mercoledì 16 maggio 2012

Latticini e cancro: ciò che nessuno vi dirà mai


Come annunciato nel precedente post, "Come l' industria casearia cerca di abbindolare i consumatori (la truffa dell' acido linoleico coniugato, presentato come anticancerogeno)", ecco una panoramica delle principali ricerche scientifiche che mettono in qualche modo in relazione il consumo abituale di latte e derivati con alcuni tumori, ma che rimangono accuratamente nascoste al grande pubblico:


- Un lungo studio durato 11 anni e che ha investigato le abitudini alimentari di più di 20000 uomini statunitensi ha confermato l' associazione tra latte e cancro alla prostata (pare sia l' eccesso di calcio il maggiore imputato).

Sembra che per questo tipo di tumore   un eccesso di calorie sia particolarmente favorevole alla sua insorgenza (ma questo vale in qualche misura per qualsiasi tipo), mentre grassi saturi e calcio in eccesso ne stimoli lo sviluppo e l' evoluzione verso forme più maligne.

- Sempre per quanto riguarda il tumore alla prostata, è stata confermata molte volte la sua associazione con livelli elevati di IGF (fattori di crescita insulino-simili).

Queste IGF sono sostanze simil-ormonali di cui il latte è particolarmente ricco, in quanto servono alla crescita del neonato cui questo alimento è naturalmente destinato.

Non è difficile capire che in un organismo adulto, che non ha più bisogno di crescere, tutte queste sostanze che hanno l' effetto di stimolare la divisione cellulare e lo sviluppo in generale possano avere un effetto controproducente, e quindi favorire qualsiasi tipo di tumore, dato che, com'è risaputo, questa patologia è per definizione una crescita incontrollata di cellule sdifferenziate.

Infatti valori elevati di IGF nel plasma ( che però possono essere dovuti anche ad una dieta ipercalorica, con zucchero e grassi, o semplicemente eccessiva come quantità) si sono rivelati un fattore di rischio anche per il tumore alla mammella (almeno in donne giovani), inoltre la relazione tra latticini e questo tipo di tumore è stata riscontrata più volte in studi condotti in tutto il mondo.

- Altri importanti tumori associati ai latticini sono quelli che colpiscono il sistema linfatico (linfosarcomi e linfomi di Hodgkin).

-  Anche l' eccesso di galattosio (contenuto praticamente solo nel latte) può essere all' origine del cancro alle ovaie, soprattutto per quelle donne che presentano una predisposizione genetica che impedisce loro di metabolizzare adeguatamente questo zucchero.

Lo dimostrano due studi fra i più vasti mai effettuati: lo Nurses' Health Study, condotto su più di 80000 donne, e lo Swedish Mammography Cohort, al quale hanno partecipato oltre 60000 donne.

E come non menzionare le ricerche di Colin Campbell, di cui il noto ricercatore parla con dovizia di particolari nel suo monumentale "The China Study", in merito al rapporto fra caseina (la principale proteina del latte) e il cancro, anche se le sue drastiche conclusioni non convincono tutti? 

C'è da precisare infatti che, come dice il prof. Franco Berrino, il  noto epidemiologo italiano studioso del cancro, la relazione tra latticini e questa specifica malattia, generalmente parlando, è in vari casi confusa e  contraddittoria, probabilmente perchè si tratta di una categoria molto eterogenea di alimenti per caratteristiche fisico-chimiche e qualità, e di questo forse non si è tenuto conto abbastanza nell' interpretare i vari risultati.


Non è proprio colazione senza latte

E a proposito del dr. Berrino, mi sembra il caso di ricordare il suo ormai ben noto "Progetto DIANA", una delle più lunghe ricerche mai effettuate sul rapporto tra dieta e tumore al seno, iniziato nel lontano 1996 e portato avanti con successo sino ad oggi.

Ma ora non starò certo a ripetere quanto già detto in un mio vecchio articolo, al quale rimando chi fosse interessato. Si tratta comunque di notizie di cui molti hanno già parlato in tante occasioni.

