lunedì 17 ottobre 2011

Macrobiotica: ce ne parla nientemeno che il noto oncologo prof. Franco Berrino

 



presw Marzo 20th, 2011


Quello che vi propongo in questo post è un Berrino inedito, un Berrino “eretico”, che per una volta non ci parla di antiossidanti, di ormoni o di statistiche relative all’incidenza di questo o quel tipo di tumore, ma che decide di parlarci a ruota libera di un argomento, la macrobiotica, che non ha di certo mai varcato le porte dell’ufficialità.

Per chi ancora non lo conoscesse, il dr. Berrino (che dirige il reparto di Epidemiologia all' Istituto Tumori di Milano) è uno dei pochi scienziati al mondo ad aver imboccato una strada insolita nel campo della ricerca scientifica, dove vigono da sempre regole consolidate e molto difficilmente scavalcabili.

Sono regole dettate dal sistema concettuale cui aderiscono gli accademici, che stabiliscono a priori la strada da intraprendere, cioè che cosa vale la pena sperimentare, verificare e approfondire e cosa no.

In base a queste regole, agli interessi economici in gioco legati ad una possibile scoperta e al tempo necessario a portare a termine un progetto , si decide quindi dove investire i fondi per la ricerca.

Fino a due o tre decenni fa non era quasi neppure ipotizzabile nell’ambiente accademico una connessione tra ciò che mettiamo a tavola tutti i giorni  e il cancro: ecco dunque spiegato il principale motivo del ritardo nello studiare questo aspetto della malattia (che dal nostro punto di vista è il più interessante, soprattutto per le implicazioni sui nostri stili di vita, ma che allo stesso tempo risulta essere, per la maggioranza delle persone, il più incompreso e trascurato).

Ma come si spiega questo interesse di Berrino (e del suo team) per la macrobiotica? Semplice: per la quasi perfetta sovrapponibilità delle indicazioni che emergono dagli studi effettuati nel corso dello svolgimento dell’ormai pluriennale Progetto DIANA (e da altre ricerche analoghe condotte in varie parti del mondo) a quelle della dieta macrobiotica standard.

L’oncologo italiano non era certo prevenuto quando decise di intraprendere la strada che ormai sappiamo. Solo in un secondo momento scoprì casualmente che le informazioni che aveva ricavato da tutta la mole di ricerche erano sostanzialmente in linea con le direttive standard della macrobiotica. Di qui il suo progressivo interesse per questa filosofìa, sfociato in quella simpatia ormai non più nascosta nelle sue conferenze e interviste.

A questo proposito vorrei però aprire una parentesi piuttosto polemica con quanti ironizzano su questa presa di posizione del nostro scienziato, giudicata da alcuni una specie di atto di fede, a quanto pare, quasi si trattasse di conversione a una nuova religione, senza preoccuparsi di sapere di che cosa stiano parlando. “Un vero scienziato- essi sostengono - deve essere oggettivo e attenersi solo ai dati accettati dalla comunità scientifica, mettendo da parte opinioni e scelte personali”.

Ho già espresso in altre occasioni (vedi i post della serie “Energy Training” e quelli sulla macrobiotica, per menzionare i principali) cosa penso  della scienza, mettendone in evidenza i limiti, e perciò non mi ripeterò.

Quel che è peggio, però, e che trovo insopportabile, è l’ arroganza che si esprime in quel tipico atteggiamento prevenuto e dogmatico degli scienziati, come pure della gente comune ( vedi post “La nuova religione“, 13-12-2010), tutti convinti a priori che la scienza abbia valore assoluto, che sia l’unica strada che ci conduce alla conoscenza, e che di conseguenza tutto ciò che si pone al di fuori del suo paradigma sia da relegare automaticamente nel novero delle leggende e della spazzatura pseudo-scientifica.

Io invece trovo lodevole l’iniziativa da parte di Berrino di aver avuto il coraggio di affrontare un argomento insolito per uno scienziato e aver provato a sdoganare un annoso tabù come la macrobiotica. Mi sembra oltretutto la scelta matura  di un uomo che va oltre gli angusti limiti di una scienza arida, una scienza astratta e senz’anima che per troppo tempo si è preoccupata solo di guardare sempre più nel piccolo, perdendo così la visione d’ insieme, ossessionata ad analizzare, misurare, quantificare e a tenere tutto sotto controllo con espedienti chimico-fisici artificiali.

