Fra qualche giorno (28 gennaio) l' AIRC (Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro) rinnoverà per l'ennesima volta l'appello per le donazioni in 2700 piazze italiane con l'ormai nota iniziativa delle "Arance della salute", assurte queste a simbolo della dieta sana e della battaglia contro il cancro (ma sono davvero utili, come si crede, per chi è già ammalato? Mah!).
Non ci crederete, ma per una pura coincidenza proprio in questi giorni ho ultimato il mio primo ebook dedicato al tumore al seno, che aspetta solo di essere pubblicato. Dunque quale occasione migliore per affrontare l'argomento che da tanto tempo mi ripromettevo di trattare?
Ebbene, tornando alla suddetta associazione, ho letto che questa ha bisogno di raggranellare non meno di 102 milioni di euro per finanziare 680 progetti di ricerca e programmi di formazione per 5000 ricercatori (!!!), i quali temono che la moratoria sul divieto della sperimentazione animale, ora in scadenza in Italia, non venga prorogata per almeno altri cinque anni, compromettendo la realizzazione dei progetti in agenda. Sembra dunque che quest'anno si facciano più che mai le cose in grande!
Mi piacerebbe conoscere l' età degli almeno 4,5 milioni di donatori e 20mila volontari su cui l'AIRC può oggi contare, ma temo che i più giovani per ovvi motivi anagrafici non potranno notare che tutto questo dispiegamento di mezzi e la retorica che ci ruota attorno sanno di deja vu, e affermazioni come "La medicina sta compiendo importanti passi avanti nella lotta al cancro e ormai la vittoria è vicina. Aiutateci dunque a sostenere la ricerca!" suonano come un mantra che si ripete da decenni, ma fanno sempre presa perchè... "come si può essere insensibili ad un appello per una causa così umanitaria?".
Sarebbe lecito pensare che all'aumento dell'impegno nella ricerca corrispondessero maggiori risultati concreti, ma non è così. Era infatti il lontano 1971 quando l'allora presidente americano Nixon firmava il National Cancer Act, l'ambizioso progetto con cui si delineava la strategia della "guerra al cancro", ma da allora il cancro non ha fatto che aumentare in maniera sistematica e costante. Inutile dire che tutte le affermazioni ufficiali sui presunti progressi nelle cure e nella diagnosi che si sentono ripetere immancabilmente su tutti i media in tutte le occasioni sono spudorate menzogne. D'accordo, c'è anche chi le dice in perfetta buona fede, ma sempre di falsità si tratta.
Allora la domanda da porsi è: "Come mai, nonostante tutta questa carnevalata sia stata ampiamente e da tempo sputtanata, nonostante tutta l'informazione che ormai da anni circola su internet (basta citare il sito molto visitato "The Truth About Cancer"), c'è ancora così tanta gente che crede alle favole?"
Come mai non c'è stata ancora una sommossa popolare, una forma di protesta pubblica, anche in considerazione di tutte le altre gravi magagne del sistema medico, oppure semplicemente un significativo cambiamento di coscienza di massa?
Già negli anni '80 si erano levate le prime voci di alcuni ricercatori che rivelavano i veri motivi per cui la sopravvivenza media dei pazienti oncologici sembrava in aumento. Un esempio su tutti il dr. John Christian Bailar III, professore di epidemiologia e biostatistica nonchè uno dei maggiori esperti di oncologia in assoluto, che sulla prestigiosa rivista "New England Journal of Medicine" così si esprimeva: "35 anni di intensi sforzi concentrati in gran parte sul miglioramento delle terapie devono essere giudicati un completo fallimento perchè le percentuali di sopravvivenza non sono cambiate significativamente da quelle che erano negli anni '50".
Ma non è il caso di soffermarmi su questo punto, dato che c'è una vasta letteratura che svela tutti i giochi di prestigio che fanno sembrare successi quelli che sono semplicemente dei fiaschi, come ad esempio la distorsione temporale e la distorsione da sovradiagnosi, come qualcuno le definisce. La prima volta che ne ho sentito parlare è stato nei primi anni '90, o forse addirittura prima, quando mi capitò tra le mani un libro che inspiegabilmente fu poi subito fatto sparire dal catalogo, "L'Immensa Balla della Ricerca sul Cancro" di Lorenzo Acerra (sarà stato per via di quel titolo così apertamente provocatorio che ha dato fastidio a qualcuno?).