Voglio invece darvi una chicca, un particolare che fa parte del "dietro le quinte" del progetto, di cui quasi nessuno ha mai parlato, ma che è estremamente significativo e cruciale per capire il vero significato della prevenzione.

Essendo un epidemiologo, Berrino aveva già capito, ben prima che il progetto venisse varato, che le abitudini alimentari giocano un ruolo chiave nella dinamica del tumore al seno (quello più studiato), così pensò di provare ad elencare da una parte tutti i fattori che statisticamente avevano indicato aumentare il rischio, e dall' altra tutti quelli che lo riducevano, allo scopo di estrapolare una dieta ideale che in teoria avrebbe dovuto per questo risultare la più efficace a scopo preventivo.

Lo scienziato, che non era certo partito da una idea preconcetta, e non si prefiggeva di dimostrare alcunchè, scoprì così quasi per caso che la dieta che aveva formulato sulla base delle sue considerazioni ricavate, è bene precisarlo, su una mole gigantesca di dati epidemiologici provenienti da tutto il mondo, coincideva nella sostanza alle direttive standard della macrobiotica.

In base alle sue conoscenze, infatti, i maggiori fattori di rischio, che pertanto erano da minimizzare, si individuavano nei cibi animali, soprattutto carni e latticini, nello zucchero (e tutto ciò che lo contiene) e nei cereali raffinati.

Tutti alimenti, come si sa, sconsigliati dalla macrobiotica, mentre l' unico cibo animale che poteva essere incluso nella dieta era il pesce: proprio come consigliato dalla macrobiotica.

I fattori protettivi (in massima parte fitoestrogeni) risultavano invece presenti negli alimenti vegetali in genere, e in particolare nella famiglia delle crucifere (broccoli, cavoli di ogni genere, crescione ecc.) e nei cereali integrali, cioè gli alimenti, guarda caso, su cui si basa la macrobiotica.

Non solo, ma gli alimenti in cui questi fitoestrogeni sono maggiormente concentrati sono proprio quelli che la macrobiotica ha fatto conoscere al mondo occidentale: miso, salsa di soja, tofu, tempeh, latte di soja ed alghe marine.

Toh, ma che perfetta coincidenza!

Fu allora che Berrino cominciò a maturare un vivo interesse per questa dieta, che però è prima di tutto una filosofia, cosa che lo portò a contattare "La Finestra sul Cielo", noto centro culturale torinese, ma soprattutto una della principali aziende italiane nella produzione, importazione e distribuzione di alimenti macrobiotici certificati.

Tale contatto fu necessario per poter fornire l' assistenza tecnica necessaria ai corsi di cucina (tenuti dal cuoco Giovanni Allegro, esperto di cucina macrobiotica) che erano parte fondamentale del progetto.

Il resto è storia.



Alcune referenze:

  • "An ecologic study of dietary links to prostate cancer", Alt Ned Rev, 1999, 3, vol. 4
  • "Dairy products, calcium, and prostate cancer risk in the physicians' health study", Am J Clin Nutr, 2001, 74, p. 549-554
  • "Associations of energy, fat, calcium and vitamin D with prostate cancer risk", Cancer Epidemiology Biomarkers & Prevention, 2002, 11, p. 719-725
  • "Insulin-like growth factors  and prostate cancer: a population-based case-control study in China", Cancer Ep Biomarkers Prev, 2001, 10, p. 421-427
  • "Cohen P. serum insulin-like growth factor 1 levels and prostate cancer risk: interpreting the evidence", J Natl Cancer Inst, 1998, 90, p. 876-879
  • "Dairy products and breast cancer: the IGF-1, estrogen, and bGH hypothesis", Medical Hypothesis, 1997, 48, p. 453-461
  • "Milk consumption and cancer incidence: a norwegian prospective study", Br J Cancer, 1990, 61, p.454-459
  • "Diet and risk of non-Hodgkin lymphoma in older women", JAMA, may 1996, 17
  • "Galactose consumption and metabolism in relation to the risk of ovarian cancer", The Lancet, 1989, 2, p. 66-71
  • "Milk and lactose intakes and ovarian cancer risk in the swedish mammography cohort", Am J Clin Nutr, 2004, 80, p. 1353-1457. 