E’ la scelta di chi, prima di essere uno scienziato, si rende conto di essere un uomo, e che quindi vuole trovare un significato in ciò che ha scoperto, e soprattutto vuole dare a tutto questo una valenza etica, considerandolo per quello che è, e cioè qualcosa di utile da mettere a disposizione di chiunque voglia beneficiarsene. Insomma, quello che voglio dire è che le scoperte scientifiche devono infine servire a dare delle indicazioni semplici, chiare e pratiche alla gente comune, perciò occorrono una visione organica e una capacità di sintesi, che è proprio ciò che manca agli accademici.

Ma tornando al nostro discorso, non posso fare a meno di portare ad esempio di quanto appena detto il caso di un naturopata, titolare del blog "Alimentazione naturale", di cui mi sono già occupato in alcuni miei precedenti articoli ("Macrobiotica? Sempre nel mirino delle critiche", suddiviso in tre parti), perchè capita proprio a fagiolo.

Costui, non soddisfatto di aver snocciolato un intero campionario di sciocchezze in un articolo intitolato "Macrobiotica: il bello e il brutto", parlando di un argomento sul quale dimostra di non avere la necessaria competenza, persevera nella sua miopìa e nella sua presunzione, arrivando ad affermare che l’ accostamento della dieta di cui Berrino parla con la macrobiotica è un grossolano equivoco, che il suo è un abbaglio dovuto alla sua infatuazione per quella dottrina.

Insomma la dieta che si evince dagli studi scientifici più recenti e di cui tanto si parla sarebbe semplicemente una dieta "naturale", quella “da sempre” nota a tutti i naturisti, sfrondata di tutte le “aberrazioni” della macrobiotica, e perciò non necessariamente identificabile con quest’ultima.

Premesso che Berrino non è uno sprovveduto qualsiasi, e che se è giunto a certe conclusioni avrà i suoi buoni motivi, ritengo quasi superfluo far notare che “alimentazione naturale” non significa assolutamente nulla, essendo una denominazione troppo vaga.

Tanto più che ormai, sull’onda del ritorno alla natura, alle cose genuine di una volta, al biologico e bla-bla… praticamente chiunque oggi proponga una dieta o dei prodotti alimentari tende ad abusare di quella definizione.

Perfino i prodotti dolciari del “Mulino Bianco” vengono promossi con lo slogan “Mangia sano, torna alla natura“. Ma se quella roba ha qualcosa a che vedere con la naturalità io sono Napoleone…

Che può esserci di naturale in prodotti chiaramente industriali, con ingredienti non biologici e a base di farina bianca e zucchero?

Eh già, i misteri della vita non finiscono mai…

Comunque rimane il fatto che alla base della cosiddetta alimentazione naturale non c’è una teorìa, un principio, una precisa formulazione di ciò che si propone, ma solo una vaga ideologìa.

Quali sono le varie categorìe di alimenti che dovrebbero figurare, e in che proporzioni?

E come questi vanno cucinati?

A me non risulta vi siano direttive chiare e precise. E infatti fra i seguaci dell’ alimentazione naturale vengono inclusi  fruttariani, crudisti, vegetariani, vegani, gli uni con idee anche molto diverse rispetto a quelle degli altri. Un grande bazar e tanta confusione.

E che dire della meno nota dieta ayurvedica e di quella basata sui princìpi antroposofici di Rudolf Steiner? Anche queste si proclamano diete salutiste in quanto basate su alimenti naturali.

A fare la differenza, invece, sono i tanti dati che provengono proprio da quegli studi scientifici di cui ho parlato tante volte, che indicano, ad esempio, quali sono i cibi che dovrebbero avere più spazio, quali dovrebbero averne meno, seppur altrettanto importanti, quali dovrebbero essere di uso quotidiano, quali invece sono da considerare puramente voluttuari, e quindi da relegare ad uso del tutto occasionale; che c’è un abisso tra gli alimenti integrali e quelli raffinati.

Ed ancora, che gli alimenti di origine animale vanno drasticamente ridotti, ma non necessariamente eliminati, e che fra questi c’è una scala di preferenze, essendo il pesce il più raccomandabile, mentre le carni rosse lo sono meno di tutti (pertanto a queste ultime sono da preferire le carni bianche, se proprio non si vuole eliminare la carne).

