martedì 19 luglio 2016

Novità sul dimagrimento: i cibi "sirt"

Quando ho letto il titolo di un nuovo libro uscito qualche mese fa, "Sirt, la dieta del gene magro", ho subito pensato si trattasse dell' ennesima dieta miracolistica destinata ad allungare la lista di quelle che a distanza si rivelano poi un flop, e stavo per cestinare la newsletter di presentazione. Ma poi, ripensandoci e avendo avuto l' occasione di visionarne una copia e di esaminarne il contenuto, mi sono reso conto di essermi clamorosamente sbagliato, avendo trovato in esso concetti per niente scontati che offrono spunti a dir poco interessanti, se non rivoluzionari.

Dell' epigenetica e di come possa cambiare ciò che fino a poco tempo fa sembrava essere un destino ineluttabile scritto nei nostri geni ho parlato più volte. Adesso però questo libro (assieme ad un altro del tutto simile, "La Dieta Smart Food", anch' esso di recente pubblicazione) ce ne fornisce un significativo esempio,   illustrandoci la dinamica sottostante ai problemi di salute oggi più comuni e più che mai al centro dell' attenzione pubblica e della ricerca scientifica. Mi riferisco dunque soprattutto al sovrappeso, essendo praticamente un comune denominatore in un quadro generale che vede spesso inclusi anche ipertensione, iperglicemia, diabete, infiammazione cronica latente ed altro, Alzheimer compreso.

Era già noto  da esperimenti di laboratorio su topi e successivamente su umani, che una riduzione dell' apporto calorico o il digiuno intermittente danno risultati positivi non solo sulla perdita di peso, ma anche sull' allungamento della vita e sulla riduzione di alcune malattie degenerative. Questi cambiamenti epigenetici infatti stimolano un gene che innesca  una serie  di reazioni metaboliche favorevoli, attivando a sua volta altri geni. Quando l' organismo è a corto di energia, infatti, va in riposo interrompendo i processi di crescita cellulare,  utilizza così le riserve energetiche bruciando i grassi in eccesso ed attiva le riparazioni cellulari necessarie.

Purtroppo però questo approccio semplicistico  dà i risultati desiderati... ma solo finchè dura, e non è privo di inconvenienti, come sa bene chi ha provato a mangiare meno senza preoccuparsi d' altro. Ci si sente infatti prima o poi a disagio, affamati, depressi, frustrati e indeboliti perchè oltre al grasso si riduce anche la massa muscolare, senza escludere la possibilità di andare incontro a qualche carenza nutrizionale. 

Evidentemente si tratta solo di uno stratagemma che rivela una intrinseca incongruenza : se si mangia "poco" significa che non è abbastanza e quindi l' organismo ne risentirà in qualche modo. Come ho detto altre volte, dimagrire non è  questione di quantità di calorie ingerite, bensì di qualità. E' infatti il tipo di alimenti scelti che determina il modo in cui l' organismo utilizzerà le loro calorie. Questo è il motivo per cui tutte le diete "dimagranti" falliscono prima o poi.

Anche l' esercizio fisico ha lo stesso effetto sui suddetti geni, ma anche questo ha i suoi limiti e i suoi rischi, com'è spiegato nel libro.

Per fortuna però con la nutrigenomica (la branca che studia come il cibo influenza il nostro patrimonio genetico) si è spalancato un nuovo scenario inatteso dalle enormi potenzialità da che si è scoperto che numerosi composti organici (polifenoli) contenuti in moltissimi alimenti, bevande e spezie esercitano lo stesso effetto sui geni preposti al raggiungimento del peso forma e a tutti quegli altri  obiettivi desiderabili in qualche modo correlati. Princìpi attivi come il resveratrolo, contenuto principalmente nella buccia dell' uva nera e nel vino rosso, le antocianine, la quercitina, la curcumina, la rutina, la capsaicina, la fisetina (solo per nominarne qualcuno delle tante centinaia esistenti) conosciuti fino a pochi anni fa solo per le loro benefiche proprietà antiossidanti, ma che le più recenti scoperte indicano come stimolatori delle sirtuine, speciali proteine (più genericamente definite "istoni", quelle deputate al controllo dell' espressione genica e perciò situate a stretto contatto col DNA) che attivano i geni cosiddetti "sirt" (un acronimo?), cioè proprio quelli di cui abbiamo appena parlato. E si ipotizza che sia proprio questa la via principale per cui questi nutrienti fanno tanto bene alla nostra salute.