Michele Nardella

12 commenti:

  1. Buongiorno Michele,
    mi è piaciuto questo articolo, nonostante si tenti di parlare di qute tematiche, la pubblicità martellante impedisce ancora alle persone di pensare. Non è che si possa dire che questa è una opinione personale, perchè le prove scientifiche sono sotto gli occhi di tutti, basterebbe riuscire a "rompere il ghiaccio" e cominciare ad informarsi. In questo momento mi viene in mente Grillo che dice che la rete è il futuro e che in internet se si vuole si può trovare tutto. Speriamo che molti si colleghino al Tuo Blog e ad altri che come il Tuo denunciano queste ed altre tematiche così importanti per la vita e la salute delle persone.
    Grazie per l'illuminante articolo.
    Gianni Codardini

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Caro Gianni,
      la penso esattamente come te e come Grillo: sui canali tradizionali è praticamente impossibile trovare uno spazio, mentre sulla rete ci sono potenzialità in gran parte inesplorate. Sono convinto perciò che internet sia una fantastica invenzione, a patto di saperla sfruttare.
      Purtroppo quello di portare quanto più traffico possibile (e di qualità) al mio blog è ancora uno dei miei problemi, pur avendo fatto molti progressi rispetto ai tempi di "Miglioriamo.it", e sono consapevole che dovrò impegnarmi ancora molto in questo senso.
      Comunque non sono tutte rose e fiori, perchè vedo che anche su Facebook, pur pubblicando continuamente post e notizie rimarchevoli, noto poca partecipazione. Sicuramente ci sono persone che mi hanno dimostrato grande stima e mi seguono, ma sono una piccola minoranza.
      Grazie per le belle parole e saluti carissimi.

      Elimina
  2. Interessante il rapporto tra i livelli elevati di IGF e l'insorgenza del cancro.....in effetti questa relazione è una conseguenza logica, peccato che nessuno, me compresa, ci pensi.....credo che quindi queste tue puntuali esposizioni siano molto utili al fine di diffondere e far capire alla gente comune certe verità su argomenti scottanti e attuali. complimenti per quello che fai e per come lo fai! ciao
    rossana

    RispondiElimina
  3. Grazie Michele,
    anche questo articolo è davvero molto interessante.
    Mi piace leggere il tuo blog perchè oltre a trovare argomenti che possono risultare nella maggior parte dei casi, un tantino scomodi, sono espressi in maniera molto chiara, comprensibile a tutti, anche a chi non conosce queste tematiche... se solo si prendesse la briga di leggerle... e senza troppi giri di parole.
    Per quanto riguarda FB... è lo specchio del mondo. Ma non preoccuparti di questo...se un messaggio deve arrivare arriva, arriva comunque!
    Grazie ancora, Marju
    PS: a proposito di FB, continua a taggarmi nei i tuoi post, mi fa davvero piacere contribuire a diffondere l'argomento. :-)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie anche a te, Marju,
      sei sicuramente una delle non moltissime persone che apprezzano quello che faccio, senza delle quali avrei sicuramente già mollato.
      Non so come interpretare la scarsa partecipazione, sia in questo blog che in Facebook: forse le mie informazioni sono talmente disarmanti da lasciare interdetti...

      Elimina
  4. Buonasera Michele, ho letto con interesse il tuo post, perfettamente in linea con quello che sto portando avanti con la mia azienda. Mi presento: sono Nicla Signorelli, blogger di www.niclapress.com ed organizzatrice, assieme al mio staff, di BE4EAT, la conferenza che porterà per la prima volta in Italia T. Colin Campbell, autore di The China Study. E' un'emozione grandissima per me poter ricevere il prof. Campbell e dare la possibilità alle tantissime persone che lo seguono e che hanno abbracciato il suo messaggio, di assistere al seminario e portare a casa la "ricetta" perfetta della salute e della prevenzione.
    Con i miei collaboratori sto cercando di diffondere il più possibile la notizia dell'evento. Mi farebbe piacere se ne potessi parlare anche tu sul tuo blog.
    Spero, in ogni caso, di aver fatto cosa gradita a lasciarti questo messaggio. Se vuoi teniamoci in contatto! Mi farebbe piacere avere una tua mail privata per altre interessanti proposte che stiamo mettendo a punto nel contesto "campbelliano". Continuerò a seguirti.
    ciao
    Nicla