Alla luce di tutto ciò, solo chi della macrobiotica ha una conoscenza superficiale e lacunosa può essere tanto miope da non vedere in questi particolari la piena conferma di quanto essa, e solo essa, va dicendo da decenni. E come ciò sia in contrasto, ad esempio, con le scelte dei vegani, che invece evitano per principio qualsiasi cibo animale, miele compreso, come pure con quelle dei vegetariani che eliminano indistintamente ogni tipo di carne,  compreso il benefico pesce, sempre per una mera questione di principio (…ma poi si abbuffano di latticini, che sono anche peggio della carne).

Anche l’esclusione da parte della macrobiotica di certi cibi considerati in qualche modo estremi può essere compresa molto meglio, e quindi trovare conferma, grazie alla scienza più aggiornata, che fornisce a tale scopo una interessante chiave di lettura (ad esempio l’indice glicemico/insulinico troppo elevato nel caso delle patate).

Se a tutto questo si aggiunge il fatto che nei corsi tenuti alla Cascina Rosa (la struttura di cui si serve l’ Istituto dei Tumori di Milano per la parte pratica rivolta al pubblico) si fa uso anche di salsa di soja, miso e umeboshi (utili complementi ben noti a qualsiasi cultore della macrobiotica, seppur non indispensabili), si deve concludere che il riferimento di Berrino alla macrobiotica è del tutto legittimo, e che l’abbaglio l’ha preso il naturopata in questione.

Quest’ultimo, invece, nonostante gli abbia scritto due volte privatamente (dato che il mio commento non poteva essere pubblicato sul suo blog a causa dell’eccessiva lunghezza), non si è degnato di una risposta.

Forse sarà rimasto scioccato e senza parole per avergli parlato di sei casi di cancro giudicati incurabili, e invece completamente guariti  per aver provato in extremis la macrobiotica.

Comunque sia, un simile atteggiamento per me non merita alcun commento. Dico solo che chi non risponde ha torto già in partenza. E per quanto mi riguarda il discorso è chiuso.

Per me invece l‘unico vero motivo  per cui si potrebbe avere da obiettare, a voler sottilizzare, a proposito del presunto indebito riferimento di Berrino alla dottrina di Ohsawa, è che la macrobiotica è essenzialmente una concezione dinamica, mentre ciò che emerge dall’esperienza di queste ricerche del Progetto DIANA è un modello statico, uno standard di riferimento e niente più.

Ma se si fosse in grado di capire queste sottigliezze non si sentirebbero certe castronerìe.

Il video che propongo questa volta è diviso in otto parti di circa dieci minuti ciascuna: terminata una, con un semplice clic sull’apposita immagine si può passare alla seguente.
Buona visione.


Michele Nardella

Prevenire i Tumori Mangiando con Gusto Anna Villarini Giovanni Allegro Prevenire i Tumori Mangiando con Gusto
A tavola con Diana
Anna Villarini, Giovanni Allegro

Compralo su il Giardino dei Libri

La dieta per la prevenzione del cancro La dieta per la prevenzione del cancro
Alimentazione e macrobiotica nella lotta contro il cancro
Michio Kushi