Già, perchè, come dicevo, i vantaggi non riguardano solo il dimagrimento che, particolare non secondario, in questo caso non va ad intaccare la massa muscolare, anzi in molti casi   la si vede addirittura incrementare, ma tutti quelli derivanti da un metabolismo più efficiente, maggior benessere e resistenza alle malattie e ringiovanimento generale.

Gli autori del libro in questione, due medici nutrizionisti di vasta esperienza, sono convinti che includere nella propria dieta abbondanti quantità di alimenti contenenti le più elevate concentrazioni di questi nutrienti in un programma concepito in funzione della massima sinergìa d' azione (es. la quercitina potenzia l' assorbimento del resveratrolo quando i due nutrienti sono assunti assieme) possa dare risultati superiori alle più comuni aspettative, avendo solo cura che siano tutti rigorosamente di coltivazione biologica. Il bello è che sono quasi tutti alimenti comuni, non necessariamente esotici e di difficile reperimento, come olio d' oliva extravergine, cipolle rosse, capperi, prezzemolo, curcuma, cavolo riccio, noci, fragole, grano saraceno, sedano, radicchio rosso, soja, cacao, caffè, vino rosso, rucola, peperoncino, tè verde e tanti, tanti altri. 

Ma l' aspetto che trovo più originale e interessante in questo programma è che non si tratta di una dieta ben definita, essendo aperta praticamente ad ogni opzione. Gli autori infatti tengono a precisare che la loro è una dieta "inclusiva", e non esclusiva, convinti come sono che il principale motivo per cui la maggior parte della gente è restìa a seguire una qualsiasi dieta, o la interrompe presto, è dover eliminare drasticamente molti cibi a cui  è legata. E' una questione psicologica, per cui quanto più ci viene detto che qualcosa è "proibito", tanto più ci focalizziamo su di esso creando conflitti e tensioni che ci portano fatalmente all' insuccesso. In questo caso invece includere è più importante che escludere e si può mangiare praticamente di tutto a sazietà (solo il cibo-spazzatura è escluso)  perchè i vantaggi dei cibi sirt consumati in abbandanza sarebbero tali da minimizzare ogni eventuale svantaggio di una dieta non "perfetta", e il fatto che siano anche cibi che soddisfano il palato e saziano di più (per motivi che sarebbe lungo spiegare, ma che sono ben illustrati nel libro) stravolge il concetto stesso di dieta, che non è più qualcosa percepito come un sacrificio e che ci fa soffrire la fame.

Via libera dunque (con qualche perplessità da parte mia) a cioccolato, caffè e cibi animali di ogni genere. E a proposito di questi ultimi, secondo gli autori non solo non avrebbero gli effetti negativi ad essi attribuiti se inclusi nel contesto di una dieta basata su un' ampia varietà di cibi sirt, ma sarebbero addirittura raccomandabili in quanto rappresentano la migliore fonte di leucina, un aminoacido essenziale che assicura le condizioni ottimali per l' attivazione delle sirtuine (ottimo esempio di sinergia).

La cantante Adele, in forma e dimagrita di 30 kg. con la dieta sirt
La dieta tuttavia è compatibile con chi vuole rinunciare ai cibi animali, a condizione di fare regolarmente ricorso ad integratori, essendo certe importanti carenze più frequenti fra i vegetariani e ancor più fra i vegani, come ribadito dai nostri autori. 

Senza dilungarmi ulteriormente, mi sento di dire innanzitutto che il libro è onesto e del tutto condivisibile quando enfatizza il valore degli alimenti naturali e integrali e l' opportunità, se non  la necessità,  di preferire questi ai soliti integratori di cui sono pieni gli scaffali di farmacie ed erboristerie, essendo ben noto il vizietto dell' industria farmaceutica di estrarre un principio attivo da una pianta, ogni qual volta se ne scopre uno che dimostra proprietà benefiche, per isolarlo in una pillola, nella presunzione di poter far meglio (senza peraltro riuscirci) di madre natura.

