sabato 7 dicembre 2013

I pericoli di certe diete anti-colesterolo

La volta scorsa ("Prevenire e guarire le malattie cardiache senza farmaci è possibile") avevo parlato delle ultime scoperte da parte di scienziati all' avanguardia che dimostrano come regimi alimentari molto poveri di grassi e cibi animali, unitamente a opportuni stili di vita, possano rappresentare l' arma più efficace, non solo per la prevenzione dei più rappresentativi mali del nostro tempo (sovrappeso e problemi cardiovascolari in particolare), ma addirittura anche per far regredire nella maggior parte dei casi situazioni già gravemente compromesse, rendendo non più necessario, con pochissime eccezioni, l' uso dei farmaci tradizionali. Un concetto rivoluzionario per il pensiero accademico ancora oggi dominante.

Ritengo doveroso però informare che, non esistendo in pratica una dieta perfetta universalmente valida, i suddetti regimi  apparentemente miracolosi non possono essere considerati per tutti una panacea, nè tantomeno la formula per la salute eterna.

Le più recenti acquisizioni scientifiche  infatti non giustificano la guerra oltranzista ed indiscriminata  contro i famigerati grassi da tempo messa in atto (e tuttora in corso), soprattutto perchè basata su una teoria ormai datata che non fa distinzione fra grassi buoni e grassi cattivi.

Visto che siamo in tema di malattie cardiovascolari, come si spiega infatti che gli Esquimesi, pur adottando una dieta particolarmente ricca di grassi, in quanto a base di pesce, grasso di foca e altro cibo animale, sono molto meno soggetti di noi occidentali moderni a queste patologie?

E' stata questa osservazione a portare alla scoperta dell' importanza degli acidi grassi essenziali omega 3 (di cui è notoriamente ricca la fauna ittica dei mari freddi), in quanto   precursori, assieme agli omega 6,  di un' importante famiglia di sostanze simil-ormonali che controllano numerose funzioni vitali, come l' ipertensione, la coagulazione del sangue, la lipidemia e l' infiammazione, per citare le principali. Ebbene, sono gli omega 3 ad esercitare effetto inibitorio su tutte queste (in opposizione a quello degli omega 6), contrastando così l' insorgenza delle patologie in questione. Per inciso, c'è da ricordare inoltre che alcuni omega 3 (EPA e DHA) sono fondamentali per la salute del sistema nervoso e della retina, specie nel periodo embrionale.

Le diete moderne, a causa dell' eccessivo consumo di olii di semi industriali, margarine e cibi animali, hanno un equilibrio fortemente sbilanciato a favore degli omega 6, perciò in questi casi qualsiasi dieta molto povera di grassi può avere effetti immediati positivi. I grassi (o lipidi) però sono importanti anche per un' altra ragione: essi consentono l' assorbimento delle vitamine liposolubili (A, D, E e K), le quali, come si evince dalla loro denominazione, si trovano solo nei grassi.

Ho già parlato dell' importanza della vitamina D e di quanto la sua carenza sia diffusa in quest' articolo: "Vitamina D, le contraddizioni di chi dovrebbe tutelate la nostra salute" . 

E il  famigerato colesterolo così tanto temuto?

Anche questo è un mito che sopravvive per forza d' inerzia (ne ho parlato in "Il mito del colesterolo e come i medici si lasciano fregare da Big Pharma"), dato che è stato in gran parte demolito dagli studi più avanzati, tanto che la frase riportata nel famoso "The China Study" a pag. 132, "ogni cibo con un contenuto di colesterolo superiore a 0 mg. non è salutare", finisce col suscitare grande perplessità, se non ilarità.

E' stato un medico danese, dr. Uffe Ravnskov, il primo a confutare tutte le comuni credenze attorno allo spauracchio per eccellenza in campo medico con un libro "The Cholesterol Myths", uscito  in Svezia nel 1991 e accolto prima con scetticismo e disprezzo ancor prima che fosse tradotto in inglese (una copia di esso fu provocatoriamente bruciata durante una trasmissione televisiva finlandese nel 1992). Il libro però, seppur discutibile per certi versi, rappresenta una pietra miliare nella storia della medicina.

