Il logo del Kushi Institute |
Questa è una di quelle notizie epocali da incorniciare e affiggere sulla parete, un'occasione unica che sarebbe un peccato mortale fare abortire.
Il Kushi Institute di Becket (Massachusetts), il principale centro di macrobiotica no-profit al mondo che dal 1978 impartisce corsi di studio certificati e altri servizi a chiunque sia interessato alla salute olistica, è più che mai in fermento (nonostante la recente scomparsa del suo fondatore, Michio Kushi), avendo in cantiere per il 2015 ed oltre diversi importanti programmi che dovrebbero segnare una svolta nella credibilità e nella diffusione della macrobiotica negli USA e nel mondo.
La notizia-bomba è che, fra questi, particolare rilievo riveste un progetto che vedrebbe la collaborazione degli esperti del suddetto istituto con due ricercatori medici di due università private, la Johns Hopkins University e la Tufts University per verificare l' efficacia della dieta macrobiotica rispetto alle terapie convenzionali nel trattamento di forme avanzate di tumore al seno.
L' ambizioso progetto, che non ha precedenti, consiste in uno studio randomizzato che terrà sotto stretto controllo per due anni due gruppi di donne: uno dei quali riceverà i trattamenti medici convenzionali, mentre l' altro adotterà una dieta impostata secondo i criteri della macrobiotica. Ogni ammalata del secondo gruppo, oltre ad avvalersi di lezioni teoriche e di cucina (che avranno luogo all' università di Tufts, la struttura più vicina al Kushi Institute), sarà seguita personalmente da un insegnante-consulente con cui rimarrà in stretto contatto per tutta la durata dell' esperimento e terrà un diario su cui riporterà tutti i cambiamenti da lei notati.
Il compito dei ricercatori sarà invece quello di monitorare i vari biomarcatori di questa malattia, come cellule cancerose circolanti, fattori di crescita insulino-simili (IGF) ed altri, per valutarne in modo documentabile l' andamento.
Gli ideatori dell' esperimento sono per ora ottimisti, sicuri di poter dimostrare la validità di questo tipo di approccio al mondo accademico e al pubblico in generale, in modo che il modello dietetico da loro proposto sia ufficialmente riconosciuto come fondamentale nella prevenzione e nel trattamento di questa patologia così diffusa.
L' idea era nata lo scorso ottobre in occasione di un seminario sul cancro al seno organizzato dal Kushi Institute al quale avevano partecipato i due ricercatori di cui sopra e che aveva come ospite la sig.ra Josephine Floyd, una sopravvissuta al cancro al seno, fra i casi più recenti, che non ha dubbio alcuno nell' attribuire la sua guarigione alla pratica macrobiotica (qui in basso c'è una sua video-intervista in cui racconta la sua storia col suo passato di eccessi in latticini, dolciumi e alimenti raffinati, il suo incontro col Kushi Institute e la scoperta dell' importanza determinante di certi cibi per rinforzare il sistema immunitario nell' affrontare questa malattia).
Non conosco i dettagli di questo progetto, e le poche notizie qui riportate le ho apprese dalle newsletter di Alex Jack, il direttore esecutivo del Kushi Institute e coautore de "La Dieta per la Prevenzione del Cancro", ma è fin troppo facile notare la sua stretta similitudine col famoso Progetto DIANA che il nostro illustre epidemiologo prof. Franco Berrino ha diretto e concluso con brillanti risultati negli anni passati, rispetto al quale però il progetto americano presenta interessanti differenze. Questo infatti prende in considerazione ammalate in avanzato stato, e non soggetti a rischio di malattia o di recidiva, e poi, cosa più importante, si intende mettere a confronto il trattamento macrobiotico con quello convenzionale medico per mettere in luce le differenze nel decorso e negli esiti. Inoltre qui si parla in modo più preciso ed esplicito di macrobiotica e non di una qualsiasi dieta vegetale e organica (sebbene il modello sperimentato e confermato dai risultati del Progetto DIANA sia sostanzialmente lo stesso), perciò anche questo servirà a far luce sul ruolo di questo specifico approccio nelle malattie degenerative.