Pensate, solo per dirne una, all'assurdità dei fatidici 5 anni presi arbitrariamente come termine a partire dalla prima diagnosi di cancro per valutare il successo di una terapia: per un paziente in cura farmacologica (secondo chi detta le regole) fa una differenza determinante morire dopo 5 anni meno un giorno oppure dopo 5 anni più un giorno, magari dopo tante sofferenze. Infatti questo secondo caso per le statistiche andrebbe annoverato fra i "successi", facendo dunque gonfiare immeritatamente le cifre da poter ostentare. Considerato che un cancro può impiegare anche parecchi anni prima di dar segni della sua presenza o di dar luogo a una recidiva, adesso diventa chiaro anche perchè nessuno fornisce mai, neanche dopo precisa richiesta, statistiche di sopravvivenza a 10 anni, o magari a 15 o 20.
E nella lunga serie di pubblicazioni di controinformazione sull'argomento è doveroso menzionare "Kankropoli", il primo grande dossier preparato da Alberto Romano Mondini, naturopata e presidente dell'ARPC (Associazione per la Ricerca e Prevenzione del Cancro), il quale in un'intervista dichiarava: “No, purtroppo non fece nessun botto (il libro Kankropoli, n.d.r.). Anzi, uscì da un piccolo editore, che ne stampò pochissime copie, e fu completamente ignorato dai media tradizionali. E rimasi insoddisfatto, perché non riuscivo a diffonderlo. Nel frattempo però nasceva Internet, ed io iniziavo a rendermi conto della portata di questo nuovo mezzo di comunicazione. Fu così che un giorno decisi di mettere "Kankropoli" online gratuitamente, con la piena libertà di riprodurlo e distribuirlo a piacimento. Fu allora che fece il botto.”
In questo dossier, come in altre pubblicazioni simili, c'è poi anche una rassegna, con relativa descrizione, di tutte le cure non riconosciute ufficialmente di cui l'autore è a conoscenza (... ma chissà perchè l'unica a mancare all'appello è l'approccio macrobiotico).
A questo punto però devo aprire una parentesi per mettere in guardia dal non cadere ingenuamente nella convinzione che tutto ciò che è "alternativo" sia una garanzia. Io, per esempio, nutro personalmente serie perplessità nei confronti della "Nuova Medicina Germanica" di Hamer. Non è certo questa l'occasione per discutere le teorie dell'ex-medico tedesco, ma come si può soprassedere sulle tante decine di casi documentati di malati oncologici deceduti per aver voluto seguire i suoi suggerimenti, mentre le numerosissime millantate guarigioni hanno valore puramente aneddotico?
Qualche volta mi son chiesto come si parlerà del cancro fra cinquanta o cento anni, quando saremo entrati nella tanto decantata nuova era di luce, pace e progresso umano, l'Età dell'Acquario, secondo quanto si preconizza da più parti.
Beh, probabilmente lo si vedrà come una pietra miliare nella storia, una sorta di spartiacque tra un'epoca oscurantista dominata dalla medicina dell' ignoranza asservita all' industria della malattia e quella successiva contraddistinta auspicabilmente da una medicina dal volto più umano.
Come dovrebbe ormai essere chiaro a tutti, il cancro è infatti sempre stato, e lo è tuttora, la più grande sfida per la medicina, il primo flagello sociale ad essersi guadagnato l'appellativo di "male del secolo" (poi, come tristemente sappiamo, la stessa definizione è stata usata anche per altre malattie nel frattempo comparse, ma non per questo il cancro ha cessato di preoccupare o ridotto la sua incidenza).