Compralo su il Giardino dei Libri



8 Comments to “Macrobiotica: ce ne parla nientemeno che il famoso oncologo Prof. Franco Berrino”

  1.   Dario Bl | Ottobre 11th, 2011 at 8:02 pm e
    Salve Michele sa dove si può reperire una dieta a vita secondo China Study. Ho scoperto da poco il sito. Stò sbagliando tutto. Io mangio tanta carne ” nobile” per fortuna pochi latticini.
  2.   Michele Nardella | Ottobre 13th, 2011 at 10:24 am e
    Francamente non riesco a capire che cosa vuoi dire. E’ una domanda?
    Quanto agli errori, beh, tutti ne facciamo. L’ importante è l’ atteggiamento che assumiamo nei loro confronti, perciò quello che è davvero importante è sviluppare al massimo la nostra consapevolezza, non dare mai niente per scontato, pensando di sapere già tutto, ed essere sempre aperti a ricevere ogni lezione che la vita ci riserva.
    Queste sono le condizioni fondamentali ed indispensabili per il nostro progresso.
  3.   Dario Bl | Ottobre 14th, 2011 at 8:49 am e
    Michele buongiorno, seguivo già in via ufficiosa il dott. Berrino a seguito dei video di report di Rai 3. Io parlo per me, ma ogni giorno si sente tutto il contrario di tutto. Cmq Campbell dice che sono le proteine caseinate le peggiori. campebell però non da le linee guida su come nutrirsi quindi…è un poò come dire che bere benzina fa male e bere vino meno ma allora cosa devo bere? Sul sito di Campbel mi pare di aver capito che la famiglia è verso il vegetariano. Allora qui ci si divide un altra volta tra crudisti fruttariani ecc.. sono confuso
  4.   Michele Nardella | Ottobre 14th, 2011 at 1:13 pm e
    Caro Dario,
    capisco perfettamente i tuoi dubbi e la tua confusione, anche perchè ci sono passato anch’io, ma rispondere così su due piedi alla tua richiesta d’ aiuto è pressocchè impossibile. Tutto quello che posso fare è indirizzarti su quella che ritengo la più giusta direzione.
    Se sei un abituale lettore del mio blog (a proposito, ti faccio sapere, se già non lo sai, che ho appena aperto un altro blog, www.ilmioblogolistico.it, dove mi propongo di portare avanti lo stesso discorso) e hai dunque letto anche gli altri articoli che parlano di alimentazione, dovresti avere già un’ idea di come la penso.
    Quello che dici del dr. Campbell è vero, e se hai notato, ne ho parlato anch’io in un mio recente articolo,dove ho anche voluto mettere in evidenza le problematiche che investono il campo dell’ alimentazione come fattore di salute o di malattia.
    La grande varietà di teorìe in fatto di alimentazione ideale (e la confusione che ne deriva da parte delle persone comuni che si pongono il problema di come mangiare in modo salutare) deriva dal fatto che nello studio della nutrizione entra in gioco una rilevante quantità di fattori che non si prestano all’ analisi e alla valutazione della scienza tradizionale, perchè vanno oltre la cornice concettuale riduzionista che ne è alla base. Così è piuttosto facile dimostrare quello che si vuole, semplicemente cambiando punto di vista.
    In parole povere: i criteri seguiti dalla scienza sono inadeguati e insufficienti se vogliamo comprendere tutti gli aspetti della nutrizione, e pertanto vanno integrati con altri tipi di conoscenze e considerazioni, che potranno eventualmente confermare o invalidare le sue ipotesi.
    Questo è un punto fondamentale che nessuno (o quasi) considera, dando per scontato che solo nella scienza come la si considera e nei suoi metodi si può trovare la verità.
    Tuttavia la questione è ancora più complessa di come sembra, perchè è anche vero che la scienza ha comunque fatto enormi progressi in questi ultimi decenni che hanno confermato, suo malgrado, i concetti fondamentali che si ritrovano più o meno nelle varie scuole di pensiero di ispirazione naturista (vegetarianesimo, macrobiotica ecc.), perciò anche seguendo questi pochi concetti generali si è già sulla buona strada.
    Il più grosso problema, invece, è che spesso queste nuove idee non vengono divulgate, o, quel che è peggio e anche più frequente, vengono divulgate male, un pò perchè vengono filtrate e deformate dalla sensibilità e dai pregiudizi culturali di chi dovrebbe esserne il portavoce, e un pò perchè ci sono molti scienziati e medici che fanno il gioco dell’ industria del cibo malsano.
    Comunque, se proprio vuoi una risposta concreta alla tua domanda, io ritengo che l’ approccio basato sulla visione che la macrobiotica ha dell’ alimentazione e della vita sia il più completo, preciso e coerente, e anche il più pratico, ma il suo studio e la sua pratica richiedono un impegno serio e costante, cosa che fa spesso desistere la maggior parte della persone.
    Continua a seguirmi, e se hai altri dubbi non hai che da chiedere.
  5.  giulia | Novembre 18th, 2011 at 10:53 pm e
    Salve, in genere non è mia abitudine lasciare commenti su ciò che leggo su internet, anche perchè se ne leggono di ogni; ma questa volta mi ha fatto talmente innervosire una cosa che ho letto nel suo articolo, che farò un’eccezione.
    Non so da cosa derivi la presunzione di pensare che ci siano idee migliori di altre, come lei adotta la dieta macrobiotica perchè crede che giovi alla sua salute, una persona che adotta una dieta vegetariana o vegana crede che questo giovi a tutta la vita che ci circonda. Sono entrambe idee dignitose e non me la sentirei di paragonarle. Proprio la nostra biodiversità ci permette di svilupparci nel migliore dei modi, alimentandoci a vicenda nelle nostre diversità, anche per quanto riguarda le idee. Ed, infine, quello che PROPRIO mi ha fatto innervosire, i principi, le idee, se non son quelle che ci nobilitano, cosa? proprio quella “questione di PRINCIPIO”, non mera, ma nobilitante. Come penso saprà bene, c’è ben di più di un capriccio infantile, dietro al consumo di alimenti di derivazione animale. Se invece non lo sa, le consiglio di informarsi, si sono sprecati libri su libri sulla speculazione del consumo di alimenti animali.
