lunedì 14 novembre 2016

Gravidanza, allattamento, svezzamento e infanzia secondo la macrobiotica (prima parte)

Forse non esiste esempio migliore del periodo che va dal concepimento fino ai primi anni di vita per rendersi conto dei limiti dell' approccio riduzionistico della scienza nell' individuare le necessità nutrizionali a causa delle numerose e complesse interazioni che avvengono in questa particolare fase. Per questo voglio proporre un punto di vista diverso, e cioè quello olistico macrobiotico, dato che la volta scorsa avevo parlato della necessità di rivedere le idee  della scienza istituzionale a riguardo e delle proposte di alcuni studiosi sensibili alle nuove istanze che scaturiscono da una visione aggiornata e di più ampio respiro su ciò che concerne lo stretto rapporto tra nutrizione e salute.

Anche questa alternativa tuttavia, pur rappresentando un indubbio grande passo avanti, presenta a mio avviso qualche limite  nell' eccesso di nozionismo, nella dispersività e nella mancanza di semplicità e di sintesi che inevitabilmente finiscono con l' andare a scapito della chiarezza e soprattutto  della praticità.

Ve l' immaginate ad esempio una casalinga che, dovendo far da mangiare per tutta la famiglia, deve tener presente il contenuto di ogni vitamina, minerale ecc. in ciascun alimento che mette a tavola, nonchè il numero di calorie, e il relativo fabbisogno dei suoi destinatari?

Ovviamente sono tutti dati che possono interessare di più un ricercatore, un medico, da considerare comunque solo come valori indicativi in caso di dubbio o per avere conferme su eventuali sospette carenze.

Gli scienziati infatti sono da sempre ossessionati ad individuare  più dettagli possibili, dividendo in parti sempre più piccole ciò che si presenta come un intero (che in realtà è un tutt' uno indivisibile) nell' illusione di poter capire meglio i fenomeni studiati, ma, come ho più volte fatto notare, non è possibile raggiungere una piena comprensione d' insieme di un fenomeno  avvalendosi esclusivamente del metodo analitico, e ciò è tanto più vero quanto più complesso è il sistema in oggetto. Infatti ciò che tale metodo non può considerare, e che rende problematica l' interpretazione di un fenomeno, è l' interazione fra i vari elementi di uno stesso insieme, il quale a sua volta costituisce un elemento di un sistema più grande. Non senza motivo dunque sono state elaborate più di recente teorie come quella della complessità, o del caos, le quali prendono in considerazione i modelli organizzativi, cioè i rapporti fra le parti, piuttosto che i  singoli dati analitici frammentari. Si tratta in sostanza da parte della scienza di un paradossale ritorno alle origini, cioè a quei concetti olistici che hanno dato forma alle antiche medicine, le quali ovviamente non potevano avvalersi delle conoscenze scientifiche moderne, a conferma del fatto che una conoscenza completa implica saper coniugare razionalità e intuizione. 

Già, l' intuizione, quell' elemento imprescindibile ma scarsamente considerato nella nostra cultura iper-razionalista in quanto facilmente confuso con la fantasia, con l' interpretazione soggettiva della realtà. Ma se si sviluppa attraverso un' attenta osservazione di fenomeni apparentemente estranei fra loro, ma legati da un preciso rapporto analogico che si può riconoscere grazie alla comprensione di princìpi-guida, archetipi universali, l' intuizione può assurgere a pieno titolo a parte integrante del processo cognitivo.

Partendo dalla concezione olografica dell' universo, infatti, è interessante notare come la macrobiotica consideri la fase di vita intrauterina di 280 giorni, in cui il feto si sviluppa nel liquido amniotico, una replica su scala ridotta del periodo di evoluzione biologica durato 2,8 miliardi di anni che va dalle prime forme di vita unicellulari formatesi nell' ambiente marino fino alla comparsa delle terre emerse, evento che trova  a sua volta corrispondenza  con la venuta alla luce del neonato; il periodo compreso invece tra la nascita e l' acquisizione della stazione eretta da parte del bambino corrisponderebbe ai 400 milioni di anni di evoluzione della vita terrestre fino alla comparsa dell' uomo, l' unico animale  appunto ad avere  la suddetta prerogativa.

