sabato 17 dicembre 2011

Italiani sempre più sani?


In questi giorni è stato presentato al Ministero della Sanità l' ultimo  rapporto sullo stato di salute degli Italiani relativo al biennio 2009-2010 , e chiunque si fosse preso la briga di confrontare le versioni della notizia riportata  dalle  varie testate  giornalistiche e dalle tv avrebbe probabilmente notato differenze che io trovo, oltre che rimarchevoli, degne di qualche puntualizzazione.

Tanto per cominciare, neppure sulle cifre c'è totale accordo. Infatti, nel mettere tutti in bell' evidenza l' allungamento dell' aspettativa di vita verificatosi negli ultimi decenni, confermato negli ultimi rilevamenti, i dati riportati dalle varie fonti indicano nella maggior parte dei casi 78 0 79 anni per gli uomini e 84 per le donne, mentre qualcuno parla rispettivamente di 76 e 82 .


L' Italia sta diventando un paese sempre più vecchio
Ma la differenza più significativa l' ho riscontrata nel  modo in cui è stata riportata la notizia dalle tv di stato rispetto a come l' ha fatto la stampa.

Mentre i giornali (che sono letti da pochi) tendono ad attenersi ai fatti in modo più oggettivo, menzionando anche gli aspetti negativi che emergono dal rapporto (incremento di obesità anche fra i bambini, allergie, consumo di alcool e sostanze stupefacenti, e malattie cardiovascolari ancora al primo posto fra le cause di decesso ), la stessa notizia diramata dalle reti televisive (che sono più visibili, perchè entrano quasi automaticamente in tutte le case) viene comunicata in versione annacquata, anzi direi in tono quasi trionfalistico, enfatizzando la netta tendenza all' allungamento della vita, grazie al quale noi Italiani saremmo fra i più longevi in Europa.

Pura coincidenza? O qualcuno ha interesse a dare agli ascoltatori un' immagine più rassicurante della società?

E vi risparmio le banalità che mi è toccato sentire a proposito delle presunte (improbabili) cause di questa maggiore longevità.

Insomma, ad ascoltare le idiozie che si sentono in giro a proposito dello stato di salute sociale, è molto facile trarre dall' aumento dell' aspettativa di vita indebite conclusioni. Equivoco in cui purtroppo anche gli esperti, o almeno chi scrive sui giornali, spesso cadono.

Ma niente potrebbe essere più lontano dalla verità se si pensa che l' allungamento della vita media sia  conseguenza di un intrinseco miglioramento dello stato di salute sociale, e quindi la prova definitiva che si sta sempre meglio.


In realtà, come dicevo in un precedente articolo, quello relativo all' aspettativa di vita è soltanto un dato statistico, che in sè non dice nulla sulla qualità della vita, come fra poco vedremo, e l' allungamento della vita cui da tempo stiamo assistendo (e non solo in Italia) è dovuto sostanzialmente al fatto che nelle  società moderne ed evolute  è più difficile morire. E questo per più di una ragione.

Intanto c'è il crollo della mortalità infantile, strettamente legata alle condizioni igieniche ed economiche del Paese in questione. Il deciso miglioramento nella qualità della vita verificatosi negli ultimi decenni in quasi tutte le popolazioni civili ha dunque inciso in modo determinante sui dati statistici.

Il secondo motivo è che i progressi scientifici e tecnologici  di cui si avvalgono la medicina e i servizi sociali rendono più difficile che un' emergenza possa avere esito fatale. Inoltre bisogna considerare che anche se in questi ultimi decenni c'è stato un considerevole, progressivo aumento di malattie degenerative, in particolare di ammalati di cancro,  molti di questi, che una volta sarebbero stati abbandonati al loro destino, grazie ai sempre più sofisticati (ed invasivi) trattamenti sintomatici applicati in questi casi, possono invece continuare a vivere.

E considerato che un cancro per poter dar luogo ad una recidiva può impiegare anche molti anni, poco importa se nel frattempo possono subentrare  altri fattori che portano ugualmente il paziente a lasciare questo mondo, eventualità non proprio remota se il soggetto è piuttosto avanti con l' età. In questo caso, oltre ad aver contribuito ad allungare la durata media della vita, il nostro malcapitato sarà comunque annoverato nelle statistiche degli ex-malati di cancro "trattati con successo grazie ai progressi nelle terapie mediche".

Un "dettaglio",poi, che quasi nessuno ha citato, sempre a proposito dell' incremento dell' aspettativa di vita, è che, anche se noi Italiani risultiamo tra i più longevi d' Europa, il numero di anni vissuti con una disabilità, cioè con qualche infermità che limita le normali attività quotidiane, risulta superiore rispetto alla media europea, come pure il fatto che le donne, seppur più longeve degli uomini, devono convivere  con qualche disabilità per un maggior numero di anni.

Insomma il progresso scientifico ci fa tutto sommato vivere di più, ma è incapace di risolvere quei problemi che, senza il suo intervento, ci porterebbero a una morte prematura.