    Saluti
    Giulia
  6.   Michele Nardella | Novembre 19th, 2011 at 11:28 am e
    Gentile Signora,
    come vede le rispondo e la ringrazio sentitamente per avermi scritto, perchè anche i commenti negativi sono bene accetti: vuol dire che l’ articolo qualcosa ha suscitato, perciò meglio quelli che niente.
    Le ricordo che un blog è per definizione uno spazio web dove chi ne è titolare può parlare liberamente di ciò che vuole ed esprimere le proprie idee e opinioni, perciò non vedo che cosa abbia fatto di tanto strano per averla tanto infastidita. Se le cose che scrivo non le piacciono, non è obbligata a frequentare il mio blog.
    Sfortunatamente per lei, devo premettere, a costo di sembrare immodesto, che mi ritengo una persona ben più dotata della media quanto a logica e buonsenso, con il conforto di non essere il solo a pensarlo, e cerco di essere il più oggettivo possibile, perciò definire “presunzione” il solo fatto di credere che esistano cose migliori di altre è, con tutto il rispetto, una vera scemenza, una cosa assolutamente priva di senso. Perchè allora significherebbe che tutte le cose sono uguali, che tutto fa brodo, che ognuno pensa quello che pensa perchè l’ ha deciso lui e nessuno ha il diritto di interferire, insomma che TUTTO è soggettivo.
    Ma allora il cervello che ce l’ abbiamo a fare? E le critiche, i commenti, la stessa comunicazione che senso hanno? Guardi che qui non stiamo parlando di religioni.
    Io credo che la sua sia una reazione puramente emotiva ed impulsiva, che non ha niente a che vedere con la razionalità.
    Evidentemente ci sono persone che si sentono irritate se qualcuno parla loro dimostrando convinzione e sicurezza su qualcosa che va contro il senso comune e mette in discussione altrui convinzioni, forse perchè vedono in questo una forma di ostentazione, o una critica nei loro confronti, o una sollecitazione a cambiare idea, anche se non è necessariamente così.
    Ognuno è libero di fare le sue scelte, certo, ma questo è un altro discorso…
    Proprio per questo io ho tutto il diritto di affermare che la macrobiotica, se ben interpretata, è il riferimento più affidabile ed esaustivo in materia di nutrizione, e l’ ho fatto portando validi argomenti a sostegno (che lei evidentemente non ha neanche preso in considerazione); se lei ha qualcosa da ridire, mi dimostri il contrario per favore, perchè a cianciare son buoni tutti.
    Le dico anche che io sono ospite del blog di Autodifesalimentare.it, gestito da Leonardo di Paola e Viviana Taccione, due persone straordinarie e soprattutto di Cultura (sì, con la “C” maiuscola), che si sono sperticate in lodi nei miei confronti già in varie occasioni.
    Ebbene,sul suddetto blog ho pubblicato, fra l’ altro, cinque articoli sulla macrobiotica, dove esprimo idee e concetti che non si trovano da nessuna parte.
    E le dirò di più: sono stati proprio Leonardo e Viviana a propormi di scrivere qualcosa su quell’ argomento.
    Per concludere, nell’ articolo da lei criticato ci tenevo semplicemente a far notare (cosa che, a quanto ne so, nessuno ha fatto finora) che, se un oncologo di fama mondiale come Franco Berrino è così interessato alla macrobiotica e la cita spesso pubblicamente, non può essere certo dovuto solo a una sua personale e irrazionale simpatia. Tutto qui.
    Ah… a proposito, ha provato ad aprire il link che ho messo su “sei casi di cancro”, dove si parla (purtroppo è un sito in inglese) di malati terminali guariti grazie alla macrobiotica e senza farmaci? Ci vuole solo un pò di coraggio e decidere di premere il mouse.
  7.  giulia | Dicembre 10th, 2011 at 3:17 pm e
    Signor Nardella, io sul suo sito, e questo senza nessuna offesa, ci capitai per puro caso, perchè cercavo un’informazione sul prof. Berrino, che stimo peraltro come uomo e come, per quanto mi concerne, professionista (non sono un medico, nè una professionista della salute). Ciò che mi diede fasidio e fu VERO fastidio, senza nessuna possibilità d’errore, fu un fatto di PAROLE, perchè le parole, come dice Moretti, sono importanti. Non stavo criticando in alcun modo la dieta macrobiotica, di cui peralto conosco poco, se non qualche lettura spot e l’esperienza di qualche conoscenza. Un blog è un luogo dove ognuno ha la facoltà di scrivere ciò che vuole, sì, ma non è casa propria, dove nessuno ci vede, è un luogo di tutti, alla portata di tutti ed a mio parere ognuno ha delle responsabilità verso gli altri su ciò che scrive, questo in generale. Nel suo ncaso, quindi, non può biasimarmi se ho avuto il desiderio di farle sapere che a qualcuno ciò che scrive ha dato fastidio. Innanzitutto, penso che lei stia facendo confusione tra giudizi e idee; se io dico “i cinesi sono migliori degli africani” sto esprimendo un giudizio sugli africani e sui cinesi, non sto esprimendo delle idee e sarebbe sempre da evitarsi, per quanto possibile. Se io dico “…per QUESTI motivi, il popolo cinese è diventato più scaltro di quello africano all’interno dell’economia mondiale” sto esprimendo un’idea, e