Fin qui tutto bene, ma purtroppo i problemi sono altri.
Come ho già raccontato tempo fa in alcuni miei post ("Contro ogni pronostico", "I Magnifici Sei"), il Kushi Institute non è nuovo a queste proposte: già nel 1977 aveva redatto un dossier riportante 9 eccezionali casi di guarigione da vari tipi di tumore, scelti fra la sua casistica, spedito poi a vari istituti di ricerca sul cancro (io ne possiedo ancora una copia). Non so quale sia stata la reazione degli istituti, ma di sicuro si sa quello che è capitato alla dottoressa Vivienne Newbold, che negli anni '80, in seguito alla guarigione, sempre grazie alla macrobiotica, di suo marito affetto da un cancro incurabile secondo la medicina ufficiale, sottopose il caso all' attenzione prima dell' American Cancer Society e poi del National Cancer Institute, ma senza successo.
Così, pensando che un solo caso non fosse sufficiente a scomodare le istituzioni mediche, si diede da fare nella ricerca di altri casi simili e, quando ne trovò altri sei, fece redigere le loro storie in modo ben documentato da un redattore professionista in ricerca scientifica (tutto a sue spese) e le presentò ad alcune riviste scientifiche mediche tra le più prestigiose, nella speranza di vederle pubblicate. Ma nemmeno questa mossa riusci ad ottenere attenzione da parte delle riviste che giudicarono i casi "di non sufficiente interesse".
Per fortuna poi le storie riportate dalla dottoressa Newbold, rimasta profondamente delusa e indignata per la precedente esperienza, sono state incluse, assieme ad altre simili, in un libro redatto dalla East-West Foundation (l' associazione di cui fa parte il Kushi Institute), "Cancer Free", che riporta trenta casi in tutto di ex-malati terminali delle più disparate forme di tumore e guariti semplicemente e soltanto grazie alla macrobiotica.
Ma ancora più significativa di questa storia (che ci racconta qui la stessa protagonista) è stata l' esperienza del Kushi Institute in campo istituzionale, come dicevo poc'anzi. Nei primi anni '2000 aveva sottoposto all' esame di un apposito comitato governativo (preposto a vagliare rimedi medici alternativi) sei casi di guarigione da diversi tipi di cancro, scelti fra i più eclatanti, convincendo all' unanimità una commissione di 15 membri fra medici, scienziati e naturopati a chiedere sussidi statali per proseguire la ricerca nella direzione della macrobiotica (tengo a sottolineare che nessun approccio alternativo è finora riuscito a mettere insieme una documentazione altrettanto corposa e qualificata da indurre la suddetta commissione ad una decisione simile).
Ironia della sorte, i fondi assegnati al K. I. furono stabiliti in 75.000 dollari, una somma giudicata esigua per portare a termine una simile sperimentazione (enormemente più modesta di quella impiegata per la ricerca farmaceutica). Insomma l' ennesima conferma, qualora ce ne fosse bisogno, degli inciuci esistenti fra istituzioni e lobby farmaceutica, un sistema che all' apparenza sembra imparziale, tendendoti una mano, ma poi trova il modo per fregarti comunque.
Perciò la prossima volta che l' imbecille di turno vi dice che i rimedi alternativi sono pericolosi o non provati scientificamente siete autorizzati a mandarlo a quel paese, perchè si tratta del solito ignorante, disinformato o in malafede.
Per tutte queste ragioni, come si può capire, non si può fare affidamento sulla politica e sulle istituzioni, perciò per mandare avanti progetti come quello di cui ho parlato è necessario aiutare chi se ne fa promotore con qualche donazione.
Io mi sono semplicemente improvvisato portavoce dell' appello che Alex Jack e la sua comunità macrobiotica hanno rivolto accoratamente a chi crede in quello che fanno e nei loro programmi a breve.
