domenica 31 agosto 2014

Macrobiotica e cancro: numerose le testimonianze di guarigioni "miracolose" (prima parte)

Una puntata  del programma televisivo "Le Iene" risalente allo scorso aprile in cui si parlava di alcuni casi di malati di cancro miracolosamente guariti  grazie a diete a base di cibi naturali e vegetali mi ha suggerito di ritornare su questo argomento da me già affrontato  in passato, come molti di voi forse ricorderanno, e più attuale che mai (guardare nei seguenti post: "Contro ogni pronostico - come 6 casi di guarigione dal cancro hanno indotto a richiedere sovvenzioni governative per la ricerca", "I magnifici 6", "Una signora racconta la sua storia di guarigione dal cancro al seno grazie alla macrobiotica").

Certo, il fatto che di queste cose, fino a poco fa relegate nel ghetto delle storie aneddotiche, se non delle fandonie, si cominci a parlare sui  media di più ampia diffusione (anche la rivista "Oggi" aveva riportato la notizia in un articolo che comprendeva un' intervista addirittura a Colin Campbell) è già  quasi altrettanto eclatante delle stesse guarigioni in questione, anche se non è mancata la prevedibile ( fisiologica direi)... reazione di rigetto mediatica da parte di chi giudica coi paraocchi, vuoi per disinformazione, superficialità, pregiudizi, presunzione, ottusità, o semplicemente interessi da difendere (se ne può trovare un saggio qui  in un video, che raccomando caldamente di guardare per potersi rendere conto personalmente di fino a che punto possono arrivare la facciatosta, la presunzione o la malafede, fate voi... ). 

E' dunque opportuno dare manforte  a questi primi timidi tentativi di far avanzare la verità, per combattere un annoso tabù e dissipare la coltre di silenzio  istituzionale che grava sull' argomento.

Che la dieta svolga un ruolo importante nel prevenire i tumori e altre gravi malattie è ormai universalmente riconosciuto anche dalla medicina ufficiale, la cui velocità di aggiornamento, si sa, ricorda l' avvicendamento delle ere geologiche (essendo  poco propensa ad accettare idee rivoluzionarie che mettono in discussione convinzioni e pratiche consolidate), ma, come ho appena detto, l' idea che il cibo possa costituire di per sè l' unico (o comunque il fondamentale) strumento terapeutico anche in alcuni casi di malattia avanzata  considerati incurabili suscita ancora forti perplessità, se non scetticismo e resistenza, in quasi tutti i professionisti del settore e nella gente comune.

Eppure c'è una realtà accessibile a chiunque sappia dell' esistenza di quel favoloso strumento dell' era informatica chiamato internet che ce ne fornisce la conferma, ed è proprio di questo che voglio parlare.

Ho scoperto infatti proprio su YouTube, fra l' altro, (non proprio casualmente, visto che ricevo regolarmente le newsletter dal Kushi Institute che mi informa di tutte le novità concernenti la macrobiotica) una serie di video intitolata "Diet saved their lives" (la dieta salvò la loro vita) in cui i vari protagonisti raccontano la loro storia di guarigione e che comprende un nutrito gruppo di casi (quelli che ho trovato  superano di sicuro la decina, ma potrebbero essercene altri).

La serie è stata realizzata dalla sede centrale mondiale del  Kushi Institute, nel Massachusetts, che eroga corsi di studio di vari livelli per studenti di ogni parte degli USA e del mondo e altri servizi.
Un caso storico raccontato in un libro


Detto questo, ci tengo ad evidenziare un paio di cose, e cioè che l' eccezionalità di queste guarigioni risalta ancora di più se si considera che chi ricorre a cure alternative (viste quasi sempre come delle incognite) lo fa perchè non ha nulla da perdere, in quanto in gravi condizioni e senza speranze e perciò abbandonato dalla medicina ufficiale. In questi casi un successo terapeutico dà quindi l' esatta misura della superiorità di questi approcci rispetto a quello standard tradizionale; inoltre, diversamente da quello della macrobiotica proposto dal suddetto  Kushi Institute, nessun altro tipo di approccio alternativo è stato in grado di fornire una casistica sufficientemente corposa e qualificata da convincere un apposito comitato (il CAPCAM) a richiedere sussidi governativi per finanziare ulteriori ricerche in merito (ne ho parlato nel primo post su citato). Che poi ci sia stato ugualmente un nulla di fatto (per quel che ne so) è un altro discorso.

Faccio notare che già nel lontano 1977 il Kushi Institute aveva redatto un rapporto, reso noto a tutti i principali centri di ricerca sul cancro, che riportava 9 casi di guarigione ben documentati (di cui io posseggo una copia originale).