Considerato poi che alla comparsa di ogni specie vegetale (yin) è seguita quella di una specie animale corrispondente (yang), essendosi quest' ultima sviluppata su quella base vegetale, ed essendo la specie umana l' ultimo anello di quella catena evolutiva, si deduce che l' alimentazione umana dovrebbe comprendere principalmente il cibo che ne ha determinato la sua comparsa, ossia i cereali (e i semi in generale), oltre a tutte le specie vegetali che li hanno preceduti secondo un rapporto inverso all' ordine cronologico della loro comparsa, il che rispecchia nel complesso un criterio di complementarietà. Il cibo animale, proprio per la mancanza di questa complementarietà, è da considerare invece supplementare e da consumare in minima quantità, dando la preferenza alle specie evolutivamente più distanti (quelle marine), perchè a noi meno simili. Ecco perchè la nostra dieta è la più ampia di quella di qualsiasi altro animale. Questo taglia anche la testa al toro alla annosa questione su quale dovrebbe essere il cibo principale per noi, dato che i cereali  sono i vegetali filogeneticamente più recenti e corrispondono pertanto, come appena detto, alla comparsa dell' uomo, mentre la frutta, che corrisponde a uno stadio precedente relativo ai più antichi primati, è cibo per le scimmie (che infatti se ne nutrono in abbondanza) e non dovrebbe occupare uno spazio rilevante nella dieta umana. Come si vede, siamo ben oltre i concetti della scienza riduttiva che considera solo molecole e calorie per elaborare le sue teorie e pretendere con esse di avere la verità assoluta in tasca.

Dunque noi siamo il risultato di tutta l' evoluzione biologica avvenuta in almeno 3,2 miliardi di anni e il cibo consumato in questo periodo è più che un semplice catalizzatore di questa evoluzione.  Ecco perchè, tornando al nostro tema, è particolarmente importante l' alimentazione (e non solo) della donna durante la gestazione, come del resto conferma la tradizione orientale del Tai-Kyo, un sistema di precetti indirizzati alla donna in attesa finalizzati al pieno benessere futuro del nascituro. Tenendo presente che un giorno di gravidanza corrisponde a 10 milioni di anni di evoluzione biologica si può capire meglio l' importanza di tutti i fattori che intervengono in questo periodo. Per esempio, se la donna in attesa un giorno mangia male o, peggio, assume droghe o un farmaco come un tranquillante o un antidolorifico, è come se le specie corrispondenti all' analogo periodo del  più remoto passato biologico avessero assunto le stesse sostanze per parecchi milioni di anni.

Non si può fare a meno a questo punto di ricordare il famigerato Talidomide, il sedativo preso da donne in attesa anche come farmaco anti-nausea che tra la fine degli anni '50 e il 1961, quando fu ritirato dal mercato, provocò la nascita di migliaia di bambini con gravi malformazioni, senza considerare gli aborti. Si tratta senza dubbio del caso più grave ed eclatante che la storia ricordi, ma incidenti simili da allora ne sono accaduti e ne accadono ancora numerosi.

Ricordando che nel mio post precedente ho già parlato del potere del cibo consumato dalla gestante di superare la barriera placentare influenzando persino i gusti e le preferenze alimentari future del nascituro, che riconoscerà come familiare avendolo "assaggiato" già nella primissima fase della sua vita, vediamo ora un pò in che modo esso condiziona il suo sviluppo.

Grazie alla conoscenza di yin e yang è possibile intanto fare delle ragionevoli previsioni su quale sarà, con sufficiente approssimazione, la costituzione del neonato  in base alla sua data di nascita e alle abitudini alimentari della madre durante tutta la gestazione: se ad esempio il parto avviene in dicembre, il concepimento risale al marzo precedente, il che significa che la gravidanza si è svolta principalmente nel periodo più caldo dell' anno,  comprendendo per intero primavera ed estate, quando si consumano verosimilmente più alimenti e bevande yin (espansivi e rinfrescanti), come frutta, crudità, succhi, gelati e meno cibo animale (yang). In questo caso la costituzione del bambino sarà con ogni probabilità yin; se invece si nasce a giugno significa che la gravidanza ha attraversato il periodo più freddo, quando generalmente si consumano più cibi cotti e salati e cibo animale (yang), e quindi la costituzione sarà più yang. Ovviamente questi sono solo esempi, essendoci in realtà moltissime situazioni intermedie.

Piero Fassino: tipico esempio di costituzione yin

Donald Trump: tipico esempio di costituzione yang
Bisogna poi sapere che lo sviluppo dell' embrione prima e del feto poi procede per più fasi: nei primi tre mesi si verifica una crescita iperbolica sia in volume che in peso; nei secondi tre mesi essa rallenta per poi rallentare ulteriormente negli ultimi tre, quando si verifica soprattutto un affinamento generale e un coordinamento delle funzioni. Non è difficile ravvisare in tale andamento una fase yin iniziale (la crescita è un fenomeno yin perchè implica una espansione), una fase intermedia e una yang finale (coordinamento significa creare  contatti, unificare, sintetizzare e armonizzare strutture e funzioni diverse: tutte caratteristiche yang).