Inoltre si evidenzia che i popoli più sani e longevi al mondo (ma stranamente non sono citati gli Hunza, come mai?) seguono da sempre diete non molto dissimili tra loro e accomunate da una notevole presenza di cibi sirt, menzionando la dieta mediterranea come miglior esempio di saggezza alimentare, che potrebbe tuttavia ulteriormente migliorare se appunto si enfatizzassero i cibi di cui sopra.

Mi fanno perciò un pò ridere certi guru che vorrebbero farci credere di  aver scoperto il Sacro Graal su come dovremmo nutrirci, come se l' umanità fosse nata ieri, o come se presunte nuove scoperte scientifiche rivoluzionarie potessero cancellare tutta l' esperienza e la saggezza accumulate in millenni dando vita a tradizioni tenute in vita ancora oggi.

Prendiamo ad esempio l' ayurveda, conosciuta come la medicina indiana, ma che in realtà è qualcosa di più: come dice lo stesso significato del termine sanscrito (ayurveda = scienza della vita), essa rappresenta la più antica arte della salute che prelude ad un percorso spirituale.

Ovviamente non si tratta di scienza secondo la definizione moderna (alle sue origini, migliaia di anni fa, di sicuro nessuno  poteva sapere cosa fossero le sirtuine, la nutrigenomica, gli omega 3 e gli antiossidanti) ma i princìpi e i concetti   empiricamente verificati e dimostrabili  su cui essa si articola le conferiscono dignità di scienza.

Essendo un sistema medico completo, ovviamente una buona parte è dedicata all' alimentazione.  Ebbene, sarà utile sapere che la dieta ayurvedica non è nè vegana, nè vegetariana, nè crudista, nè fruttariana e neppure assomiglia a qualcuna delle diete a basso contenuto di carboidrati, iperproteiche o a qualsiasi altra bizzarrìa moderna non appartenente ad alcuna tradizione. Anzi, per dirla tutta, non si tratta nemmeno di una vera e propria dieta com' è comunemente intesa, nel senso che non esiste uno schema predefinito, in quanto la scelta degli alimenti è imprescindibilmente legata alla costituzione e alla condizione individuale e l' ayurveda ci fornisce appunto i suoi criteri-guida.

Come si spiega tutto questo senza la conoscenza di biochimica e quant'altro?

Perciò, tornando alla nostra dieta sirt, non metto certo in discussione il valore della buona scienza e non dubito che una dieta di questo tipo se venisse adottata in massa sarebbe di enorme giovamento nella lotta al sovrappeso e alle principali malattie degenerative che oggi affliggono la società, allungando anche l' aspettativa di vita, ma quando si passa dal livello statistico a quello individuale la prospettiva cambia. I problemi di salute che possono capitare nel corso della vita di ognuno sono ben più numerosi della mezza dozzina di cui si parla ogni qual volta si vuole decantare la validità di una dieta, spesso presentata come toccasana universale. Non posso fare a meno così di far notare che anche la teoria a supporto della cosiddetta dieta sirt prende in considerazione solo l' aspetto biochimico del cibo e l' effetto di un qualsiasi alimento non può essere compreso totalmente in base ad alcuni suoi costituenti, per quanto importanti. Manca insomma la visione sintetica ed energetica, quella che ci fa capire come un cibo si relaziona con chi lo consuma e con l' ambiente in cui egli vive e che era invece a fondamento dell' antica sapienza.

Dunque ben vengano i cibi sirt, ma attenzione a non farsi facilmente abbagliare, perchè  spesso  le troppe nozioni scientifiche finiscono più per confonderci le idee che per  chiarirle.

Michele Nardella
 
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4 commenti:

  1. Argomento molto interessante. Utile, soprattutto, a chi affronta le diete con leggerezza, senza i supporti di medici esperti. Ho visto tante ragazze e amiche fare diete drastiche, fallire e cadere, poi, in depressioni. Grazie per la divulgazione delle notizie utili al benessere. Buona serata.

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  2. E' vero, troppe persone credono di poter fare da sole perchè pensano che la gestione del peso sia una questione banale, che riguarda solo l' estetica e non un problema medico. A peggiorare le cose c'è il fatto che anche la maggior parte dei professionisti è ancora non adeguatamente preparata su questo argomento. E' incredibile come certi concetti che a me sembrano chiari e convincenti, e per di più avallati da scienziati di indiscutibile prestigio, facciano tanta fatica ad affermarsi.
    Grazie come sempre per il tuo graditissimo intervento.

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