martedì 27 settembre 2011

Big Pharma: la mafia legalizzata

presw Giugno 2nd, 2011

 Chissà che cosa direbbe oggi Ivan Illic, autore del best seller “Nemesi medica“, nel quale già nel lontano 1976 affermava che ”la corporazione medica è diventata una grande minaccia per la salute”, visto che da allora la situazione non ha fatto altro che precipitare ulteriormente.

Il dottor  Walter Modell, definito dal “Time” “uno dei maggiori esperti di farmacologia” scrisse sullo stesso giornale, il 26 maggio 1961: “Quando si capirà che esistono già troppi farmaci? I preparati attualmente in uso sono più di 150mila (intesi come confezioni commerciali, N.d.A.). Non esistono abbastanza malattie per un così elevato numero di farmaci. Molti dei nuovi farmaci servono a combattere gli effetti dannosi di altri farmaci.

Meno di vent’ anni dopo, nel 1980, erano cresciuti non solo il numero dei preparati, arrivati nel frattempo a 205mila, ma anche quasi tutte le malattie, come, per menzionare le principali, tumori, problemi cardiovascolari, diabete, disturbi nervosi e comportamentali e perfino malformazioni.

 E a proposito di queste ultime, chi ha varcato da un pezzo la soglia degli “anta” probabilmente ricorderà che, agli inizi degli anni ‘60, fu proprio il riscontro di malformazioni in parecchie migliaia di neonati partoriti da donne che  avevano assunto nel periodo di gestazione un calmante, il famigerato Talidomide, rivelatosi poi la causa di quelle anomalìe, a dare inizio alla storia della farmacovigilanza e delle norme sull’ approvazione dei farmaci.

 Ma contrariamente a quanto ci si sarebbe potuto aspettare, quello fu solo il primo episodio eclatante di una lunghissima serie di incidenti che solo in una minoranza di casi vengono alla luce.
Nemesi medica - L'espropriazione della saluteNemesi medica - L’espropriazione della saluteLa paradossale nocività di un sistema medico che non conosce limitiIvan IllichCompralo su il Giardino dei Libri

E la gente non sospetta nemmeno il marciume che si nasconde dietro la facciata opportunamente messa a lucido e patinata di un sistema sanitario cronicamente malato.

Le malattie iatrogene, cioè quelle dovute a interventi terapeutici inappropriati, o a procedure diagnostiche errate, secondo fonti attendibili e soprattutto insospettabili, come il “Journal of the American Medical Association“, sono al quarto posto fra le  cause di morte negli USA, e il paradosso è che ciò è considerato il costo della necessaria medicalizzazione della società.  Insomma, un inevitabile… effetto collaterale.

Malati di FarmaciMalati di FarmaciPerchè l’industria farmaceutica vende farmaci dannosi, inventa malattie e specula sul cancro - Edizione aggiornata e ampliataMauro Di LeoCompralo su il Giardino dei Libri
      
Nel 2005, dopo le morti accertate a causa dei farmaci Vioxx (antinfiammatorio), Lipobay (anticolesterolo) e diversi altri, un funzionario della mitica Food and Drug Administration (l’ ente governativo statunitense per la regolamentazione di farmaci ed alimenti), David Graham, ebbe il coraggio di parlare senza peli sulla lingua sul conflitto di interessi della FDA: “Il Vioxx è utilizzato negli Usa da 20 milioni di persone. Tra gli effetti collaterali c’è un numero di infarti che io ho stimato tra 88mila e 140mila. I morti sono stati almeno 40mila prima del ritiro del farmaco dal commercio”.

 Tuttavia, è opportuno far notare che il Vioxx fu riammesso poco dopo sul mercato dalla stessa FDA, sia pure  con prescrizioni e avvertenze diverse e in dosaggi minori.  

 ”Dal 1992 le aziende farmaceutiche hanno avuto il permesso di finanziare la FDA. Da allora tutto è cambiato. Ancor oggi è in commercio l’ibuprofen, una sostanza contenuta in molti antidolorifici che aumenta enormemente il rischio di infarti. La FDA è diventata ostaggio dell’ industria farmaceutica”, conclude David Graham.


La Figlia dell'ImperatriceLa Figlia dell’ImperatriceLa grande industria della malattiaHans RueschCompralo su il Giardino dei Libri

Sapete cos’è il comparaggio

Bene, dovete sapere che un ex-informatore farmaceutico, rimasto anonimo  inizialmente, ha rivelato in  un libro, “La Mala-Ricetta“, tutti i risvolti scabrosi che si celano dietro questa professione, che consiste nel fare da intermediario tra ditta farmaceutica e medico, informando quest’ ultimo sulle caratteristiche dei prodotti e incoraggiandolo a prescriverli. Una figura professionale, come si può capire, in perenne conflitto d’ interesse, ancora senza un albo professionale, che permetterebbe di intevenire in caso di violazione di norme deontologiche.

Il che, stando alle confessioni contenute nel libro, è quanto avviene regolarmente, essendo un fenomeno poco controllabile e quindi estremamente generalizzato.


Ed è appunto quello che si definisce in    gergo “comparaggio“: offrire ricompense in cambio della prescrizione del farmaco che si promuove (dato che sul mercato ci sono molte alternative per ogni problema di salute), che non è necesariamente il migliore o il più adatto.

