lunedì 19 agosto 2013

Acqua e salute: i requisiti di un' acqua ideale

Come anticipato la volta scorsa, non basta che l' acqua da noi assunta (sia come bevanda che sotto forma di alimenti) sia libera da ogni genere possibile di  inquinanti: per potersi considerare davvero fisiologicamente idonea all' uso quotidiano e salutare deve essere valutata anche in base ad alcuni parametri di cui per troppo tempo non si  è conosciuta l' importanza. Del resto non si è mai presentata la necessità di investigarla, dato che l' acqua naturale (l' unica disponibile in passato) è sempre stata all' altezza di ogni nostra esigenza fisiologica. Solo con l' industrializzazione delle società moderne si è presentato questo nuovo problema.

Ma prima di addentrarci in questo aspetto ancora poco familiare ai più, che chiama in causa certe proprietà intrinseche fisico-chimiche dell' acqua,   è opportuno ricordare che neppure la prima condizione, quella  concernente la sua purezza, e cioè la più ovvia, si può oggi considerare scontata solo perchè si suole definire "potabile" un' acqua, sia che si prendano in considerazione le acque di rubinetto, che quelle imbottigliate.

Piogge acide che non conoscono evidentemente frontiere, rese tali da scarichi industriali e  inceneritori di rifiuti urbani, falde acquifere inquinate principalmente dai prodotti usati nell' agricoltura chimica intensiva, mari e corsi d' acqua che raccolgono discariche industriali e liquami fognari (dove si ritrova di tutto, compresi farmaci e sostanze stupefacenti, secondo certe notizie di cronaca in base alle quali si è potuto anche stimare il consumo giornaliero di droghe in certe metropoli), tubature degli acquedotti non sempre in buone condizioni, perchè magari arrugginite, e alla mercè di acque acide che le corrodono, facendo staccare rame e altre sostanze dalle loro pareti, hanno reso ormai utopistico questo obiettivo.

Si tratta insomma di un problema planetario, come si può immaginare, e la significativa tendenza in atto a virare verso l' acidità perfino da parte di un serbatoio immenso come quello delle acque marine, come conseguenza del crescente inquinamento, oltre ad esserne  la più convincente conferma, ci dà anche una chiara idea della gravità della situazione, come  annunciato da uno scienziato del calibro di Gregg Braden.

In un quadro come questo i limiti di legge che stabiliscono le quantità tollerate per i più comuni inquinanti presenti nelle acque potabili non possono essere che dei compromessi, i quali non necessariamente hanno a che vedere con le nostre reali esigenze fisiologiche: si tratta in sostanza, come sempre, di stabilire quali conseguenze si è disposti ad accettare per non dover adottare provvedimenti più drastici ed impegnativi per la società, se non addirittura impossibili da realizzare.

La notizia dello sforamento del limite di legge per la  concentrazione di arsenico nelle acque di Viterbo e di molti altri comuni italiani clamorosamente venuta alla cronaca di recente è un esempio che chiarisce quanto appena detto: nessuno ha notato, o messo in evidenza, che il limite di 10 microgrammi/litro imposto alle acque  distribuite dalle aziende municipali non coincide con quello relativo alle acque imbottigliate, che è invece di 50 microgrammi. Stessa considerazione per altri metalli tossici per i quali non esiste nemmeno obbligo di dichiararli sulle etichette.

Insomma, due pesi e due misure (e non è difficile immaginarne il perchè).

Si deve inoltre precisare che non è possibile in modo pratico  individuare la presenza di tutti i possibili inquinanti nelle acque potabili di qualsiasi tipo, anche perchè molti di questi sono incolori e insapori. E se molti consumatori optano per le acque minerali per la loro presunta maggiore sicurezza, o anche semplicemente come ripiego a causa del sapore non gradito caratteristico dell' acqua di rubinetto, notoriamente trattata  con dosi non indifferenti di cloro e fluoro (altri componenti discutibili), si deve sapere che le acque imbottigliate presentano altri inconvenienti.

