lunedì 9 settembre 2013

Un' affermata nutrizionista ci dice tutta la verità sulla salute delle ossa

Questo post  si potrebbe anche considerare un' appendice di quello precedente sulla vitamina D, in cui ho voluto focalizzare il discorso sui suoi aspetti meno noti, piuttosto che sui suoi risaputi effetti sulle ossa.

La quasi contemporanea pubblicazione del libro che ha ispirato il suddetto articolo e di un altro appena più recente, "Guida pratica ai cibi per la salute delle ossa",  che si riallaccia in parte al tema, mi ha dato così l' occasione e lo spunto di  completare il discorso soffermandomi anche su questo specifico aspetto oggi così tanto attuale.

E un buon motivo in più per farlo è stato il fatto che stimo molto  l' autrice, Annemarie Colbin, che conosco da tanti anni per il suo best-seller "Cibo e guarigione", cosa che mi dà occasione di spendere qualche parola anche su quest' ultimo e su di lei (che in un blog "olistico" come questo mi sembra quasi obbligatorio, come vedremo adesso).

Di libri sulla nutrizione, come si sa, ce ne sono a valanghe, ma molto raramente mi è capitato di trovarne di altrettanto originali, intelligenti, innovativi e completi come quello appena detto, anche in ambito "alternativo". Niente a che fare coi soliti ricettari, i soliti stereotipi alimentari, i soliti trattatelli di chi propugna la sua verità (che si suppone indiscutibile) e le solite regole  basate su ciò che  si ritiene "giusto" (e che si contrappone a ciò che si considera invece "sbagliato").

Di tutt' altro tono è "Cibo e guarigione", che si propone invece di stimolare  il lettore a usare la propria testa, fornendogli gli elementi per poter sviluppare autonomamente un appropriato criterio di giudizio, partendo così da quelle (tacite) premesse di tipo epistemologico e filosofico che non vengono mai messe in discussione, ma che condizionano inevitabilmente  tutte le nostre scelte in fatto di gestione della salute e su cui occorre far luce e riflettere.

Annemarie Colbin, PhD
Cruciale dunque, a questo punto, come molti avranno capito, la distinzione netta tra l' approccio scientifico-riduttivo caratteristico della medicina moderna e quello olistico, prerogativa di antichi sistemi di pensiero, quali lo yoga, la medicina cinese e l' ayurveda, che porta di conseguenza a smascherare molti diffusi luoghi comuni su salute e alimentazione.

Ma l' autrice non si ferma certo qui, perchè nella sua dissertazione a 360°, in cui non manca di fare interessanti considerazioni sull' importanza del cibo anche per quanto riguarda la salute mentale, la sfera sessuale e perfino la spiritualità, essa, a partire dalla prospettiva che emerge dalle considerazioni di cui sopra,  passa in rassegna senza pregiudizi tutte le più comuni pratiche dietetiche, mettendone in evidenza in ognuna punti forti e limiti (ma le conclusioni ve le risparmio, per non privarvi del piacere della scoperta).

Insomma, pur nei limiti di un libro di meno di 350 pagine, il cibo  viene presentato in tutti i suoi aspetti e implicazioni, a cominciare dalla sua concezione dinamica, che chiama in causa parametri come "espansivo/contrattivo", "acido/alcalino", "riscaldante/raffreddante", "quantità/qualità", che sono poi concetti ben familiari ad ogni cultore della macrobiotica e dell' ayurveda.

Non a caso si legge infatti a pag. 130: "Fra tutte le filosofie alimentari che ho finora conosciuto, ritengo che la macrobiotica sia l' unica che proponga un metodo teorico sinceramente olistico. Teoricamente la dieta tiene conto di tutte  le circostanze possibili della vita di un individuo: l' ambiente, i fattori ereditari, la condizione presente, la costituzione e anche gli obiettivi e l' attività lavorativa...

Il merito principale della dr.ssa Colbin  è l' aver saputo individuare un ponte tra la razionalità scientifica, alla base dell' approccio analitico e materialistico, e la sintesi intuitiva delle discipline olistiche, approdando ad una feconda sintesi che ci consente di esprimere giudizi  del tutto compatibili con le premesse scientifiche.

Come alcuni sanno, infatti, l' ultima frontiera della scienza è la cosiddetta "teoria del caos", o della complessità (che è un' estensione della teoria dei sistemi), nata dalla constatazione che nello studio dei sistemi complessi, come quelli organici e dei loro fenomeni, l' applicazione del metodo tradizionale analitico-meccanicistico  si rivela imprecisa e inaffidabile, dato il numero troppo elevato di variabili in gioco, molte delle quali neanche facilmente investigabili.

