lunedì 12 marzo 2018

Medicina funzionale: un ponte per colmare il gap tra scienza e antica sapienza

Chissà se il calciatore Davide Astori si sarebbe potuto salvare se fosse stato monitorato da un esperto in medicina funzionale. Come sappiamo dalla cronaca, nessuno avrebbe immaginato una morte così improvvisa e in così giovane età, dato che l'atleta era sottoposto ad assidui controlli e tutti gli esami clinici recenti non lo lasciavano neanche lontanamente supporre. Ma è proprio qui che risiede la differenza fra medicina convenzionale e medicina funzionale, un interessantissimo approccio molto avanzato che condivide con le medicine olistiche più antiche (quelle orientali, per intenderci) gli stessi concetti-base. E' un cerchio che si chiude, dunque, ora che la scienza riconosce suo malgrado la sostanziale validità di ciò che finora era ritenuto eretico.

In verità devo premettere che in questo post mi ero proposto di parlare delle novità rivoluzionarie per quanto riguarda l'artrite e altre malattie autoimmuni grazie appunto alla medicina funzionale, ma poi mi sono subito reso conto che sarebbe stato opportuno fare prima una presentazione di questo nuovo approccio per far capire meglio di che si tratta. Come forse qualcuno ricorderà ne ho già accennato in diverse occasioni, specialmente a proposito del dr. Mark Hyman, uno dei più preparati e famosi medici alternativi in USA, ma senza mai approfondire più di tanto.

Perciò, tornando al confronto con le medicine della tradizione orientale, bisogna subito dire che se la medicina moderna allopatica è incentrata sull'analisi dei particolari strutturali di un tutt'uno (che sia una cellula, un organo o quant'altro), quella olistica considera l'insieme, e non le parti che lo costituiscono, come pure le energie implicate nel fenomeno osservato.  Questo perché tutti gli elementi di un sistema sono in qualche modo collegati fra di loro e si integrano per assolvere a una funzione, che è poi ciò che alla fine interessa. La prima concezione medica si potrebbe dire più interessata agli aspetti quantitativi e materiali, mentre la seconda a quelli qualitativi ed energetici.

Del resto l'esistenza nella medicina moderna delle specializzazioni  sempre più cresciute di numero è la prova flagrante dei suoi presupposti antitetici rispetto a quelli delle medicine olistiche: si cerca di studiare un particolare alla volta, isolato da ogni contesto, in modo sempre più dettagliato per poter intervenire farmacologicamente nel modo più mirato possibile, come se l'origine del problema fosse necessariamente lì. Ebbene, per quanto inaccessibile alla mentalità occidentale possa risultare, per rendere l'idea di un modo di vedere diamentralmente opposto basterà, come primo esempio che mi viene in mente, quello della balbuzie, la quale, come qualsiasi altro problema che riguarda la favella, secondo la medicina cinese esprime un'anomalia a carico del cuore. Quale medico moderno infatti, secondo l'ortodossìa degli insegnamenti accademici, penserà a una correlazione tra le due cose?

Mentre la medicina scientifica è alla continua, ossessiva ricerca di un preciso agente chimico-fisico (e quindi materiale) che possa considerarsi la causa di un fenomeno studiato, nella medicina cinese, ad esempio, si prendono in considerazione rapporti analogici (e non causali) esistenti tra gli elementi in gioco in quanto in natura tutto è ritmo, tutto è sottoposto a cicli, i quali obbediscono tutti alle stesse regole e hanno gli stessi punti di riferimento. Perciò una perturbazione che si verifica in un settore si ripercuoterà analogamente anche negli altri. E' proprio per questo che i medici  praticanti medicina cinese o ayurvedica anche solo attraverso la lettura dei polsi possono capire molte cose sullo stato di salute del soggetto esaminato. E nel fare ciò essi non controllano certo la frequenza cardiaca, diversamente dai medici occidentali che in questo caso non possono fare altro che rilevare dati quantitativi. Attraverso le sensazioni tattili trasmesse dal polso (la "consistenza") l'esperto nelle medicine in questione è invece in grado di percepire le svariate qualità energetiche in tutte le loro possibili sfumature che gli consentono di svelare eventuali anomalie e la loro localizzazione prima che queste sfocino in sintomi conclamati e in disturbi clinicamente accertabili, cosa impossibile ai mezzi della medicina moderna. In questo modo è possibile non solo formulare diagnosi precise in caso di disturbi in atto, o confermare ciò che è emerso attraverso altri criteri di diagnosi, ma soprattutto conoscere la condizione reale del soggetto al momento dell'esame e la sua possibile evoluzione, anche se in stato di apparente salute, al fine di dare così i suggerimenti necessari per una vera prevenzione.