Ciò che ormai si sa per certo è che il colesterolo ha un ruolo subordinato nelle patologie cardiovascolari, mentre è lo stato infiammatorio della parete arteriosa a risultare determinante nell' ossidare il colesterolo LDL, fatto che innesca a sua volta una cascata di eventi che portano fatalmente alla lesione aterosclerotica. Questo significa che, anche se si ha un livello di colesterolo totale nella norma, si può ugualmente andare incontro a danni al cuore e alle arterie nel caso sussista la condizione infiammatoria, mentre  in sua assenza  non si correranno rischi, quale che sia il valore della colesterolemia.

D' altro canto, seppure livelli molto bassi di questo parametro possano ridurre  tali rischi, di sicuro se ne correrebbero altri, dato che il colesterolo è una sostanza fondamentale per tutte le cellule, per il sistema nervoso, per la sintesi di molti ormoni (quelli steroidei),  degli acidi biliari e della vitamina D. Una carenza di colesterolo può dunque portare a molti gravi disturbi, su cui per brevità voglio sorvolare.

E così, dopo i grassi, rimarrebbe da parlare della controversa  funzione dei cibi animali, ma  essendo la questione lunga e complessa, non mi sembra il caso di farlo qui. Mi riservo pertanto di ritornarci su eventualmente in un' altra occasione.

Ci sono tuttavia molti autorevoli nutrizionisti convinti che una dieta del tutto priva di qualsiasi cibo animale possa alla lunga rivelarsi molto pericolosa.

Ma allora come si spiegano gli spettacolari risultati di cui ho parlato nel post precedente, come quelli documentati con ogni particolare nel libro "Come prevenire e curare le malattie cardiache con l' alimentazione"?

Tenendo presente che la teoria della relatività non si applica solo all' astrofisica, è facile capire che individui già gravemente malati a causa delle pazzesche diete moderne con eccessi e squilibri di ogni genere (e fortemente connotate in senso animale) le ultime cose di cui possono aver bisogno sono appunto i grassi e i cibi animali. Perciò diete semplici a base di cibi naturali e vegetali non potranno che essere di giovamento anche se seguite per periodi relativamente lunghi.

Qui però bisogna fare un chiarimento, visto che si tende con grande facilità a fare confusione tra una dieta curativa per malattie gravi e quella che dovrebbe essere, diciamo, una di mantenimento. Una volta superata un' emergenza si instaura un nuovo equilibrio nell' organismo e di questo si deve tener conto se si vogliono evitare altri problemi futuri. Perciò non esiste una dieta ideale da seguire per tutta la vita, concetto che fa fatica ad insinuarsi nelle convinzioni di chi propugna una qualsiasi ideologia alimentare, ma che è spiegato molto bene da Francesca Forcella, grande esperta di medicine antiche, nel suo corso "Energy Training".

A  riprova di questo ci sono tanti  guru nel campo delle diete salutiste (o presunte tali) che, come testimonial delle loro idee sarebbero poco credibili, avendo ironicamente essi stessi sperimentato malattie anche gravi e magari morendo in età non proprio avanzata. Eccone alcuni esempi:

  • Michel Montignac, morto a 66 anni di cancro al pancreas, famoso per le diete degli   indici glicemici.
  • Robert Atkins, cardiologo ideatore della dieta omonima, una delle più popolari in assoluto per il dimagrimento e la prevenzione delle malattie cardiovascolari,   che prevede un ridottissimo apporto di carboidrati a favore di grassi e proteine, aveva avuto più di un attacco cardiaco prima di morire, obeso, a 72 anni per un incidente.
  • Linus Pauling, famosissimo scienziato due volte Premio Nobel e inventore della medicina e della dieta ortomolecolare, si era impegnato per una vita a dimostrare l' importanza fondamentale dei micronutrienti nell' alimentazione. Egli era anche fermamente convinto dell' utilità di mega-dosi di vitamina C nella cura del cancro, che egli stesso assumeva giornalmente assieme presumibilmente ad una dieta di vegetali crudi, ma un destino beffardo fece sì che morisse proprio di quella malattia.
  •  Paavo Airola, naturopata nutrizionista promotore del cosiddetto "juice fasting" (un semi-digiuno che ammette solo succhi) morto a 64 anni per un attacco cardiaco.
  • Ross Horne, naturopata fruttariano, dapprima seguace di Nathan Pritikin, morto di cancro alla prostata.
  • Nathan Pritikin, di cui ho parlato la volta scorsa a proposito del centro di benessere "Pritikin Longevity Center" da lui fondato, morto suicida a 69 anni nel 1984 perchè convinto di non avere più speranza nella sua lotta contro la leucemia, ormai inarrestabile, che conduceva da molti anni.
 Michele Nardella  