chiunque può essere più o meno d’accordo, ma non potrà mai dire che la sua idea è MIGLIORE, perchè non avrebbe proprio senso dirlo (se idee con cognizione di causa, ovviamente, ma queste si riconoscono subito se si conosce l’argomento.D’altra parte ha poco senso esprimere idee su cose che non si conoscano, anche se, purtroppo, è costume). Se la perona in causa credesse fermamente nella sua idea, potrà cercare di comunicarmene i motivi. Quello che poi, più di tutto, mi ha dato fastidio, torno a ripeterlo, è stata una questione di parole. Io non mi sono azzardata a questionare sul tema da lei trattato, ma lei sì su un tema caro a me, e caro a molti, definendolo mero principio, già il comportamento non mi era piaciuto, ma è stato proprio quell’accostamento delle parole “mero” e “principio” che mi ha fatto imbestialire. Le parole sono importanti, e se sono meri i principi, torno a dire, possiamo lobotomizzarci il cervello e tornare a fare le bestie, cosa peraltro dignitosa, faremmo sicuramente meno danni come animali, ma non so quanti sarebbero disposti. Perciò, tornando a noi, se proprio vuole psicanalizzarmi a tutti i costi, lo faccia almeno sui presupposti giusti. Le dò uno spunto: lei è stato il capro espiatorio del mio sentimento di frustrazione nel vedere l’umiliazione dei valori e dei principi, e questo con le sue parole che manifestavano esplicitamente una noncuranza per essi( i soliti “meri principi”), e con l’argomento a cui si riferiva, cioè il non mangiare animali e derivati animali, scelta dietro cui stanno, personalmente, alcune grandi idee e valori: il diritto alla vita di tutti, onorevole, unitamente al distacco dalla visione antropocentrica, il rifiuto del consumismo che questo sistema economico ci ha portato a condurre, soprattutto nel settore alimentare, considerando nostri simili “merce” da vendere. Personalmente lo trovo orribile. Spero che ora sia chiaro l’argomento del dibattito. Con rispetto per il suo blog (che comunque è e rimane di dominio pubblico), la ringrazio, quando avrò voglia di approfondire l’argomento da lei trattato non mi periterò di cercare le più adeguate informazioni. Saluti
  8.   Michele Nardella | Dicembre 11th, 2011 at 12:44 pm e
    Gentile Sig.ra Giulia,
    grazie per la replica che, se da una parte mi fa piacere per la partecipazione in questa discussione, dall’ altra mi costringe ad ammettere di provare un pò di sconcerto.
    Non capisco infatti come un articolo così semplice, lineare e chiaro nelle sue argomentazioni possa aver generato incomprensioni, equivoci e risentimenti (le faccio notare che questo che sta leggendo è l’ ottavo commento allo stesso post, e in genere non ne ricevo nessuno).
    Del resto anche il signore che è intervenuto prima di lei (legga più sù) mi ha fatto delle considerazioni tali da farmi chiedere se avesse effettivamente letto bene l’ articolo.
    Ma tornando a noi, come le dicevo nella precedente risposta, io mi sforzo sempre di essere il più possibile oggettivo, e ho cercato nell’ articolo in questione di chiarire e mettere in evidenza alcuni concetti, e soprattutto alcune differenze fra la macrobiotica e altre scuole di pensiero. In particolare volevo fare alcune precisazioni in risposta alle insulsaggini del blogger Nico Valerio.
    Perciò, venendo al punto, quando ho usato l’ espressione “mero principio” (che non è una parolaccia, nè un’ offesa) intendevo sottolineare che i criteri seguiti dai vegetariani e dai vegani non si basano su dati oggettivi, su cui si possa quindi discutere, ma su scelte ideologiche, pur rispettabilissime e magari persino condivisibili.
    Se vogliamo discutere su quale dieta sia la più adatta all’ essere umano, dobbiamo capire che cosa fa bene e che cosa fa male. Punto e basta. Il resto sono solo chiacchiere che lasciano il tempo che trovano. Solo se disponiamo di dati oggettivi possiamo confrontarci: è quello che si definisce “metodo scientifico”, in cui opinioni ed ideologie, come dovrebbe sapere, non hanno voce in capitolo (con questo non voglio dire che la scienza, o meglio ciò che a volte si presume tale, sia sempre nel giusto, ma questo evidentemente è un altro discorso).
    Io volevo mettere in evidenza che le conclusioni alle quali sta giungendo la scienza confermano sempre più (per chi sa leggere) quelle indicazioni generali che la macrobiotica, ignorata e dileggiata ancora oggi, ci dà da decenni, e che divergono da quelle di altri tipi di approccio. Le sembra poco? Le sembra una “mera” coincidenza che un oncologo di fama internazionale faccia riferimento proprio alla macrobiotica?
    Del resto la macrobiotica non è necessariamente in contrasto col vegetarianesimo, perchè, conscia del fatto che tutto è relativo e in continuo mutamento, al contrario di altre scuole di pensiero, non si basa su principi rigidi e assoluti, bensì su altri criteri e soprattutto su principi universali, quelli che meglio e più facilmente ci consentono di adattare la dieta alle esigenze individuali (che è poi ciò che alla fin fine conta davvero). Il che mi sembra oggettivamente una scelta più sensata, non le pare?
    Se poi la suscettibilità all’ uso di certe parole presenta evidentemente ampi margini soggettivi, mi dispiace e me ne scuso, ma non posso farci molto.
    Sperando con questo di aver chiuso la diatriba, la saluto.
    P.S. Se mi vuole scrivere ancora, lo faccia per favore al mio nuovo indirizzo: http://www.ilmioblogolistico.it, dove ho trasferito tuttti i miei articoli precedenti.