Tenendo presente tutto questo si può dedurre che un eccesso di yin assunto nella fase più yin potrà facilmente non essere tollerato, dando luogo così ad un aborto (che infatti si verifica più frequentemente proprio in questo periodo); allo stesso modo si potrà abortire negli ultimi tre mesi (fase yang) se la gestante è troppo yang, mentre se è troppo yin si avrà probabilmente un parto prematuro, perchè l' organismo non dispone di sufficiente forza contrattiva (yang) per portare a termine questa fase.

Anche molte altre anomalìe che si determinano durante la vita prenatale, e di cui la scienza ignora l' origine (o, come spesso succede, crede di averla individuata in un particolare assetto genetico), sono in realtà imputabili a squilibri di questo tipo. In questi casi infatti non si tratta di individuare una sostanza specifica in grado di provocare l' anomalìa, ma dell' effetto energetico complessivo di una serie di fattori intesi nel loro insieme (un intero è più che la semplice somma delle sue parti). Solo per fare qualche esempio si possono citare il labbro leporino, l' idrocefalo, la spina bifida, le dita palmate : tutte condizioni congenite che si instaurano, guarda caso, nelle prime settimane di gestazione perchè l' organismo non è in grado di esercitare una sufficiente contrazione necessaria al processo di sviluppo del feto e pertanto imputabili, indovinate un pò, ad eccesso di yin nella dieta o a una carenza di minerali (yang). Eccesso di yin può significare alimenti molto comuni come zucchero, dolciumi, gelati, la maggior parte degli yogurt commerciali, cibo spazzatura, sostanze chimiche, superalcolici (è statisticamente accertato che le alcoliste sono più a rischio di danni  fetali), frutta tropicale, bevande industriali, succhi di frutta, caffè, ma soprattutto farmaci e droghe. Quest' ultima categoria rappresenta infatti lo yin più estremo, molte volte più yin degli alimenti e bevande più yin.

Tornando al Talidomide quindi, voglio far notare che, nonostante si tratti di un farmaco yin tra i più potenti i cui effetti nefasti si possono verificare se viene assunto entro le prime otto settimane di gravidanza (che coincidono come  già detto alla fase più yin), non aveva destato alcun sospetto durante la sperimentazione in quanto era stato testato solo su topi, per giunta nessuno dei quali in gravidanza. Comunque questi animali, essendo molto più yang in confronto alla donna, sono meno esposti al rischio (la tossicità specie-specifica è il tallone d' Achille della scienza, che non ne può comprendere le ragioni).

Ma come deve regolarsi la donna durante la gestazione? Beh, la risposta è almeno in parte implicita in tutto quanto appena detto. Premesso che l' ideale sarebbe farsi seguire da un medico che conosce la macrobiotica (o da un esperto macrobiotico che conosce la medicina), io posso aggiungere che se in passato si è mangiato sempre in modo caotico e innaturale non è consigliabile cambiare dieta radicalmente proprio in questo periodo così delicato, perchè questo comporta importanti cambiamenti nell' organismo che potrebbero avere ripercussioni indesiderate sul nascituro. Meglio usare flessibilità e buonsenso cominciando col fare uso solo di alimenti rigorosamente biologici e con l' evitare le cose peggiori che la stessa medicina ufficiale ormai riconosce, fumo compreso,  rimandando il vero cambiamento a dopo il parto. Quanto alle cosiddette "voglie" tipiche delle donne incinte, dico sinteticamente (perchè il discorso ci porterebbe lontano) che esse hanno sempre un significato e andrebbero comunque soddisfatte, sia pure usando come sempre buonsenso e moderazione, e soprattutto cercando di equilibrare il più possibile gli sfizi che ci si concede, anche se questo presuppone una certa conoscenza della macrobiotica.

Il discorso riprenderà alla prossima puntata quando passerò a disquisire del periodo forse più difficile, quello post-natale, senza avere ovviamente la pretesa di dispensare consigli medici, ma solo informazioni e soprattutto input sui quali poter riflettere al fine di stimolare in chi è genitore una maggiore consapevolezza e senso di responsabilità nella cura dei propri bambini.

Michele Nardella 

Gravidanza e Macrobiotica Gravidanza e Macrobiotica
La nascita e la cura del neonato
Michio Kushi, Aveline Kushi

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4 commenti:

  1. Grazie. Molto interessante.
    ...Mammamia, diventerò come Piero Fassino? :) ...
    Aspetto la seconda parte. Buona serata.

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  2. Ah-ah-ah! Non credo, Giancarla, sei troppo bella per diventare una... Fassino in gonnella.
    Grazie ancora per il tuo interesse, ciao!

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  3. Complimenti Michele per il tuo articolo. Bravissimo come sempre. :)
    Dealma

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    1. Grazie Dealma,
      se a farmi i complimenti sei tu hanno un valore aggiunto.

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