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Salve Nicla,
      sono molto lusingato per il tuo interesse nei contenuti del mio blog e hai fatto benissimo a contattarmi, perciò non posso che ringraziarti.
      Sapevo già di una prossima venuta in Italia di Campbell, perchè, come forse saprai, sono affiliato e socio della società Macro (Macrolibrarsi e Il Giardino dei Libri) che organizza quasi tutti questi eventi.
      Ne avevo sentito parlare anche da una certa Chiara che, da quello che mi ha fatto capire, presumo sia una tua conoscenza.
      Avevo già messo in conto di parlare di questo importante evento nel blog, non prima però di aver pubblicato la seconda parte dell' articolo "Riflessioni su The China Study".
      Sul fatto di tenerci in contatto e di organizzare altre cose insieme non posso che essere d' accordo, perchè in questo campo è necessario unire le forze.
      Grazie di tutto e a presto.

      Elimina
  5. A proposito de "La Finestra sul Cielo".
    Tempo fa acquistai una confezione di agar-agar de "La Finestra sul Cielo", con località di provenienza Giappone.
    Dopo il disastro nucleare di Fukushima, sono tornato ad osservare l'etichetta dello stesso prodotto.
    Ebbene: la località di provenienza era stata del tutto omessa!!!
    Le uniche etichette complete in tutto e per tutto sono quelle di "Un Punto Macrobiotico" non trovi?
    Francesco Mecozzi

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie per l' intervento.
      Non sono al corrente della cosa, posso solo dire che conosco la ditta in parola, rinomata come una delle più serie ed affidabili (dietro "La Finestra" c'è Carlo Guglielmo, personaggio assolutamente al di sopra di ogni sospetto anche sotto il profilo etico), perciò non saprei cosa dirti.
      Può darsi che l' abbiano fatto proprio per non generare sospetti (infondati)nei potenziali acquirenti. Devi sapere infatti che, oltre al fatto che una parte dei prodotti ancora in vendita erano in magazzino già prima dell' incidente, in seguito a questo sono state introdotte norme speciali per l' importazione di alimenti dal Giappone. Perciò in ogni caso io starei tranquillo.
      Quanto ai prodotti de "Un Punto Macrobiotico", non li uso per il semplice motivo che si trovano solo nei centri che portano quel marchio (anche se li ho visti in varie occasioni), ma non metto in dubbio la loro onestà ed affidabilità, nonchè la loro convenienza economica.

      Elimina
  6. Nel blog qui sotto si possono osservare le etichette di "Un Punto Macrobiotico": non manca assolutamente nulla su qualsiasi informazione possa essere utile a capire cosa ti metti in bocca. Di ogni singolo ingrediente conosci la provenienza!
    http://bressanini-lescienze.blogautore.espresso.repubblica.it/2012/12/24/etichette-dei-miei-sogni/
    Sulle etichette de "La Finestra Sul Cielo", invece, spesso la provenienza viene omessa. Sai perchè? Perchè non la conoscono neanche loro!
    Questo è un problema diffuso su tutti i prodotti "Biologici", ma "La Finestra" ne è la punta di diamante!
    L'altro problema è quello relativo ai controlli sul prodotto "Biologico" che sono esclusivamente effettuati sui registri del produttore, non sul prodotto!
    Invece la filiera de "Un Punto Macrobiotico" è costantemente monitorata sul prodotto e soprattutto sugli stock provenienti dall'estero.
    Insomma: quando le etichette non sono complete, a pensar male non si sbaglia mai!
    Francesco Mecozzi

    RispondiElimina
  7. China Study...smentito più e più volte a causa di errori grossolani...ad esempio:
    Cosa non dice Campbell:

    Un esperimento condotto nel 1989 gli rivelò che la proteina del grano mostrava effetti cancerogeni molto simili a quelli della caseina quando veniva integrata con della Lisina, il suo amminoacido limitante[5]. Questo suggerisce che una qualunque combinazione complementare di amminoacidi stimolerà il tumore a crescere e che questo concetto è applicabile alle proteine vegetali tanto quanto alla caseina, e a quelle animali in generale.