16 commenti:

  1. Sì, il problema è molto complesso. Ho letto nel libro da te consigliato di A. Colbin sulla dieta per prevenire l'osteoporosi, che la giusta quantità di grassi, naturalmente di buona qualità, è importante per mantenere ossa sane. Indubbiamente le esigenze di un individuo variano nel corso della sua vita e dunque, come giustamente hai detto, non esiste una dieta assoluta. La cosa difficile è capire quali sono! Grazie per aver affrontato il problema nel modo più completo possibile

    Raffaella

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    1. Grazie a te.
      Comunque, il fatto che non esista una dieta perfetta per tutti non deve indurci a pensare che qualsiasi regola in questo campo non ha senso, come si tende a dedurre da parte di chi spesso cerca in questo un alibi per giustificare le proprie abitudini e la sua riluttanza a cambiarle. Ci sono infatti criteri più o meno validi che vanno compresi a fondo e padroneggiati al fine di trovare il proprio equilibrio ottimale. Un concetto che dovrebbe esserti già familiare.

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  2. Caro Michele, è raro in campo salutistico leggere articoli che, invece di fare l'elenco scaramantico dei cibi che fanno bene e quelli che fanno male (a seconda dei vari miti e credenze), invitano a più ampie riflessioni. In quest'ottica, che condivido al 100%, consentimi di aggiungere, tra le variabili in gioco nelle affezioni cardiovascolari, anche l'aspetto emotivo che, sempre in dipendenza della storia e della maggiore o minore sensibilità individuale, può rivelarsi assieme allo stile di vita un fattore importante.

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    1. Grazie, Luigi, per il tuo contributo e per l' apprezzamento.
      E' raro anche trovare fra i miei lettori qualcuno che sappia cogliere lo spirito del mio blog, come stavo appunto commentando proprio oggi con un altro mio estimatore, che aveva fatto una considerazione analoga.

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  3. Piero Di Martino Come sempre, Michele, esaustivo e acuto. E proprio le tue intelligenti osservazioni mi confortano nelle convinzioni che solo la macrobiotica riesce a dare con una completezza di valutazione che nessun'altro tipo di alimentazione riesce a dare. Certo ci vuole studio, approfondimento, una buona guida, apertura mentale, errori ai quali porre rimedio per imparare veramente. Ma, credo, proprio questo ci unisce. Bravo

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    1. Grazie Piero. Riporto qui, a sostegno delle tue affermazioni, uno stralcio di un mio articolo recente, "Un' affermata nutrizionista ci dice tutta la verità sulla salute delle ossa", dove la famosa dottoressa Annemarie Colbin si pronuncia a favore della macrobiotica:

      Non a caso si legge infatti a pag. 130: "Fra tutte le filosofie alimentari che ho finora conosciuto, ritengo che la macrobiotica sia l' unica che proponga un metodo teorico sinceramente olistico. Teoricamente la dieta tiene conto di tutte le circostanze possibili della vita di un individuo: l' ambiente, i fattori ereditari, la condizione presente, la costituzione e anche gli obiettivi e l' attività lavorativa... "

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    2. interessante come sempre...:-))

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    3. Grazie. Purtroppo non sono molti ad accorgersene.

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  4. Certo, l'elencazione che chiude l'articolo ha risvolti indubbiamente tragicomici e che la dicono lunga sulla preparazione dei dietologi in circolazione. Se quelli erano luminari, immaginiamo chi può esserci in giro... Conosco persone a cui, ancora, per scongiurare l'osteoporosi, raccomadano i latticini!!!
    Un abbraccio.
    Francesco Mecozzi

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    1. Esatto. Ho voluto citare quei pochi esempi (ma non sono i soli) per mettere in evidenza ancora una volta (visto che è un concetto che non vuole entrare nella testa della gente) che tutto è relativo, che le diete sono relative e che quindi quello che può far bene ad uno può far male ad un altro.
      Perciò non può esistere un modello alimentare che vada bene per tutti. Più che concentrarci su questo o quel cibo è invece importante capire quali sono i migliori criteri per guidarci nella scelta.