La maggioranza delle quali infatti si ritrova oggi, come sappiamo, in contenitori di plastica che, in quanto tali, possono rilasciare nel tempo alcune sostanze chimiche. Inoltre l' acqua imbottigliata, che magari rimane per mesi sugli scaffali prima di essere consumata, è un' acqua stagnante, e cioè morta, perchè priva di dinamismo, che è invece una proprietà fondamentale affinchè le sue funzioni nel nostro organismo possano espletarsi al meglio.

E qui veniamo finalmente al punto: l' importanza basilare di questo prezioso elemento per tutti gli organismi viventi è dovuta al fatto che l' acqua è un veicolo, l' unico mezzo che può trasportare ogni altra sostanza nel nostro corpo, distribuendola in qualsiasi suo distretto  grazie alla sua fluidità. La particolare configurazione spaziale degli atomi nella sua molecola, che le conferisce una polarità elettrica, ne fa il solvente per eccellenza e rende possibili tutti gli scambi che avvengono attraverso la membrana di ogni cellula, essenziali tanto per il suo nutrimento quanto per la necessaria eliminazione delle scorie metaboliche. Essa mette dunque in comunicazione ogni parte del nostro corpo con le altre e l' organismo nel suo complesso con l' ambiente.

Ebbene, è l' acqua opportunamente ionizzata ed alcalinizzata la più idonea ad assicurare tutte queste funzioni: quando l' acqua è carica di elettroni (cariche negative), condizione che si riscontra nelle acque naturali, acquisisce quel dinamismo di cui parlavo, ed è in grado di dinamizzare, ionizzandoli, i minerali in essa contenuti, che si rendono così più biodisponibili, al contrario di quelli presenti nelle acque comuni,  appesantite dai vari inquinanti.

Solo un' acqua con queste caratteristiche, e cioè scevra di tossine ambientali, attiva perchè ionizzata ed alcalina può nutrire adeguatamente ogni cellula e neutralizzare l' acidità (cariche positive)  delle tossine metaboliche ed ambientali depositate nei tessuti, che così potranno essere facilmente espulse.

Queste tossine sono la radice dei principali malesseri, nonchè di malattie degenerative e, non ultimo, invecchiamento dei tessuti.  E non posso fare a meno di pensare alle tante donne che spendono una fortuna in trattamenti cosmetici, senza rendersi conto che non c'è miglior cosmetico al mondo di un modo sano ed appropriato di nutrirsi, che significa  anche preoccuparsi della qualità dell' acqua ingerita. Pensare infatti di fare un buon servizio al nostro corpo utilizzando acqua comune è come pretendere di lavare il pavimento utilizzando acqua sporca.

Ed è con ogni probabilità questa la principale ragione che può spiegare l' eccezionale stato di salute e longevità di cui godono (o, per l' esattezza, godevano prima che subissero la colonizzazione occidentale) i mitici Hunza, una popolazione che è stata oggetto di studio da parte di scienziati e residente in un altopiano del Pakistan irrigato da acque provenienti da rocce montuose e pertanto straordinariamente ricche di minerali ed oligoelementi, oltre che incontaminate, con un' alcalinità molto elevata (pH compreso tra 9 e 10).

Un altro importante vantaggio della ionizzazione consiste in una maggiore frammentazione dei particolati in cui le molecole d' acqua tendono spontaneamente ad organizzarsi, i cosiddetti cluster (grappoli). Dato che in un corpo al diminuire del volume aumenta il rapporto fra superficie esterna e quest' ultimo, si deduce che quanto più piccoli saranno i cluster tante più molecole  di acqua libere (perchè situate in superficie) potranno interagire con l' esterno. Questo significa maggiore facilità di attraversare pareti cellulari, di dinamizzare, sciogliere e legare sostanze con cui si trovano ad interagire.

Ma come possiamo ottenere un' acqua con queste caratteristiche senza andare in Pakistan o in qualche altro remoto paradiso incontaminato, seppure ce ne sono ancora rimasti?

Per fortuna  la tecnologia ci viene provvidenzialmente in soccorso e, ciò che più conta, una volta tanto senza disastrosi effetti collaterali.

Fra i vari dispositivi oggi in commercio ce n'è uno che mi sembra particolarmente valido, in quanto dotato di un filtro che si avvale di una avanzata tecnologia messa a punto dalla NASA (l' ente spaziale americano) per far fronte alle particolari necessità degli astronauti in fatto di approvvigionamento d' acqua, in quanto costretti per ovvi motivi a dover riciclare  quella consumata.