Chi vuole donare può farlo utilizzando l' apposita voce ("donate") situata in fondo alla pagina cui si accede attraverso questo link; chi invece desidera maggiori informazioni in merito al progetto può rivolgersi a questo indirizzo:
grassrootsgiving@kushiinstitute.org
Michele Nardella
La notizia-bomba è che, fra questi, particolare rilievo riveste un progetto che vedrebbe la collaborazione degli esperti del suddetto istituto con due ricercatori medici di due università private, la Johns Hopkins University e la Tufts University per verificare l' efficacia della dieta macrobiotica rispetto alle terapie convenzionali nel trattamento di forme avanzate di tumore al seno.
L' ambizioso progetto, che non ha precedenti, consiste in uno studio randomizzato che terrà sotto stretto controllo per due anni due gruppi di donne: uno dei quali riceverà i trattamenti medici convenzionali, mentre l' altro adotterà una dieta impostata secondo i criteri della macrobiotica. Ogni ammalata del secondo gruppo, oltre ad avvalersi di lezioni teoriche e di cucina (che avranno luogo all' università di Tufts, la struttura più vicina al Kushi Institute), sarà seguita personalmente da un insegnante-consulente con cui rimarrà in stretto contatto per tutta la durata dell' esperimento e terrà un diario su cui riporterà tutti i cambiamenti da lei notati.
Il compito dei ricercatori sarà invece quello di monitorare i vari biomarcatori di questa malattia, come cellule cancerose circolanti, fattori di crescita insulino-simili (IGF) ed altri, per valutarne in modo documentabile l' andamento.
Gli ideatori dell' esperimento sono per ora ottimisti, sicuri di poter dimostrare la validità di questo tipo di approccio al mondo accademico e al pubblico in generale, in modo che il modello dietetico da loro proposto sia ufficialmente riconosciuto come fondamentale nella prevenzione e nel trattamento di questa patologia così diffusa.
L' idea era nata lo scorso ottobre in occasione di un seminario sul cancro al seno organizzato dal Kushi Institute al quale avevano partecipato i due ricercatori di cui sopra e che aveva come ospite la sig.ra Josephine Floyd, una sopravvissuta al cancro al seno, fra i casi più recenti, che non ha dubbio alcuno nell' attribuire la sua guarigione alla pratica macrobiotica (qui in basso c'è una sua video-intervista in cui racconta la sua storia col suo passato di eccessi in latticini, dolciumi e alimenti raffinati, il suo incontro col Kushi Institute e la scoperta dell' importanza determinante di certi cibi per rinforzare il sistema immunitario nell' affrontare questa malattia).
Non conosco i dettagli di questo progetto, e le poche notizie qui riportate le ho apprese dalle newsletter di Alex Jack, il direttore esecutivo del Kushi Institute e coautore de "La Dieta per la Prevenzione del Cancro", ma è fin troppo facile notare la sua stretta similitudine col famoso Progetto DIANA che il nostro illustre epidemiologo prof. Franco Berrino ha diretto e concluso con brillanti risultati negli anni passati, rispetto al quale però il progetto americano presenta interessanti differenze. Questo infatti prende in considerazione ammalate in avanzato stato, e non soggetti a rischio di malattia o di recidiva, e poi, cosa più importante, si intende mettere a confronto il trattamento macrobiotico con quello convenzionale medico per mettere in luce le differenze nel decorso e negli esiti. Inoltre qui si parla in modo più preciso ed esplicito di macrobiotica e non di una qualsiasi dieta vegetale e organica (sebbene il modello sperimentato e confermato dai risultati del Progetto DIANA sia sostanzialmente lo stesso), perciò anche questo servirà a far luce sul ruolo di questo specifico approccio nelle malattie degenerative.
Fin qui tutto bene, ma purtroppo i problemi sono altri.