Come si legge in "Cancro S.p.A. (il business intoccabile: le cose da sapere che possono salvarti la vita)", l'ultimo libro (in ordine cronologico) dal titolo già eloquente, secondo il National Institutes of Health, un'agenzia governativa USA che mette a disposizione sul sito www.pubmed.gov tutti i dati relativi a ricerche ufficiali in campo medico, a febbraio 2016 risultavano esistenti in tutto il mondo più di tre milioni di pubblicazioni scientifiche sul cancro, tra articoli, editoriali, meta-analisi, studi randomizzati ecc., mentre per le malattie cardiovascolari la cifra si fermava a più di due milioni, con diabete e AIDS a seguire, molto distanziati. E già da questo si può capire quanto interesse ci sia attorno al cancro.
In "Cancro S.p.A." c'è una lunga prefazione del dr. Giuseppe Di Bella, figlio del più noto Prof. Luigi |
Il cancro inoltre è la seconda causa di morte nei Paesi sviluppati, subito dopo le malattie cardiovascolari, tuttavia bisogna considerare che, per via di una prassi che falsa i risultati, il cancro potrebbe in realtà collocarsi al primo posto. Infatti quando in ospedale qualcuno, specie se di età avanzata, muore per cause sconosciute, non imputabili ad una malattia specifica, il decesso viene registrato come "arresto cardiocircolatorio" o "arresto cardiorespiratorio", che così va a gonfiare automaticamente le statistiche sulle malattie cardiovascolari;
Comunque il cancro vanta molti altri primati, come quello della maggiore spesa sanitaria per terapie oncologiche, con cui le industrie farmaceutiche guadagnano più che per qualsiasi altra malattia; attualmente in Italia sono circa 400mila all' anno le nuove diagnosi di cancro, mentre in tutto il mondo 14 milioni; il cancro è la malattia che incute più paura di tutte, ma il dato che riassume meglio la drammaticità della situazione è che oggi un uomo su due e una donna su tre nel corso della loro vita devono fare i conti col cancro, una percentuale cresciuta iperbolicamente in quest'ultimo secolo.
Nessun dubbio dunque che esso sia il principale problema sanitario oggi, il cui significato trascende quello strettamente medico, che pure non è da poco, dato che chiama direttamente in causa il paradigma scientifico. Il cancro è l'emblema del fallimento del modello culturale che ha condotto l'umanità nell'inferno in cui oggi ormai viviamo e del sistema di valori ad esso strettamente connesso che antepone l' interesse materiale di chi ha potere al benessere della comunità. E' l'estremo risultato di uno stile di vita degenerativo che si manifesta già anche molto prima della comparsa della massa tumorale attraverso i più disparati sintomi, conseguenza di una cultura materialista e dualista che ignora sistematicamente l'ordine universale e il nostro legame imprescindibile con la natura.
Pensiamo un pò alla mentalità tipicamente riduzionistica che c'è dietro l'approccio medico convenzionale, la quale considera il cancro alla stregua di un "guasto" meccanico, conseguenza di un meccanismo che si inceppa fatalmente per cause disparate e spesso ignote di cui sostanzialmente non abbiamo il controllo. Di qui la necessità di intervenire artificiosamente distruggendo ciò che la natura si è "sbagliata" a creare, o modificando forzatamente geni e quant'altro, visto che solo noi, esseri intelligenti, possiamo ripristinare l'ordine perduto.
E' evidente il pensiero meccanicistico e dualista che c'è alla base, dato che il cancro viene visto come un'entità a sè stante e senza significato, distruggendo la quale si pensa di ottenere la guarigione, mentre in realtà è espressione di uno squilibrio generale della persona. Ecco perchè un approccio di questo tipo, a prescindere dai sempre possibili effetti collaterali, non potrà mai considerarsi una soluzione completa e definitiva al problema.
Un esempio ci viene proprio da una delle direzioni in cui l'AIRC ha annunciato di voler indirizzare i suoi progetti di ricerca, quella delle nanotecnologie. Attraverso queste ci si propone di costringere le cellule del microambiente in cui prospera il tumore a "ribellarsi" ad esso, in quanto si è visto che il tumore induce in qualche modo l'ambiente che lo circonda a reagire a proprio vantaggio.