6 commenti:

  1. Secondo me, come in tutte le cose, occorrono conoscenza, visione d'insieme ed umiltà.
    La macrobiotica, senza conoscere (e conseguentemente accettare) la teoria dello Yin e dello Yang e delle 5 trasformazioni, rimarrà sempre incomprensibile e pertanto suscettibile di attacco da parte di ignoranti (nel senso che ignorano) denigratori.
    I personaggi ancorati alle metodologie scientifiche si fanno forti di secolare staticità (nonchè di finanziatori interessati).
    Coloro che apportano le proprie conoscenze al di fuori dei circuiti imperanti sono soggetti all'apparato ipertrofico della denigrazione e della controinformazione: tutto deve proseguire in nome della scienza (e del profitto).
    Io concludo con un consiglio semplice: chi non crede nella Macrobiotica (io conosco quella di "Un Punto Macrobiotico" di Mario Pianesi) provi a frequentare uno di questi ristoranti per una settimana e poi parli.
    Francesco

    RispondiElimina
  2. Sono pienamente d' accordo con te: l' umiltà è un requisito imprescindibile per avvicinarsi alla macrobiotica (e in genere a tutto ciò che è estraneo alle proprie idee ritenute indiscutibili). Invece nella nostra società c'è tanta arroganza (che, come sai, Ohsawa considera una vera malattia).