Come ho già raccontato tempo fa in alcuni miei post ("Contro ogni pronostico", "I Magnifici Sei"), il Kushi Institute non è nuovo a queste proposte: già nel 1977 aveva redatto un dossier riportante 9 eccezionali casi di guarigione da vari tipi di tumore, scelti fra la sua casistica, spedito poi a vari istituti di ricerca sul cancro (io ne possiedo ancora una copia). Non so quale sia stata la reazione degli istituti, ma di sicuro si sa quello che è capitato alla dottoressa Vivienne Newbold, che negli anni '80, in seguito alla guarigione, sempre grazie alla macrobiotica, di suo marito affetto da un cancro incurabile secondo la medicina ufficiale, sottopose il caso all' attenzione prima dell' American Cancer Society e poi del National Cancer Institute, ma senza successo.
Così, pensando che un solo caso non fosse sufficiente a scomodare le istituzioni mediche, si diede da fare nella ricerca di altri casi simili e, quando ne trovò altri sei, fece redigere le loro storie in modo ben documentato da un redattore professionista in ricerca scientifica (tutto a sue spese) e le presentò ad alcune riviste scientifiche mediche tra le più prestigiose, nella speranza di vederle pubblicate. Ma nemmeno questa mossa riusci ad ottenere attenzione da parte delle riviste che giudicarono i casi "di non sufficiente interesse".
Per fortuna poi le storie riportate dalla dottoressa Newbold, rimasta profondamente delusa e indignata per la precedente esperienza, sono state incluse, assieme ad altre simili, in un libro redatto dalla East-West Foundation (l' associazione di cui fa parte il Kushi Institute), "Cancer Free", che riporta trenta casi in tutto di ex-malati terminali delle più disparate forme di tumore e guariti semplicemente e soltanto grazie alla macrobiotica.
Ma ancora più significativa di questa storia (che ci racconta qui la stessa protagonista) è stata l' esperienza del Kushi Institute in campo istituzionale, come dicevo poc'anzi. Nei primi anni '2000 aveva sottoposto all' esame di un apposito comitato governativo (preposto a vagliare rimedi medici alternativi) sei casi di guarigione da diversi tipi di cancro, scelti fra i più eclatanti, convincendo all' unanimità una commissione di 15 membri fra medici, scienziati e naturopati a chiedere sussidi statali per proseguire la ricerca nella direzione della macrobiotica (tengo a sottolineare che nessun approccio alternativo è finora riuscito a mettere insieme una documentazione altrettanto corposa e qualificata da indurre la suddetta commissione ad una decisione simile).
Ironia della sorte, i fondi assegnati al K. I. furono stabiliti in 75.000 dollari, una somma giudicata esigua per portare a termine una simile sperimentazione (enormemente più modesta di quella impiegata per la ricerca farmaceutica). Insomma l' ennesima conferma, qualora ce ne fosse bisogno, degli inciuci esistenti fra istituzioni e lobby farmaceutica, un sistema che all' apparenza sembra imparziale, tendendoti una mano, ma poi trova il modo per fregarti comunque.
Perciò la prossima volta che l' imbecille di turno vi dice che i rimedi alternativi sono pericolosi o non provati scientificamente siete autorizzati a mandarlo a quel paese, perchè si tratta del solito ignorante, disinformato o in malafede.
Per tutte queste ragioni, come si può capire, non si può fare affidamento sulla politica e sulle istituzioni, perciò per mandare avanti progetti come quello di cui ho parlato è necessario aiutare chi se ne fa promotore con qualche donazione.
Io mi sono semplicemente improvvisato portavoce dell' appello che Alex Jack e la sua comunità macrobiotica hanno rivolto accoratamente a chi crede in quello che fanno e nei loro programmi a breve.