Ho scelto così, fra i  video della suddetta serie, di proporre  una storia davvero eclatante. La prossima volta ne riporterò un' altra altrettanto significativa che ha avuto per protagonista una signora poi diventata una famosa consulente naturopata, ma per il momento questo può bastare.

Tengo comunque a precisare che queste informazioni non pretendono di  sostituirsi al parere di un esperto.

(N.B. Ho preferito rinunciare alla sottotitolazione, optando per la semplice traduzione, perchè, data la lunghezza del testo, potrebbe risultare faticosa la lettura nel seguire la rapida successione delle frasi.)




Mi chiamo Lynn Maser e la mia storia risale a circa 12 anni fa. 12 anni fa mi sono ammalata. 
La situazione era normale, è iniziato tutto con un raffreddore: solo un raffreddore, non c’erano dei  sintomi  strani, né niente di strano, a parte il fatto che non prendo raffreddori  facilmente. 
Al  tempo avevo 29 anni; lavoravo per un’organizzazione internazionale; insegnavo aerobica a pieno impatto 3 volta la settimana., facevo yoga 1 volta alla settimana e camminavo 30 km la settimana. Ero proprio una fanatica dell’esercizio fisico e in forma e a quel tempo tutti pensavano che avessi una dieta molto sana. 
La mia dieta era questa: la colazione consisteva in un muffin di farina integrale, caffè decaffeinato e frutta. Per pranzo yogurt e formaggio, a volte qualche cracker e a cena spesso pasta, e forse pane e un po’ di verdura. 
Al tempo mi sembrava una dieta molto sana, però questo raffreddore che avevo risultava in un altro raffreddore, un altro e un altro ancora., strani tipi d’infezione, e dopo un mese così sono andata dal dottore e nel dubbio mi hanno dato antibiotici. 
E’ successo che nei 18 mesi successivi stavo sempre più male, nessuna diagnosi sicura e venivo spedita da uno specialista all’altro. Siccome lavoravo per una compagnia internazionale e viaggiavo molto in paesi del Terzo Mondo  e il mio sintomo principale era febbre, febbre di origine ignota, si pensava che avessi preso un’infezione rara o che avessi contratto la malaria. 
Nessuna di queste diagnosi risultò corretta e dopo 13 mesi alla fine ebbi la diagnosi giusta: il linfoma di Hodgkin, che mi fu diagnosticato allo stadio 4B, la peggiore condizione che si possa raggiungere. Significa che ormai era diffuso in tutto il corpo. Mi fu dato meno del 38% di possibilità di sopravvivenza. 
Durante i test con gli oncologi ho evidenziato intolleranza ad alcuni dei farmaci, quindi non erano nemmeno certi che sarei sopravvissuta alla chemio,  avrei potuto avere un rigetto e morire. Non si può dire che non vedessi  l’ora d’iniziare una terapia che si presentava come molto problematica, ma mi dissero anche che se non iniziavo la terapia immediatamente sarei morta nel giro  di una settimana. 
A quel punto, come ho detto, ero ammalata da 13 mesi, con febbre a 40 anche per 8 giorni di seguito, deliri. Stavo molto male. Facevo anche dei  sogni   che mi avevano  convinto che ero una persona veramente molto ammalata, così ho cominciato a cercare trattamenti alternativi. 
A quel tempo, 1989, non ho trovato nulla che sembrasse andare bene per me, che potevo gestire o capire, così ho iniziato la terapia convenzionale e ho avuto 8 cicli di MOPP e ABV. Oggi questo regime è stato notevolmente ridotto, ma al tempo erano 7 farmaci. 
Dal momento che avevo un fisico molto allenato, quando mi iniettarono il farmaco reagii molto bene. Calcolarono la quantità di farmaco che mi avrebbe ucciso e la ridussero un po’ e siccome la tolleravo molto bene, aumentarono la dose al 125% di quello che inizialmente si credeva avrebbe potuto uccidermi. 
Alla fine degli 8 cicli di chemioterapia non stavo affatto bene, ma si pensava che il cancro fosse in fase di remissione. C’erano però ancora molti dubbi su come proseguire il mio trattamento con radiazioni. Avevo finito il protocollo della chemioterapia. 
Quei farmaci tendono a sopprimere il sistema immunitario e anche alla fine del trattamento il sistema immunitario rimane soppresso e solo dopo molti anni si ha un graduale miglioramento. Il mio sistema immunitario si è vendicato: sono ingrassata 5 chili e diventata molto rigida, è successo che il mio corpo stava avendo una reazione a tutti i farmaci nel mio sistema e sostanzialmente avevo una malattia vascolare del collagene come risultato dell’assunzione dei  farmaci. 
I miei medici non avevano mai visto questa malattia, consultarono la letteratura e trovarono, allora, soli 2 altri casi riportati. I 2 casi erano uomini entrambi morti, dopo essere stati trattati con un farmaco sperimentale. Volevano dare anche a me questo farmaco sperimentale ma non pensavo che fosse una buona idea: non ero interessata a partecipare alla sperimentazione. Pensavo che era una cosa assurda: il mio corpo mi stava uccidendo a causa di tutti quei farmaci; mi dicevano che per la quantità che avevo assunto, quei farmaci sarebbero stati rintracciabili nel mio sangue per un anno. 
Ho deciso che quello di cui avevo bisogno era una riduzione dei farmaci e non potevo fare questa terapia sperimentale: dovevo invece eliminare i farmaci dal mio corpo il più rapidamente possibile. 
Così ho cominciato a fare ricerche e ho incontrato la macrobiotica. Ho iniziato con un omeopata e un naturopata, che mi ha messo a dieta integrale: aumento di verdura, riduzione della frutta ed eliminazione dei latticini. Ognuno di questi  terapeuti voleva che prendessi dei rimedi. Proprio non potevo prendere altre pastiglie. Non pensavo che fossero ciò di cui avevo bisogno: sentivo, intuitivamente, che avevo bisogno solo di cose naturali e anche se erano pillole naturali non mi sembrava giusto e dovevo continuare a trovare qualcosa. 
Ho trovato il libro di Michio Kushi, "The Cancer Prevention Diet" (La Dieta per la Prevenzione del Cancro) e ho capito che era quello che faceva per me. Ho letto la descrizione proprio della mia malattia , il morbo di Hodgkin , il tipo di dieta che la causa e tutto corrispondeva al mio caso e ho iniziato a seguire le soluzioni  proposte. 
Dopo soli 10 giorni di dieta macrobiotica la situazione del mio sangue aveva cominciato a prendere una direzione positiva. Sarei dovuta morire entro due mesi per quella rara malattia indotta dai farmaci  per cui non c’era  cura, invece nel giro di 30 giorni i sintomi  iniziarono a scomparire ed entro 60 giorni il livello del sangue si avvicinava a quello che possiamo definire normale. 
Nel giro di un anno sono ritornata ad alcune delle mie regolari attività e a viaggiare. E’ stata un guarigione quasi miracolosa e sono totalmente grata alla dieta macrobiotica.