Bene, per far capire la fallacia di questo ragionamento voglio ricorrere a un altro esempio: supponiamo che qualcuno voglia impedirmi di costruirmi una casa. Che cosa potrebbe fare? Beh, potrebbe forse ostacolarmi in ogni modo nel procurarmi il cemento necessario. Ma se io sono fermamente determinato a costruirmela finirò col rassegnarmi ad utilizzare un altro materiale, il legno per esempio. Con questo voglio dire che la malattia (che non è il sintomo!) prima o poi troverà l'occasione e il modo di manifestarsi ancora, per quanti stratagemmi si metteranno in atto per contrastarla.
Mi torna in mente una frase di Tom Monte rimastami impressa nonostante il tempo passato. Lo scrittore americano, insegnante e consulente di medicina naturale in un editoriale della rivista macrobiotica "East-West Journal" dei primi anni '80 così esordiva: "Quale esercizio in futilità lo sforzo medico nella lotta al cancro è probabilmente ineguagliato". Frase che riassume bene quanto appena illustrato.
Purtroppo, come si sarà capito, il conservatorismo e la dittatura che riscontriamo in ambito oncologico fanno parte di un sistema più grande, che fa capo ad una casta. La stessa che non accetta discussioni sulle vaccinazioni e che appoggia la teoria ufficiale sull'AIDS e che va su tutte le furie per l'avanzata del fronte del "no ai vaccini", al punto di ricorrere ai messaggi promozionali del presidente Mattarella e Renzi, patetico e grottesco espediente per convincere gli indecisi a vaccinarsi. Come se i suddetti personaggi, per il solo fatto di rivestire una carica politica, ne sapessero più di uno scienziato.
Da quest'ultimo particolare ci si può rendere conto di quanto il marcio sia generalizzato, perciò, come si vede, il vero cancro da sconfiggere è un altro... ed è molto, molto più "incurabile" del primo!
La sola strada da battere per cambiare la situazione è dunque quella di informare e sensibilizzare la popolazione attraverso la divulgazione e altre iniziative sociali che siano il fertilizzante per un auspicato cambiamento di consapevolezza e soprattutto boicottando questo sistema mafioso chiudendo i rubinetti dei finanziamenti privati per la ricerca, i cui fondi, a parte tutto, vanno solo in minima parte alla giusta destinazione. Finanziamenti che magari potrebbero essere dirottati su cause ben più degne di essere sostenute, come quella di cui ho già parlato in un recente post (leggere qui).
Michele Nardella
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Solo con la completa ignoranza dei tassi di sopravvivenza precedenti e attuali delle leucemie si può scrivere un post così stupido.
RispondiElimina"lei è un cretino, si informi!" (cit. totò)
Eliminanon sto neanche a sputtanare tutte le cazzate che hai scritto nell'articolo, è roba vecchia già debunkerata da TUTTO IL RESTO DEL MONDO (non solo da noi poveri debunkers che riceviamo la mancetta da pig parma), e mi fai l'effetto della nonna che ti da' centolire di mancia a natale...
" La stessa che non accetta discussioni sulle vaccinazioni e che appoggia la teoria ufficiale sull'AIDS ": ormai non ci crede nemmeno più la mia callista rumena, con tutto il rispetto per le calliste rumene!
ciao, povero fesso anacronistico e sputtanato da tempo... :D
Beh, caro genio anonimo portatore di verità, sappi che la teoria della relatività si applica in tutti i campi, non solo nell'astrofisica.
RispondiEliminaQuesto commento è stato eliminato da un amministratore del blog.
RispondiEliminaIo sono qui, solo terapia Di Bella ❤️
RispondiEliminaDemenziale , benissimo con diagnosi di cancro stiamocene a casa nostra , le cure sono fatte per arricchire qualcuno , se il demente idiota che ha scritto queste cose avesse avuto un figlio di 10 anni con la leucemia no scriverebbe idiozie del genere , per fortuna questi coglioni ( non leoni da tastiera non contano nulla lasciano il tempo che trovano )
RispondiEliminaCon alimentazione sana tutte le malattie guariscono a parte la leucemia che è la malattia del sangue che non ha rimedi purtroppo
EliminaSakarya
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Bell'articolo, non ti fermare 👍
RispondiEliminaCosa dire , da sempre le caste/lobby
RispondiEliminaDecidono..
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