Chi vuole donare può farlo utilizzando l' apposita voce ("donate") situata in fondo alla pagina cui si accede attraverso questo link; chi invece desidera maggiori informazioni in merito al progetto può rivolgersi a questo indirizzo:
grassrootsgiving@kushiinstitute.org
Michele Nardella
parlo per la mia esperienza personale e non per avere audience io ho avuto un cancro al seno con una mastrectomia totale perchè all'ultimo stadio con tre figli uno ancora adolescente avevo 46 anni non me la sono sentita di rifiutare l'intervento,mi hanno detto che vista la situazione critica anche i linfonodi erano stati attaccati avrei dovuto sottopormi a radio chemio e ormoni .Non me la sono sentita ed ho rifiutato,ho accettato una cura omeopatica ed ho cercato e sto cercando di risolvere tutti i miei conflitti che sicuramente hanno contribuito alla mia malattia non ho seguito una dieta macrobiotica ,però per un lungo periodo non mi sono sentita di mangiare cibi di origine animale avevo bisogno di alleggerirmi dalla materia e questi cibi appesantiscono sicuramente è stato naturale e ho mangiato solo cose che mi andavano davvero ho acquisito un sesto senso ed ho cercato di seguire solo quello che mi faceva star bene cibi,luoghi,persone,sono molto fortunata perchè sono passati quasi 8 anni e contro tutti le previsioni di medici ed anche le persone che avevo intorno il cancro non si è ripresentato,ho tutte le cartelle mediche e le cure che ho effettuato per attestare la mia storia.Le conclusioni che ho trtto da questa mia esperienza avere fede non mollare mai e credere in se stessi vagliando lucidamente tutte le possibilità e cercando la strada che più ci è affine e ascoltare il proprio corpo prendersi i propri spazi e i propri tempi so che la paura è li in agguato così come tante persone vi subisseranno di giudizi consigli vi prospetteranno quadri nefasti,facendo leva su emozioni ed affetti,ma voi cercate di ascoltarvi e non vi abbattete,fate le vostre scelte lasciando sempre lo spazio a nuove considerazioni a modificare il vostro punto di vista e tenetevi sotto controllo non abbassare mai la guardia e tirate dritti per la vostra strada sempre aperti a ricevere il meglio per voi perchè ci arriva sempre la cosa di cui abbiamo bisogno l'importante è essere pronti per riceverla
RispondiEliminagrazie maria
Complimenti, signora, e auguri.
EliminaVa bene seguire l' istinto, l' intuizione, credere in sè stessi, ma a volte questi istinti ed intuizioni sono distorti proprio dalla nostra condizione di malati, per cui in una situazione grave come la sua è sempre meglio farsi seguire da un esperto fidato.
Complimenti alla signora, ma io, Michele, concordo con te e...talvolta "non basta". Il tuo articolo è molto interessante. Naturalmente domattina, sarà sul tavolo della sala dei docenti. Tu mi dai la possibilità e io divulgo. Buona serata! Grazie, Giancarla
RispondiEliminaNon so a cosa tu ti riferisca parlando del "tavolo della sala dei docenti", ma qualunque cosa sia non posso che accendere un cero davanti alla tua (splendida) immagine come ringraziamento per il tuo contributo.
