più difficile di quanto si possa immaginare.

Ci tengo comunque a far notare che, se questa diatriba può essere pienamente giustificata sul piano strettamente speculativo-scientifico, anche perchè ci consente di capire fino a che punto il metodo scientifico possa essere affidabile in una scienza di per sè "non esatta", quale è la nutrizione, dal punto di vista pratico la questione è da considerare, tutto sommato, abbastanza oziosa.

Qui infatti non è in discussione la necessità di ridurre drasticamente i cibi animali presenti nelle attuali diete più comuni, carni e latticini in particolare (la stessa Minger è una sostenitrice di una dieta in massima parte vegetale), ma se è il caso di eliminarli proprio tutti.

Come si può facilmente convenire, sarebbe ampiamente sufficiente, per risolvere alcuni gravi ed urgenti problemi (e non solo di salute) impegnarsi a realizzare l' opzione più realistica.

Michele Nardella


Macrolibrarsi.it presenta il libro: The China Study


12 commenti:

  1. diciamola tutta, Denise Minger ha sputtanato il libro di Campbell numeri alla mano dimostrando senza ombra di dubbio che il ricercatore non è partito dai dati per arrivare al risultato ma bensì ha scelto i dati per arrivare al risultato voluto, che a casa mia si chiama truffa.

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  2. Non banalizziamo con considerazioni affrettate e superficiali.
    Colin Campbell non è certo l' ultimo arrivato (e tanto meno uno sprovveduto) e non ha interessi da difendere nel "truffare" i suoi seguaci.
    Al suo seguito c'è poi una equipe di altri scienziati di prim' ordine che hanno collaborato nella sua titanica impresa.
    Se hai letto bene l' articolo, la questione non è affatto semplice da dirimere, e il risultato non è scontato.
    Infatti in questa diatriba ci sono state due repliche da parte di Campbell alla Minger, che a sua volta ha replicato.
    Ho letto il libro, e devo dire che gli argomenti trattati sono molto ben documentati e dotati di una logica schiacciante, perciò, se non si ha una grande preparazione e capacità dialettica, non è facile controbattere.
    Anche per questo, come vedi, non ho ancora pubblicato la seconda parte dell' articolo: voglio essere sicuro di non scrivere fesserie o inesattezze, e perciò ci voglio andare coi piedi di piombo.
    E' probabile perciò che lo farò in occasione della venuta in Italia di Campbell per un seminario, a settembre.
    In ogni caso, anche se le conclusioni di "The China Study" dovessero rivelarsi ingiustificate e gonfiate, quest' opera rimane un punto fermo nel campo della ricerca, perchè non si può non riconoscere il suo valore nell' aver ridimensionato di molto tante convinzioni sulla nutrizione tuttora avallate dalla "scienza".

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  3. ma siamo seri , qualunque essere senziente dotato di calcolatrice può controllare i dati e rendersi conto che le affermazioni di Campbell sono quanto di più lontano dalla verità possa uscire dalla bocca di un ricercatore , se ha collaboratori compiacenti allora si tratta di associazione a delinquere.

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    1. Non sono interessato a rispondere a queste provocazioni fine a sè stesse.
      Anch'io potrei dire, allora, che tutto quello che si dice a favore di carne, latticini e merendine industriali è frutto del rapporto di collusione tra industria e scienza. E con motivi ben più plausibili e consistenti, dati gli enormi interessi in gioco da difendere.
      Campbell è uno degli scienziati più in vista al mondo, e non potrebbe rischiare la reputazione falsando i risultati dei suoi studi, che trovano peraltro sostanziale conferma in quelli di altri studiosi indipendenti, come Walter Willett e lo stesso nostro Franco Berrino.
      E per giunta a quale scopo?
      Lui era partito con l' idea che la dieta tipica americana fosse la migliore possibile; solo successivamente la sua esperienza professionale lo ha indotto a cambiare radicalmente idea.