Michele Nardella
 
La Dieta per la Prevenzione del Cancro

6 commenti:

  1. Estremamente interessante, divulgherò a parenti e amici!
    Grazie infinite, dott. Nardella
    Giancarla Nosari

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    1. Grazie, cara Giancarla, anche per il "dottore" (titolo che mi hai voluto generosamente attribuire).
      Sono sconcertato dall' assoluta mancanza di commenti (a parte il tuo) a questo post. Sembra che più l' argomento sia eclatante e scabroso, più la gente si sente spiazzata.
      Ma come si fa a far finta di niente di fronte a simili notizie? E dove altro si possono reperire? Non certo al telegiornale!

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    2. Caro Michele l'indifferenza verso un tema di così grande importanza non trova scusanti per nessuno. Non sai quanto lamento non aver conosciuto a suo tempo queste informazioni, mio marito se lo sono portati via in dieci mesi di chemio, in ultimo, anche sperimentali ma, intorno a me. il buio assoluto. Ciao, sono Daniela.

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    3. Grazie Daniela per il tuo intervento (ma Daniela chi? Ho più di 600 amici su Facebook e fra questi diverse Daniela).
      Sì, lo so, è un percorso lungo e difficile cambiare mentalità e atteggiamento della gente, medici compresi naturalmente. Per questo ognuno dovrebbe fare qualcosa nel suo piccolo e così io metto a disposizione di tutti le informazioni di cui sono a conoscenza.

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  2. più che altro si legge cosa mangiava prima di avere il linfoma ma non dice cosa mangiava dopo per guarire ... come mai???

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    1. Immagino abbia ritenuto superfluo specificarlo, dando per scontate quelle che sono le direttive standard della macrobiotica (che non si discosta molto dalla dieta mediterranea), e cioè seguire una dieta essenzialmente vegetale basata su cerali integrali (soprattutto in chicchi), 10% legumi e altre proteine vegetali, 20-30% verdure locali e di stagione e piccole quantità di alghe marine, frutta locale e stagionale e prodotti fermentati (crauti, miso ecc.).
      Può darsi anche che non abbia voluto entrare nei dettagli, visto che si possono eventualmente approfondire in altra sede, su quella che in fin dei conti è una dieta curativa e personale.
      Comunque se vuoi avere un' idea più precisa del modello standard macrobiotico puoi dare un' occhiata al mio articolo "La dieta per la prevenzione del cancro" http://nardellamichele.blogspot.it/2013/07/la-dieta-per-la-prevenzione-del-cancro.html
      dove c'è una illustazione del modello piramidale della macrobiotica.

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