Del resto, che la qualità della vita in termini di salute sia vistosamente peggiorata, a dispetto dell' allungamento della speranza di vita, lo testimonia l' incredibile incremento nel consumo di farmaci: pensate che quest' anno registra un ulteriore incremento, seppur lieve, rispetto ai già vertiginosi dati dell' anno scorso.

Particolarmente allarmante è il dato relativo agli antidepressivi (il che  la dice lunga sulle ragioni a monte), il cui consumo è addirittura raddoppiato negli ultimi dieci anni (!!!).

Ma allora, se la popolazione sta sempre meglio, come qualcuno vorrebbe forse farci credere, perchè si consumano così tanti medicinali?

Adesso mi chiedo, aprendo una parentesi, date queste premesse, e il particolare momento rappresentato dalla grave congiuntura economica che stiamo attraversando, non sarebbe dunque un' ottima idea cominciare seriamente ad intraprendere stili di vita più salutari, che avrebbero come valore aggiunto un sensibile risparmio sulle spese farmaceutiche?

Comunque la cosa che trovo più sconcertante è che in questa fotografia della situazione sanitaria nazionale nessuno abbia fatto menzione al profondo malessere morale che aleggia nella nostra attuale società, limitandosi tutti a stilare una sorta di referto medico. Alludo alla dilagante violenza che si esprime in tutte le sue forme, sia in ambito domestico che pubblico e ai disturbi comportamentali, ormai diventati la regola, a quanto pare.

Questo perchè nell' angusta visione della realtà, che sembra essere il carattere culturale dominante in questo periodo storico, difficilmente si guarda a certi gravi fatti come ad un sintomo eloquente e inequivocabile di cattiva salute.

Fino a pochi anni fa non si era mai sentito di madri che ammazzassero i propri figli (nè lo si sarebbe potuto anche solo immaginare), di pazzi che all' improvviso e senza apparente motivo si mettessero a compiere stragi in luoghi pubblici, di gravissimi incidenti stradali, tanto numerosi da sembrare un bollettino di guerra, che puntualmente funestano ogni fine-settimana, di bullismo anche tra giovanissimi (e persino tra ragazze), perversioni sessuali di ogni tipo, delinquenza, terrorismo, xenofobia e razzismo.

E naturalmente in questo triste elenco di mostruosità di ordinaria cronaca, a farla da padrona è la dilagante diffusione di alcool e droghe, che, come se il danno a chi li consuma non bastasse, comporta anche seri rischi per l' incolumità pubblica, visto l' incredibile numero di sciagurati incoscienti che si mettono alla guida in stato di alterazione psico-fisica dovuto appunto a queste sostanze, con tutte le conseguenze che la cronaca ci ha, ahinoi, abituato a sentire.

A questo punto qualcuno potrebbe chiedermi che cosa c' entrano gli incidenti e l' uso di sostanze alcoliche e stupefacenti con lo stato di salute.

C' entrano, c' entrano eccome...

Per quanto riguarda gli incidenti dovrebbe essere abbastanza chiaro. Nulla avviene per caso: quando le condizioni dell' organismo non sono buone, l' efficienza generale ne risente, la recettività alle informazioni provenienti dall' esterno, il livello di attenzione, i riflessi e le capacità di coordinamento dei movimenti si riducono, e così le probabilità di incorrere in incidenti di ogni tipo aumentano in proporzione.

Ma un cattivo stato di salute si accompagna sovente anche a depressione, o comunque a un sottile malessere di cui spesso neanche il soggetto è consapevole, ma che a livello inconscio porta alla ricerca di qualche forma di gratificazione, di compensazione allo stato di disagio.

E' scientificamente risaputo che molti stati mentali negativi hanno alla base una condizione di ipoglicemia, una sindrome tanto subdola quanto diffusa (diretta conseguenza delle scorrette abitudini alimentari).

In queste condizioni è quasi inevitabile ricorrere al classico goccetto "per tirarsi sù", al cioccolatino, al pasticcino (lo zucchero eleva immediatamente la glicemia, ma peggiora di molto i problemi a lungo termine) e, perchè no, alla droga. Un rituale che porta immancabilmente alla dipendenza.

E così, nell' incoscienza generale, quasi nessuno si chiede veramente che cosa stia succedendo e perchè. E dove stiamo andando.

