lunedì 9 luglio 2012

Diabete mellito e contaminanti ambientali

Vi ricordate il DDT? Quello che chiunque abbia il peso di ormai tante primavere sulle spalle ricorderà come l' insetticida per eccellenza, il primo ad essere usato su scala mondiale fin dagli anni '40 del secolo scorso e messo al bando già dai primi anni '70 dagli USA e successivamente da molti altri Paesi.

Già, molti altri Paesi, ma, contrariamente a quanto probabilmente molti pensano, o potrebbero pensare, non tutti. Nonostante sulla sua pericolosità ci siano più certezze che dubbi, ci sono ancora oggi Paesi del Terzo Mondo, e non solo, che ne fanno  uso.

Questo è uno dei migliori esempi per capire  che, per l' uomo del 21° secolo, il mondo non è abbastanza grande, che siamo tutti sulla stessa barca e  tutti dipendiamo l' uno dall' altro.

E così, mentre noi ci affanniamo a protestare, a manifestare a favore di provvedimenti legislativi in materia di sicurezza alimentare e tutela ambientale, da qualche parte del mondo, grazie alla catena alimentare e al fatto che mari, atmosfera e fiumi non conoscono confini fra di loro (Chernobyl e Fukushima insegnano), ci arrivano per vie disparate sostanze indesiderate che magari da noi sono da tempo fuorilegge.

Basti pensare che tracce di DDT sono state rilevate persino nella fauna del Polo Nord per rendersi conto che l' inquinamento è ormai ubiquitario.

La sua pericolosità cominciò ad essere sospettata ed indagata a fondo negli anni '60, in seguito alla pubblicazione nel 1962 di "Silent Spring" (Primavera silenziosa) di Rachel Carson, una biologa e zoologa statunitense, nonchè autrice di libri, che per la prima volta affrontava il discorso ecologico, mettendo in guardia l' opinione pubblica sui pericoli dell' uso indiscriminato di certe sostanze artificiali, e illustrando come queste possono alterare il delicato equilibrio che esiste in natura, dove ogni organismo vivente dipende da altri organismi viventi, introducendo così nuovi concetti.

Il libro è considerato di importanza storica anche per l' eccezionale impatto mediatico che generò in tutto il mondo (sia per le polemiche scatenate, che per il plauso di scienziati e persone di buonsenso), e perchè diede origine al Movimento Ambientalista.

Da allora la lista delle prove, o dei sospetti, della  tossicità del diclorodifeniltricloroetano (questo il nome completo del DDT) si è soltanto allungata: dato che si concentra  nelle ghiandole endocrine, fegato, reni e sistema nervoso, tutti questi apparati possono esserne danneggiati in qualche modo. In particolare quello riproduttivo, dove può causare sterilità, come pure malformazioni nel feto.

Il DDT però è solo il più noto di una serie di composti organici definiti genericamente policlorurati, indicati anche con la sigla POP (Persistent Organic Pollutants), la cui pericolosità è dovuta al fatto che, essendo composti chimicamente stabili (come suggerisce la stessa denominazione), e quindi relativamente non biodegradabili, essi rimangono immutati nell' ambiente per lunghissimo tempo, e perciò tendono ad accumularsi.

I più diffusi sono i policlorobifenili (PCB), molti dei quali non troppo dissimili alla diossina, le cui proprietà di isolanti termici ed elettrici e di non infiammabilità, dovute appunto alla loro stabilità molecolare, ne hanno fatto, in un passato non troppo remoto, delle sostanze di largo utilizzo industriale e non (fluidi per circuiti idraulici, lubrificanti, vernici, pesticidi, adesivi, sigillanti, ritardanti di fiamma, carte copiative ecc.).

Da vari decenni il loro uso è  soggetto a forti limitazioni, ma, per il motivo appena detto, oramai il danno è fatto.

Recentemente tutte queste sostanze sono tornate drammaticamente alla ribalta in quanto alcuni studi le metterebbero in relazione persino col diabete mellito.

 Una delle caratteristiche comuni a tutti questi cosiddetti POP è la liposolubilità, che fa sì che si concentrino nei grassi, e quindi nel tessuto adiposo.

Ebbene, si è constatato in molti casi che c'è più che una semplice correlazione tra obesità, diabete e concentrazione di POP, ma un rapporto causale.

Prove in vitro ed in vivo hanno dimostrato che la presenza di POP inibisce il trasporto di glucosio, come pure il metabolismo dei grassi, e sappiamo benissimo quanto questi parametri siano importanti nel diabete.

Si potrebbe però pensare che i POP si accumulano nel tessuto adiposo proprio perchè nel diabete c'è difficoltà a smaltirlo, e che quindi questo sia l' effetto della malattia, e non la causa, ma le statistiche dicono che l' obesità non è correlata al diabete quando la concentrazione di POP è bassa, mentre  diventa  evidente quando questa è alta.

Infine anche metalli tossici come l' arsenico e il mercurio possono avere a che fare con questa patologia.

Il primo è responsabile di stress ossidativo (agisce come radicale libero), provocando deplezione di glutatione, un tripeptide antiossidante presente in una molecola chiave per la funzionalità dell' insulina, il cosiddetto "fattore di tolleranza al glucosio", e questo porterebbe a sviluppare resistenza insulinica.

Diversi studi hanno trovato una relazione tra contenuto in arsenico nelle acque potabili e la diffusione e mortalità di diabete.

Di quest' ultimo è stata riscontrata, fra l' altro, una maggiore diffusione tra i lavoratori delle fonderie di rame e quelli della fabbricazione di vetro, il cui unico fattore di rischio che hanno in comune è appunto l' esposizione all' arsenico.

Anche il mercurio determina stress ossidativo, ed è stato riscontrato che le cellule beta del pancreas, cui compete la sintesi di insulina, a contatto col metil-mercurio, il composto organico in cui si ritrova comunemente questo elemento, vanno in apoptosi (autodistruzione).

La prossima volta vedremo alcuni semplici accorgimenti alla portata di tutti che possono aiutarci a ridurre i rischi di pericolosi accumuli di tutte queste sostanze nel nostro organismo, attivando semplicemente le sue naturali modalità di disintossicazione.

Ma per sapere tutto, ma proprio tutto, sulle insidie che si nascondono nel cibo industriale e in tutto ciò che fa parte del nostro uso comune, che si tratti di contaminanti, sofisticazioni e ogni genere di inganno, raccomando la lettura de "L' Inganno del Cibo", l' ebook di Amos Boilini.

Ci tieni alla tua salute? Cibo industriale, tutti i segreti svelati  

Michele Nardella

4 commenti:

  1. Proprio ieri stavo cercando un articolo che parlasse di questo su google! non me lo sarei aspettato qui!!! Graxie!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

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  2. Se guardi nell' archivio, oppure nelle "etichette" (entrambi nella barra larerale destra), potrai scoprire quanti articoli sono disponibili sui più svariati argomenti (se non ricordo male, dovrebbero essere quasi una novantina).

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  3. Articolo davvero interessante, cerchero il libro di amos bollini. Anche macrolibrarsi aveva pubblicato un libro interessante un po di tempo fa, si chiamava la cucina del diavolo....appunto..

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    1. Grazie, comunque quello di Amos Boilini non è un libro, ma un e-book, come ho precisato, e lo puoi ordinare direttamente qui, cliccando sul link relativo o sul banner.
      Sì, ricordo anch'io un libro intitolato "La cucina del diavolo", perchè anni fa distribuivo i libri della "Macro", ma non c'è confronto con l' ebook in questione, che è molto più completo ed aggiornato.

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