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  5. ho letto recentemente the china study. Per mia esperienza riducendo le proteine animali il tasso di colesterolo mi è sceso, ma non è questa la causa di problemi cardiaci come dici tu, ma l'infiammazione delle arterie. Cosa provoca queste infiammazioni? Alcuni cardiologi sostengono che la causa sono gli zuccheri raffinati. Per me il libro chine study manca di parlare dei cibi crudi, soprattutto vegetali. In quanto con la cottura si perdono quasi tutte le vitamine e il cibi perde la sua vitalità Inoltre è interessante il fenomeno della leucocitosi, l'organismo entra in uno stato di allerta quando introduciamo cibo cotto, invece non c'è questa reazione con vegetali e frutta cruda all'inizio del pasto. Nella macrobiotica ci sono molti oli vegetali fritti e il suo fondatore oshawa (non so come si scrive) e morto di cancro!! Conosco bene la macrobiotica perchè l'ho seguita per tanto tempo, ma non si interessa dei cibi crudi . Gli esquimesi mangiano molto pesce crudo, ad esempio. Inoltre si deve condiderare l'alcalinità e l'acidità dei cibi.cioè quelli che provocano acidità nel sangue o alcalinità. Si sa che la malattia si forma in ambiente acido. Poi c'è il ruolo delle credenze e l'emotività e l'approccio sulla salute deve essere olistico, sono d'accordo.

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    1. Mamma mia quante osservazioni e domande!
      Intanto grazie per l' intervento, che è sempre cosa gradita.
      Alcune tue affermazioni meriterebbero una lunga trattazione, cosa che per ovvi motivi non è possibile in questa sede. Per esempio la questione dei cibi crudi. Ho scritto però degli articoli a riguardo che ti consiglio di leggere (li trovi spulciando nell' archivio o fra le etichette del mio blog posti sulla colonna destra, oppure digitando l' argomento nel rettangolino bianco posto in alto a sinistra subito al di sopra dell' intestazione). Diciamo che la faccenda non è così semplice come può sembrare a prima vista, perchè bisogna considerare altri aspetti, soprattutto energetici, del cibo e non si può generalizzare troppo.
      Mi fa piacere che tu mi abbia chiesto la cosa più ovvia a proposito della causa dell' infiammazione delle arterie (cosa che stranamente nessuno ha fatto). Ebbene, come giustamente dici tu, sono gli zuccheri, o più precisamente i picchi di glicemia dovuti al modo di mangiare moderno a base di cibi raffinati ed eccessi di ogni genere . Anche l' eccesso di acidi grassi omega 6 tipico anch' esso delle diete moderne sarebbe all' origine.
      Non è vero che nella macrobiotica si fa molto uso di oli fritti. Essa invece consiglia una varietà di stili di cottura che vanno adattati alla persona e di controllare la qualità dei grassi, che è fondamentale.
      Per quello che ne so, Ohsawa stava facendo esperimenti, come era stato sempre solito fare, per creare una nuova bevanda, e questo ha provocato la riattivazione di certi agenti patogeni che aveva contratto molti anni prima quando si era ammalato volontariamente di una grave infezione in Africa per poter dimostrare al dr. Schweitzer che con la sua dieta macrobiotica si poteva guarire anche quella, fatto che si verificò. Non sono sicuro però di cosa sia morto di preciso.

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  6. Di Ohsawa la testimonianza diretta della moglie e della principale allieva al momento, S. Yamamoto, che lo dissero personalmente a me nel 1978, conferma quanto dici tu, lui era un estremo "sperimentatore" di cibi e bevande, e morì di arresto cardiaco a 74 anni proprio durante un suo periodo di qualche tisana particolare in un momento di semi-digiuno, non ebbe mai il cancro! Sono infinite le voci fasulle che si accavallano nel tempo, occorre tenere la giusta informazione ben viva. E' però vero che altri macrobiotici di lunga data se ne sono andati con tumori, mentre molti malati ci si son guariti, con la macrobiotica.

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    2. Grazie Roberto per la tua precisazione.
      Ero già al corrente della notizia, anche se le circostanze non mi sono ancora del tutto chiare:
      a me risulta che Ohsawa stesse compiendo degli esperimenti per creare una nuova bevanda adatta ai macrobiotici e che a causa di questi si siano riattivati dei germi di una grave malattia infettiva che aveva contratto volontariamente quando era in Africa presso l' ospedale del dr. Schweitzer, per poter dimostrare a quest' ultimo di poter guarire con la sua dieta macrobiotica.
      Purtroppo anch'io conosco personalmente due consulenti macrobiotici (oltre Ferro, come sai anche tu) che sono morti di cancro: Paolo Bolognesi e Angelo Cerutti.
      Insomma quanto basta per rimettere tutto in discussione.

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