Ma che importa? Intanto ci possiamo consolare col fatto che da questa inchiesta è emerso che un sorprendente 70% di anziani dichiara di stare bene (già... a parte soltanto artrite, artrosi e altri doloretti, arteriosclerosi, ipertensione, sovrappeso, depressione, facoltà mentali vacillanti, Alzheimer e qualche altra sciocchezzuola... )

Michele Nardella

Macrolibrarsi.it presenta il libro: The China Study

7 commenti:

  1. Ottimo post.
    E' incredibile che un blog così abbia così pochi visitatori e commenti.
    Penso che la maggior parte delle persona abbia più propensione alla rassegnazione alla malattia che non a cambiare stile di vita. Perchè di questo si tratta, no?
    Hai voglia a sottolineare le nefandezze che si commettono a tavola, a prodigarsi con consigli argomentati.
    Mele ai porci.
    Ho l'ipertensione? C'è la medicina.
    Ho il colesterolo? C'è quest'altra medicina.
    Rischio il cancro? Che c'entra l'alimentazione?
    Tu consigli e loro sono increduli e non cambiano le abitudini... E' Incredibile!
    Francesco

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  2. Concordo perfettamente.
    Devi sapere (se già non lo sai) che il mio precedente blog ("Un altro punto di vista", il cui contenuto ho riversato sul qui presente)riceveva ancora meno commenti. E questo nonostante i miei accorati appelli e la scalata ai primi posti nella classifica dei blog più visitati della comunità Miglioriamo.it che li ospita.
    Credo che la gente sia imbarazzata e intimidita da notizie troppo distanti dalla mentalità comune e che sfidano le idee consolidate e rassicuranti, perchè provenienti da "insospettabili" istituzioni.
    Certo non è affatto facile trovare in altri blog gli argomenti trattati nel modo in cui faccio e le informazioni che dò.

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  3. Ciao Michele, ottimo come sempre!

    Le persone sono alla continua caccia di ciò che è semplice, di ciò che è già pronto, oppure della curiosità dell'ultima ora... In pochi si interessano di qualcosa di un poco più complesso, in pochi hanno voglia di pensare e iniziare seriamente a dare una svolta alla loro vita..

    Più fai articoli in cui riveli una piccola curiosità e più hai visitatori, se invece fai articoli importanti, che richiedono l'utilizzo del cervello da parte di chi legge e che in fono richiedono a chi legge di agire in prima persona, allora il pubblico cala drasticamente!

    C'è di che pensare...

    In ogni caso non ti fermare, continua così ;-)

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    1. Grazie Amos, l' avevo già capito.
      L' importante comunque è non scrivere articoli banali.
      Perchè se non ci fossero persone, come te, che apprezzano ciò che scrivo, avrei già smesso.

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  4. caro michele, continua così perchè anche se i commenti sono pochi, sono pur sempre più numerosi rispetto ai tuoi primi blog (che comunque erano stupendi!). I tuoi articoli non sono mai banali, colpiscono sempre nel segno, ed è per questo che la gente si spaventa e preferisce ignorarli, anche se in cuor loro sanno che le cose che scrivi sono sacrosante! ma piuttosto che cambiare abitudini radicate si preferisce foderarsi gli occhi di prosciutto (in tutti i sensi ...). però qualcosa cambierà, c'è più interesse in giro quindi continua a regalarci articoli come questi ! ciao rossana

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  5. ancora una volta i media amano dire che siamo tutti felici, che facciamo sesso estremo fino a novant'anni e in piedi contro il muro del giardino, che vecchiaia e felicità sono sinonimi.... peccato che solo a guardare la SALUTE degli anziani (e generalizziamo pure perchè tanto hai già fatto una analisi talmente precisa che nulla davvero si può aggiungere!!!), i soldi della loro PENSIONE (contributi pagati tutta una vita e ora ti danno l'equivalente di una elemosina), lo stato di SOLITUDINE (perchè i figli non hanno più tempo, i nipoti li considerano roba del passato e al limite sperano rporpio che la loro vita NON SI ALLUNGHI, semmai il contrario, per ereditare qualcosa....) e la dipendenza farmacologica, la vita in città dove non possono più esprimersi nè stare più su panchine nei giardinetti perchè oggi affollate da extracomunitari senza casa che non puoi neppure avvicinarti e ti saltano addosso per chiederti ogni possibile elemosina...nell0ipotesi migliore!..... insomma: siamo sicuri che valga la pena allungare tutta sta vita?????
    a queste condizioni io direi di no!
    e non per il detto meglio il solito giorno da leoni... ma perchè questa non è più VITA ma una AGONIA.
    e allora grazie che senso ha??? ma i centri anziani e non parliamo degli ospizi, hanno tutto l'itneresse a tirarti "in lungo" perchè fonte di denaro... la farmaceutica fonda il suo vero buisiness proprio sugli anziani perchè quasi sempre farmacodipendenti.... e potremmo andare avanti a lungo...
    in altri paesi d'europa gli anziani forse vivranno meno a lungo, ma più spesso in famiglia con figli e nipoti, trascorrendo assieme il loro tempo, e guarda caso non soffrono di depressione.... forse non vivono in eterno... bhè... meglio una vita così piuttosto che arrivare a 100'anni ridotto come una ameba, totalmente dipendente da altri e imbottito di medicine!!! ciao Michele! sempre molto accurato il tuo blog! un saluto!

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    1. Grazie (non so come chiamarti),
      hai pienamente ribadito, con qualche osservazione più in dettaglio, ciò che intendevo io nell' articolo.
      Saluti, a presto.

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