Ricompense che possono essere mazzette, ma più spesso regali sotto forma di oggetti vari, oggettistica professionale, cene, viaggi e partecipazione a congressi in località turistiche.
La Mala-RicettaLa Mala-RicettaDieci geniali mosse del marketing farmaceuticoInformatore AnonimoCompralo su il Giardino dei Libri

Non c’è bisogno di essere geni per capire che industria farmaceutica e medici compiacenti non sono affatto interessati a promuovere la salute sociale. Il loro scopo è mantenere lo status quo (se non allargare ulteriormente la schiera di malati), l’ unica condizione che può assicurare loro continui profitti. Perciò hanno tutto l’ interesse a fare dei loro pazienti dei farmaco-dipendenti a vita.

Curare senza guarire” sembra essere il loro motto. Del resto, coi loro trattamenti sintomatici non potrebbero fare di più.

E se si volessero trovare conferme, basti sapere che le industrie in questione spendono per la ricerca e lo sviluppo non più del 20% del loro budget, mentre per pubblicità e marketing è destinato fino al 40%.  

 Così le industrie investono per rielaborare farmaci già esistenti (senza per questo rappresentare necessariamente un’ alternativa vantaggiosa) per disturbi non sempre gravi, ma molto diffusi nella popolazione (e quindi molto lucrativi), mentre sono restìe a crearne di nuovi per patologìe anche serie, che però interessano solo una esigua percentuale di malati.

I mass media enfatizzano  i progressi  nel campo della ricerca e delle terapìe, mentre gli insuccessi e tutto ciò che contraddice le teorìe più accreditate rimangono sempre dietro le quinte, o tutt’al più se ne  riduce ad un trafiletto la notizia relegata in un cantuccio di una pagina di giornale.


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La Mafia della SanitàCome liberarsi dall’industria farmaceutica e diventare sovrani della propria salute. Nuova Edizione AggiornataGuylaine LanctotCompralo su il Giardino dei Libri

E non voglio neanche toccare quelli che sono i temi più scottanti, cioè cancro e AIDS, su ognuno dei quali si potrebbe scrivere  almeno un libro…

Perciò è probabile che in futuro dedicherò ad essi un articolo ciascuno.

Il Tradimento di Ippocrate

Il Tradimento di IppocrateLa medicina degli affariDomenico MastrangeloCompralo su il Giardino dei Libri

Vorrei invece, a questo punto, far capire che questa situazione, che la mia pur breve panoramica dovrebbe essere riuscita a descrivere nella sua gravità e vastità, ha ragione di esistere perchè trae la sua linfa vitale da quell’ humus che è il tessuto sociale nel quale prospera, e che dunque noi, che ne siamo consapevoli o meno, contribuiamo a nutrire coi nostri comportamenti, le nostre scelte, ma soprattutto col nostro atteggiamento mentale profondamente radicato nella cultura di questa società materialista, fatalista e allo sbaraglio perchè senza più un punto di riferimento.

E’ ciò che fa sì che, specie in fatto di salute, non ci si assuma mai le proprie responsabilità, perchè… “non possiamo farci niente, e poi… la mia salute sono fatti miei“, ”tanto, male che vada, c’è sempre l’ esperto di turno” al quale sappiamo di poterci rivolgere, abituati come siamo fin dalla nascita a delegare tutto alle istituzioni  e ai soliti specialisti.

Difficile far capire che molti dei disturbi più comuni potrebbero essere evitati se non venissero trascurate le più elementari norme del buonsenso. E comunque si potrebbero risolvere con semplici rimedi naturali per far fronte all’ emergenza, correggendo al contempo quei comportamenti e quelle scelte all’ origine del problema. E dunque evitando del tutto i farmaci convenzionali.


Ma c’è qualcosa di molto meno impegnativo, e forse più importante, che ognuno può fare per stroncare quella piovra di Big Pharma: boicottare la ricerca scientifica, disertare i vari appelli che incessantemente ci arrivano coi vari Telethon e stronzate del genere, che non sono altro che scuse per raggranellare denaro e far fare carriera ai ricercatori che guadagnano prestigio e fama.

E’ fin troppo facile far leva sul sentimentalismo e sul senso comune, confidando su un malinteso senso di umana solidarietà: come si fa a rimanere indifferenti a un invito a contribuire a debellare malattie che affliggono da sempre l’ umanità?

Ma è sufficiente essere ingenui e disinformati abbastanza per abboccare: il diavolo è un lupo che si nasconde sotto una pelle d’ agnello. Molto abile nel camuffarsi e mimetizzarsi.

Per me l’ unica ricerca che ci sarebbe da fare è quella per scoprire come mai ci siano ancora tanti allocchi che si lasciano abbindolare da quella che è a tutti gli effetti una associazione a delinquere.

So che queste mie affermazioni faranno storcere il naso a molti e che molti troveranno da obiettare, convinti come sono che la ricerca scientifica sia intoccabile, ma a sostegno di come la penso non ci sono solo scelte etiche più o meno discutibili, bensì solide motivazioni di tipo scientifico che dimostrano l’ illusorietà e l’ erroneità delle comuni opinioni e delle aspettative che gravitano attorno al mito della scienza come strada maestra per creare una società libera dalla malattìa.

Ed è ciò che sarà il tema di una mia prossima puntata.



  Michele Nardella     

      



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