Ed è proprio grazie ad una  dissertazione focalizzata sulla nutrizione olistica, nella quale la Colbin dimostra come il passaggio dalla semplice biochimica a concetti emersi nella fisica del XX° secolo, come appunto la teoria del caos e la meccanica quantistica, possa portarci a una nuova comprensione del cibo, che nel 2002 è stato conferito  a questa brillante studiosa un dottorato in studi interdisciplinari dall' Università di Cincinnati.

Forse mi sono dilungato troppo in quella che doveva essere una introduzione al nuovo libro della Colbin, ma non ho saputo contenermi nel parlare di cose tanto importanti.

Comunque da tali premesse è più facile capire quanto siano alte le aspettative nei confronti di quest' ultima fatica intitololata "Guida pratica ai cibi per la salute delle ossa".

Del resto basta dare una scorsa all' indice per rendersene conto: dal titolo dei nove capitoli che formano le prime due parti teoriche (la rimanente terza è dedicata a ben 85 ricette di piatti quasi interamente vegetali che aiutano a rinforzare le ossa) si capisce già l' impostazione del libro e gli argomenti trattati. 

Si comincia infatti con l' esposizione del punto di vista dell' autrice in materia di nutrizione, per poi passare all' analisi delle vere cause dell' indebolimento del tessuto osseo, ridimensionando il problema della menopausa; di che hanno bisogno le ossa per conservarsi forti, oltre al calcio (che è l' unico fattore di cui di solito si parla); l' importanza dei cibi integrali ed organici; perchè una terapia a base di estrogeni coadiuvata da calcio e farmaci è inefficace e sconsigliabile; come fare a recuperare il tessuto osseo perduto; ma si parla anche dell' importanza dell' esercizio fisico, dell' esposizione al sole e perfino di un aspetto spirituale del problema.

Questi almeno i punti salienti di un libro unico che arriva provvidenzialmente a far luce su un tema da sempre avvolto da mistero e luoghi comuni, un' opera che si staglia dalla massa di spazzatura scientifica esistente sull' argomento cui siamo abituati da una classe medica inetta e ottusa, che ancora oggi non sa fare altro che ripetere, come un disco rotto, la solita solfa demenziale, volendo farci bere, oltre  al latte naturalmente, anche la favola della sua utilità per la salute delle ossa.

Ma allora, nonostante il consumo di latticini sia più elevato che in passato, come mai  l' osteoporosi è in aumento e compare sempre più precocemente (si stima che attualmente in Italia il 40% degli affetti da questa patologia abbia meno di cinquant' anni)?

Concludo facendo mia una frase ironica di un famoso medico alternativo americano, Robert Mendelsohn, che a suo tempo mi colpì molto e che ancora oggi mi fa sorridere perchè ancora attuale:

"Il medico comune di nutrizione ne sa quanto la sua segretaria... a meno che quest' ultima non abbia frequentato un corso di nutrizione aggiornato e impostato in senso olistico. Nel qual caso è lei a saperne di più."

Michele Nardella


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Rinforza il tessuto osseo per prevenire le fratture e l'osteoporosi
Annemarie Colbin

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6 commenti:

  1. Ottima "appendice" e grazie per il consiglio!
    Francesco Mecozzi

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    1. Grazie a te, Francesco, sempre puntuale coi tuoi interventi.

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  2. Bene come sempre, Michele.
    Piero Di Martino

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  3. ma nel suo libro, ha mai parlato citato consigliato, per il calcio e, non solo, della polvere bianca Perlacea da Osso di Seppia o da guscio di conchiglia di Ostrica di mare o da PERLE di Ostriche Perlifere di mare?? La polvere perlacea , oggi, sappiamo che contiene, tutti, i Minerali, gli OLIGOELEMENTI catalizzatori, Aminoacidi e Vitamine, GIA' METABOLIZZATI DA SEPPIA O DA OSTRICA, quindi !! , pari come da assunzione tramite endovena ! anzi , .... meglio ...., perché filtrati da organi organismo !.

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    1. Non conosco i dettagli del libro (che non ho sotto mano), ma i suggerimenti da lei indicati a base di osso di seppia, per quanto interessanti, potrebbero non essere necessari in un approccio che parte da altri principi e che mette al primo posto l' equilibrio generale della dieta assieme ad altri fattori. Del resto è risaputo che in ambito terapeutico trattamenti diversi per lo stesso disturbo possono dimostrarsi ugualmente validi.

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