    In altre parole, la sola ragione per cui nei suoi esperimenti è sembrato che le proteine vegetali avessero un ruolo “protettivo” nei confronti dei tumori è dovuta alla deficienza di uno o più amminoacidi essenziali, situazione che difficilmente potrebbe verificarsi in un contesto reale, in cui viene assunto più di un tipo di alimento vegetale o non. Campbell stesso nota che una dieta vegana varia permette di assumere tutti gli amminoacidi essenziali di cui abbiamo bisogno, esponendoci così allo stesso fattore di rischio imputato esclusivamente alla caseina nello studio sopracitato [6].

    Inoltre, Campbell si rifiuta di riconoscere tutta la nutrita letteratura scientifica che, eseguendo esperimenti analoghi ai suoi, ha dimostrato che la proteina Whey, chiamata anche “proteina del siero del latte”, ha significativi poteri anti-tumorali [7][8][9][10][11].

    Questo unico esempio di proteina animale che frena la crescita dei tumori anziché stimolarla è sufficiente ad invalidare l’intera ipotesi di Campbell con la quale afferma che l’effetto della caseina sui topi possa essere generalizzato a tutte le proteine di origine animale.

    Campbell non fornisce nessuna prova riguardo alle sue assunzioni, ad esempio:

    Assumendo caseina, l’organismo umano subisce gli stessi effetti di quelli dei topi esposti ad aflatossina (la sostanza che ha usato per indurre i tumori);
    La caseina ha gli stessi effetti anche quando somministrata nella sua forma naturale, all’interno di cibi veri.ì;
    L’effetto della caseina è estendibile all’intero spettro di proteine animali.

    Questo rende la sua intera teoria una serie di speculazioni completamente priva di fondamento.

    Infine, pare che Campbell non si sia posto domande che dovrebbero sorgere spontanee di fronte a simili rivelazioni:

    A sostegno della sua tesi egli riporta il seguente dato: le nazioni in cui si fa più largo uso di latte hanno una più alta incidenza di tumori al seno. Possibile che Campbell non abbia notato come queste nazioni coincidono sospettosamente con quelle in cui c’è una più alta aspettativa di vita? Non si è chiesto se in l’incidenza di tumori è in qualche modo legata all’età? Non è forse possibile che nazioni come USA, Australia e Norvegia abbiano una sanità migliore di Zimbabwe, Algeria ed Ecuador e che questo giustifichi un maggior numero di diagnosi? Perché non mostra dati aggiuntivi a riguardo?
    Campbell è a conoscenza del fatto che il latte “umano” contiene alte concentrazioni di caseina? Le donne dovrebbero smettere di allattare i propri bambini per non esporli ad agenti cancerogeni? Possiamo ritenere possibile che la natura abbia fatto un errore del genere? Non è clamorosamente controintuitivo ritenere che un alimento largamente consumato da tutti i mammiferi in un’età in cui il sistema immunitario è fragile sia così dannoso per la salute?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Gentile Anonimo,
      grazie per il suo opportuno intervento. Sono perfettamente a conoscenza di tutto quello che ha detto e lo trovo sensato e condivisibile: le conclusioni che Campbell trae dallo Studio Cina sono state molto contestate, lo so, ed è proprio di questo che ho parlato (combinazione!) nel mio ultimo post appena pubblicato e che la invito a leggere.
      Ciò però non toglie che i latticini siano imputabili di gravi danni alla salute per altre ragioni che si basano su altre considerazioni e altri studi.

      Elimina