    RispondiElimina
  3. GRAZIEEEE DAVVERO DI CUORE IN QUESTO PERIODO STO SEGUENDO UNA DIETA MACROBIOTICA PIù PRECISAMENTE LA MAPI2 è A VOLTE VADO IN CRISI......MA LEGGERE TUTTO CIò MI AIUTA MOLTISSIMO AD ANDARE AVANTI CON PIù CONSAPEVOLEZZA..... PER ORA SCRIVO SOLO CIò MA MI RIPROMETTO CHE UNA VOLTA TERMINATA...ORMAI MANCANO POCHI GG AI NOVE MESI CHE MI FURONO PRESCRITTI TORNERò QUì E RACCONTERò LA MIA ESPERIENZA... PER ORA SOLO UN ENORME GRAZIEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE

    RispondiElimina
  4. Sentir parlare in termini così entusiastici non è cosa di tutti i giorni e non posso che sentirmi ripagato (almeno in parte) delle frustrazioni di chi ha troppo spesso la netta sensazione di parlare al vento.
    Perciò, chiunque tu sia (visto che hai scelto l' anonimato), ti ringrazio per l' intervento e ti auguro pieno successo in questa tua nuova esperienza, che, da come ne parli, sono certo segnerà per sempre la tua vita.
    E naturalmente sono in attesa di apprendere la tua storia, che eventualmente potrebbe diventare il tema di un prossimo articolo.

    RispondiElimina
  5. Caro Michele
    non credo più che sia una questione di disinformazione perchè oggi come oggi se una persona è veramente interessata e vuole capirne di più su una alimentazione consapevole e sana può trovare tanti libri, interviste, studi scientifici, un numero sempre maggiore di medici autorevoli, che spiegano l'importanza dell'alimentazione nella prevenzione e cura delle malattie che ci affliggono. Quali sono gli alimenti SI e quali sono gli alimenti NO.
    Sarebbe già un successo se un individuo che si trova qualcuna di queste informazioni davanti diventasse consapevole dei rischi che corre e decidesse di intraprendere una dieta più sana ,imizialmente può essere vegetariana per poi passare con l'esperienza a vegana e infine macrobiotica (che è un pò più complicata), l'importante è iniziare un processo di cambiamento.
    Ma anche tu hai notato (dicendo che poche persone interagiscono nel tuo blog esponendo il loro parere o ponendo delle domande) che leggono e basta.
    Anch'io ho notato questo condividento link tuoi e anche di altri su questi argomenti: nessuno mi ha mai chesto qualcosa, hanno letto e basta, punto.
    Sai perchè?
    Ebbene alla gente non frega un accidente se il consumo si caseina è il principale colpevole del cancro alla mammella, la gente vuole continuare ad ingozzarsi senza ritegno e sempre di più e a imbottirsi di medicinali, siamo dei drogati.
    Chi vuole cambiare sa come procurarsi tutte le informazioni necessarie come ho fatto io, provare non costa nulla....

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie Marina per il tuo intervento.
      Sono assolutamente d' accordo con te, oggi non ci sono più scuse, perchè chi vuole sapere ha più che mai la possibilità di farlo.
      Infatti chi non è pronto per un cambiamento così importante non reagisce neanche se certe notizie gliele si mette sotto il naso: la resistenza psicologica in questi casi è un fatto accertato.
      Tuttavia è anche vero che oggi si parla di alimentazione come mai era accaduto in passato, in un modo o nell'altro, e sui mass media c'è un sacco di informazione forviante, insomma, quella che molti definiscono, a ragione, informazione-spazzatura, che confonde e depista molta gente, che, se non ben motivata, non andrà mai ad approfondire, cercando confronti e conferme.

      Elimina