Contrariamente ad altri congegni analoghi, come quelli ad osmosi inversa (che oltretutto richiedono frequenti controlli dei filtri per evitare contaminazioni), questo elimina solo gli eventuali metalli tossici presenti (come piombo, mercurio ecc.), risparmiando quelli utili ed alcalinizzanti, come calcio, magnesio, potassio ecc., e questo non è un vantaggio da poco.

A completare l' opera c'è poi un sistema di ionizzazione e alcalinizzazione che rende la comune acqua di rubinetto in men che non si dica simile a quella della migliore sorgente incontaminata.

Per maggiori informazioni consiglio di rivolgersi alla ditta distributrice www.algovitshop.com, che effettuerà uno sconto in caso di acquisto semplicemente specificando il seguente codice-sconto: TIVOGLA.

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12 commenti:

  1. Post molto interessante :)
    Io uso una caraffa filtrante, chissà se serve davvero a qualcosa :(

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    1. Grazie.
      Anche una caraffa può andar bene (ne ho una anch' io), ma che sia caraffa o un altro tipo di dispositivo ciò che importa è quello che è stato progettato a fare.
      Nell' articolo ho parlato, sia pure molto sinteticamente, proprio di questo.
      Se vuoi, puoi andare sul sito www.algovitshop.com per informarti meglio e confrontare le caratteristiche della tua caraffa con quelle dell' analogo prodotto distribuito dalla ditta.

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  2. Articolo ovviamente interessantissimo. Ho visto il sito e... i prezzi.
    Io sto valutando il trattamento dell'acqua con l'argilla in fusto di acciaio, che ne pensi? Insomma: non vorrei impoverire troppo l'acqua e ritrovarmela "distillata"!
    Francesco Mecozzi

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    1. L' argilla dovrebbe andare bene, ma quanto a ripulire troppo l' acqua rendendola praticamente distillata onestamente non me la sento di garantirtelo. Rimane comunque il fatto che ovviamente non può ionizzare, nè alcalinizzare.

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  3. Salve, vorrei segnalare un nuovo progetto per la salute. Si tratta di Enciclopedia Salute, una web app concepita interamente per smartphone.
    www.enciclopediasalute.it

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  4. Grazie del post, interessantissimo. Ma come si chiama il prodotto da cercare nel sito? Grazie

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    1. Grazie a te.
      I prodotti in realtà sono due: l' Aquaspacesaver, che è un dispositivo fisso (si collega al rubinetto) ed è solo un depuratore (dotato del famoso filtro progettato dalla NASA); l' altro è semplicemente una caraffa, che però, oltre a depurare, ionizza e alcalinizza. Quest' ultima ha ovviamente una capacità limitata, ma ha il vantaggio di poter essere trasportata, inoltre può essere usata in sinergia con l' Aquaspace per integrare le sue funzioni.

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    2. Quindi sarebbe più consigliabile la caraffa... Non capisco da quanti litri è. L'hai provata?

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    3. Sì, la posseggo da qualche mese ed è molto facile da usare: bisogna riempire l' apposito contenitore col filtro e aspettare qualche minuto prima che l' acqua passi dal filtro al serbatoio della caraffa. Quando l' operazione è completata si può versare.
      L' unico piccolo difetto è che la capienza non è un granchè (anche se non so esattamente quanti litri contiene). Tieni presente che è di forma ovoidale e le sue dimensioni sono: altezza circa 26 cm., diametro maggiore circa 16 cm., diametro minore circa 11 com.

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  5. Anche io in casa tengo molto alla qualità dell'acqua, avendo avuto in passato calcolosi renale. Da allora ho adottato il depuratore IWM per avere la certezza di bere un'acqua veramente pura ed equilibrata.

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  6. si ma ragazzi i costi di queste apparecchiature ...i costi...dovrebbero essere alla portata di tutti per la nostra salute e invece..... Nomi di caraffe giuste invece intanto?

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  7. Ho già suggerito a chi rivolgersi per informazioni in fondo all' articolo.
    Purtroppo non sono io che decido i prezzi, ma quello della caraffa mi sembra ragionevole.

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