Non dimentichiamo infatti che lo stato di salute non si definisce per l'assenza di precisi sintomi, come del resto dichiara l'OMS, e che considerare un soggetto (che non a caso si sottopone a visita medica) "malato immaginario" solo perchè i suoi esami clinici hanno dato esito negativo è una prassi (non poi tanto rara) che nasconde un'ignoranza di fondo della medicina moderna. Evidentemente il fatto che un disturbo funzionale possa esistere anche in assenza di una lesione organico-strutturale, o comunque di qualcosa di quantificabile, esula dal suo paradigma.

E per completare le considerazioni sulla medicina cinese devo far notare che  il concetto di interdipendenza dei vari distretti ed organi del corpo è mirabilmente formalizzato nella teoria dei 5 elementi, vero asse portante di questa antica concezione medica in quanto strumento imprescindibile sia nella diagnosi che nella terapia, nonchè nelle previsioni circa l'evoluzione di una malattia. Essa specifica infatti i precisi rapporti dinamici che legano i vari organi e in che modo ogni organo influenza gli altri quando sia perturbato.

Come si sarà capito, ben lungi dai rimedi sintomatici e dai protocolli standard della medicina istituzionale, la medicina funzionale è  altamente personalizzata in quanto cura l'individuo e non la "malattia". Essa ricerca sempre la radice profonda del disturbo, non la semplice eliminazione dei sintomi, che possono avere dunque cause diverse e, riconoscendo (come del resto tutte le medicine naturali) le innate capacità di autoguarigione di ogni organismo vivente, stimola quest'ultimo a ritrovare il suo equilibrio senza forzature ed effetti collaterali dovuti a farmaci artificiali, semplicemente fornendogli tutte le risorse necessarie. 

Per realizzare tutto questo si avvale di tutte le conoscenze e le metodiche dimostratesi valide nella storia della medicina in opportune combinazioni che si adattino di volta in volta al paziente. Essa integra così le conoscenze accademiche classiche con acquisizioni più recenti ma spesso non ancora ufficializzate (bisogna infatti rilevare che nel mondo accademico di solito passano diversi anni prima che questo avvenga). Ecco dunque una speciale attenzione a  microbioma, genomica, epigenetica, biologia ortomolecolare, tutte discipline dimostratesi determinanti per affrontare le malattie degenerative che affliggono oggi l'umanità. E' proprio qui infatti che la medicina funzionale dimostra la sua schiacciante superiorità rispetto alla medicina ufficiale, che invece eccelle nel trattare problemi acuti ed emergenze come infezioni, attacchi cardiaci e nell'effettuare con successo mirabolanti operazioni chirurgiche.

Si parla comunque di conoscenze scientificamente dimostrate, quindi non sono contemplate pratiche come, ad esempio, la pur validissima lettura cinese dei polsi (che oltretutto richiede allenamento ed esperienza), ma ciò non impedisce di ricorrere talvolta, accanto a nutriterapia, fitoterapia, medicina ortomolecolare, psicologia e perfino ai comuni farmaci (quando proprio necessari), a pratiche come l'agopuntura, l'osteopatia e l'omeopatia.


Oggi i principali problemi di salute sono proprio la conseguenza della concezione riduttiva e superata della medicina ufficiale: allergìe, stati infiammatori cronici, disturbi mentali e comportamentali, malattie degenerative sono tutti problemi sistemici collegati fra di loro che non possono essere risolti completamente e definitivamente finchè si ricorre ai soliti rimedi sintomatici. In questo panorama spiccano le malattie autoimmuni, fra cui l'artrite reumatoide che, assieme alle altre forme di questa malattia, rappresenta una condizione oggi epidemica e purtroppo sottostimata che colpisce in sempre più giovane età. Ma questo è ciò di cui parlerò la prossima volta.

Michele Nardella

4 commenti:

  1. Argomento che interessa un po' tutti. Sei, come sempre, prodigo d'informazioni.
    Ho sofferto per la morte di Davide Astori e mi sono posta le tue stesse domande.
    Grazie e buona serata.

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  2. Molto interessante. Una semplice tisana cinese mi ha salvato dall'emicrania aureo di cui soffrivo da nove anni.Mi sentii meglio al primo infuso. Il Mio medico disse che probabilmente sarei guarita anche senza.. non capisco questa reticenza e credo che mancanza di curiositá sia la morte della scienza..

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    1. Io invece la capisco benissimo: è l'arroganza tipica delle persone di scienza (con la esse minuscola, però). La scienza vera invece, come giustamente dice lei, ha alla base l'umiltà e la curiosità animata dalla consapevolezza che il sapere scientifico è sempre relativo e in continua evoluzione.
      Grazie per il suo intervento.

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