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    2. Le mie non sono certo provocazioni fini a se stesse e comunque non sono qui a difendere gli interessi di nessuno se non i miei e della mia salute, al momento sono infastidito dal fatto che uno degli scienziati più in vista al mondo abbia distorto la verità per avvalorare le sue tesi, il signor Campbell ha costruito una carriera facendo alcune affermazioni che si sono rivelate false e tendenziose e così ha preferito produrre risultati che gli dessero ragione piuttosto che ammettere il proprio fallimento , purtroppo per lui è stato scoperto.

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  4. @Michele: Sul fatto che Campbell non sia interessato a manipolare i dati per confermare la sua tesi ho qualche dubbio, visto che per le sue "lezioni" fa pagare fino a 500 euro a testa per assistervi. Ricordi quanto diceva Einstein: gli scienziati non sono mai disinteressati al denaro, la scienza, come il mondo, ruota tutta intorno ai soldi. E se lo diceva Einstein..

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  5. Non si può costruire una tesi in base a dubbi e opinioni personali (anche se ognuno ha il diritto di averne una).
    Io vorrei chiudere una volta per tutte questa sterile polemica.
    A me interessano prove oggettive e chiare, perchè mi interessa capire e basta.
    Per il momento una cosa è sicura: quello che dice Campbell non si discosta molto da ciò che dice un sempre maggior numero di esperti a proposito dei cibi animali, e questo credo è ciò che dovrebbe interessare tutti, invece di stare a polemizzare ridicolmente sui dettagli.
    Sono pertanto ansioso di sapere cosa ci verrà a dire quando sarà a Vicenza tra giusto un mese.

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  6. Mi chiedo... Michele hai veramente letto il libro? Marco di Be4Eat

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    1. Certo che l' ho letto, e appunto per questo ne ho parlato.
      Piuttosto sono i miei lettori che non leggono quello che scrivo io e i critici di questo libro. Ne ho parlato ampiamente nei successivi post (seconda e terza parte), che ti invito caldamente a leggere, soprattutto la terza, dove ho anche aggiunto dei link di rimando agli interventi originali di alcuni studiosi, oltre a quello molto esaustivo di Denise Minger (in italiano).
      Ah, dimenticavo, la Minger ha appena scritto un libro, che dovrebbe uscire a novembre, "Death by Food Pyramid", in cui, prendendo spunto da questa diatriba, va oltre le obiezioni alla tesi di Campbell per fare un' ampia dissertazione sui miti in fatto di nutrizione e diete, illustrando quelli che dovrebbero essere i criteri per distinguere la vera scienza dalla pseudo-scienza.

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  7. Mi interessano i punti di vista contrari, se provati con il rigore scientifico del The China Study. Marco, Be4Eat

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    1. Bene, allora non hai che da approfondire la questione e mi sembra di averti dato le coordinate.
      Io non parteggio per nessuno perchè mi interessa solo la verità e capirci qualcosa, perciò è molto importante in questa ricerca essere liberi da ogni condizionamento e da ogni posizione dogmatica di parte.
      Io credo che la critica principale che si possa rivolgere a "The China Study" sia il fatto che, a dispetto dell' enorme mole di studi e dati a disposizione, le conclusioni di Campbell siano eccessivamente semplicistiche, perchè sembra che tutto il male provenga unicamente dalle proteine animali, il che è assurdo.
      Nessuno studio che si basi unicamente su criteri scientifici potrà mai essere esaustivo, anche se bisogna riconoscere che il modello proposto da Campbell è già un enorme passo avanti.
      Grazie per il contributo.

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  8. Concordo con chi ritiene questo libro poco attendibile. Basta un minimo d'onestà intellettuale e d'obiettività per scorgere le incongruenze ed omissioni contenute nella ricerca portata avanti dal dott. Campbell, il quale sembra essere dominato dalla foga di fare la scoperta del secolo piuttosto che dal fornire valutazioni oggettive e imparziali, così come nell'etica dello scienziato. E chi presta il fianco a questo gioco non fa che avallare logiche faziose e fideistiche, agl'antipodi rispetto ad ogni reale forma di progresso.

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