Eliminaforse in cio che ho scritto non ho espresso bene il calvario che ho dovuto passare e i medici che ho dovuto affrontare che come lei e la signora nutrivano seri dubbi sulle scelte che ho seguito,mi sono affidata alle cure di un medico ed ho usato omeopatia sapendo la grande esperienza e conoscienza del medico ho capito di dover affrontare confdlitti irrisolti seppilliti li da molto tempo e conosco da oltre 35 anni persone che seguono diete vegetariane macrobiotiche e vegane e non sono immuni dal cancro anche se convengo con lei che diete di disintossicazione aiutino molto c'è anche chi consiglia il digiuno certo è che il cancro si nutre di zuccheri alcuni esami diagnostici si eseguono infatti con zuccheri che vanno a dirigersi verso il cancro per cui eliminare cibi raffinati e zuccheri è sicuramente un primo passo,anche a Milano hanno creato corsi di educazione alimentare con grandi chef dove insegnano alle pazienti un nuovo modo di approccio a cibi biologici e naturali ed integrali,per chi accetta si apre un nuovo mondo di consapevolezza dove si impara ad amare e a rispettare il corpo la vita e l'ambiente e credo che tutte queste cose siano la molla a creare nuove sinergie che aiutano il corpo e l'animo all'autoguarigione ed è una strada che non ha fine una sfida costante a prendersi la responsabilità della propria vita e delle scelte,e le posso suggerire se mi permette che gli stati cofusionali cui lei accenna sono dovuti soprattutto a cattiva informazione ala miope visione e poco rispetto di alcuni medici e strutture che trattano i malati come poveri dementi incapaci o peggio un insieme di organi a se stanti dove la mano destra non sa cosa fa la sinistra e che fino a meno di un decennio fa consideravano vitamine minerali semplici palliativi e che a tutt'oggi somminastrano antibiotici a gogo anche per un raffreddore?Forse l'educazione ad una visione olistica e metafisica dell'essere umano dovrebbe cominciare proprio nell'ambito scientifico dove sin troppo spesso si vedono figure che dall'alto della propria figura professionale emettono sentenze tipo le restano pochi mesi vita o dedicano 2 minuti ad una visita sfogliando svogliatamente i referti medici senza neppure visitare il paziente che di pazienza ne deve avere in misura infinita accettare passivamente qualsiasi decisione presa al posto suo a quanti di voi è capitato?
RispondiEliminaGrazie per l'attenzione e vorrei chiudere con l'augurio che si prevengano sempre più queste malattie educando ed informando i giovani e i novelli genitori invece di alimentare latte artificiale pappe preconfezionate e che anche nelle scuole si svolga una seria informazione alimentare e di consapevolezza e conoscienza del corpo umano a cominciare dal respiro come funzione fondamentale della vita stessa,grazie ancora pewr lo spazio concesso buona serata
Grazie amico per la tua testimonianza.
RispondiEliminaHai ragione: il vero cancro è nelle nostre obsolete istituzioni e nei medici del tutto inadeguati a gestire una situazione come questa.
Ben fatto Michele. In quella casa ex-monastero francescano ora sede del K.I. Becketci abitai nell''84, con 20 malati di AIDS invitati da Kushi gratis per provar loro che anche quella malattia si guariva col riso integrale....Io insegnavo loro diagnosi, Alfredo la cucina....uno credo che sia ancora vivo! Comunque col cancro siamo ancora ad episodi sporadici di guarigione, con Macro come con altre terapie olistiche, vedi crudo e simili. Ma pure la chemio ecc. non sono tanto meglio. Kushi già aveva intrapreso studi simili in passato, questo non è il primo e i pochi fondi non aiutano. Secondo me quelli che ce la fanno son quelli che, oltre ad usare ed empatizzare con un metodo qualsivoglia, ma gli "garba" e lo fa suo, son quelli con una smisurata fede in sè stessi. Insomma gli umili saranno anche quelli che erediteranno il Paradiso (Gesù, Vangeli) ma intanto ci vanno, in Paradiso, e dopo l'inferno in Terra del cancro. Ti allego per spirito di contraddizione un parere,violento e critico, di un folle giornalista comparso pure sovente in TV (Report, con Gabanelli) molto in gamba e acido come un aceto, che critica tutto e tutti tranne sè stesso. La prima risposta al suo pezzo è di un vecchio amico macrobiotico Ohsawiano puro, e si vede....divertiti. Di un cinismo senza fondo, ma qualcosa di vero lo dice.
RispondiEliminaPS Ah! è la JOHNS HOPKINS University, non John, è un doppio cognome. Istituzione prestigiosissima e piena di soldi...
dimenticai link, ecco, http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=15638&mode=thread&order=0&thold=0
RispondiEliminaGrazie, Roberto per il tuo prezioso intervento e per il link che guarderò con molto interesse.
RispondiEliminaCerto sul cancro mi piacerebbe saperne di più, soprattutto per ciò che concerne le cure alternative e i paradossi a riguardo che la storia più o meno recente di tanti amici macrobiotici ci ha mostrato.