giovedì 7 giugno 2018

Figli sani col cibo naturale

Il dr. Luciano Proietti è un pioniere, nonchè riferimento assoluto nella pediatria "alternativa", avendo cominciato già nel lontano 1975 le sue ricerche sull'alimentazione vegetariana in età pediatrica al Centro Auxologico della Clinica Pediatrica dell'Università di Torino, cosa che non era sicuramente mai stata fatta prima in Italia e, a quanto mi risulta, neppure altrove.

Sul suo esempio si sono poi attivati altri medici (un nome su tutti è quello della d.ssa Luciana Baroni, presidente fra l'altro della Società Scientifica di Nutrizione Vegetariana), ma con più di 11mila bambini  monitorati ad oggi (compresi i suoi tre figli) il dr. Proietti può  vantare la maggiore esperienza in questo campo. E quanto sia importante questa esperienza  lo si può capire considerando che, se esistono ancora pregiudizi nei confronti di certe scelte, questi si rivelano ancora più tenaci quando si tratta di imporle a bambini fin dalla prima infanzia, dati i possibili rischi ad esse connessi in un'età così cruciale per lo sviluppo.

I tempi sono dunque ormai maturi per trattare a fondo un argomento controverso di cui in un modo o nell'altro si sente parlare sempre più spesso, magari ancora...  sottovoce ma che riscuote crescente interesse soprattutto fra i più giovani. Si stima infatti che nella popolazione italiana il numero di seguaci di una dieta a base vegetale (comprendente dunque non solo vegani ma anche e soprattutto lacto-ovo-vegetariani e lacto-vegetariani) sia cresciuto ormai fino a qualcosa tra i 3 e i 6 milioni.

E, date queste premesse, non è difficile immaginare che ci siano sempre più genitori che vorrebbero educare i propri figli secondo questi princìpi ma hanno paura di commettere errori, data la confusione imperante in materia e amplificata nell'era di internet, alimentata dai soliti pregiudizi e dall'impreparazione della maggior parte dei medici e comuni pediatri. Questi ultimi infatti di solito non hanno tempo per rispondere alle pressanti richieste da parte di genitori preoccupati per la salute dei loro figli (nè sarebbero in grado di farlo, data la scarsissima preparazione accademica ricevuta in materia di nutrizione), e così per tranquillizzarli distribuiscono loro foglietti prestampati formulati da associazioni pediatriche, il cui contenuto, come si può immaginare, è a dir poco discutibile.

A questo punto sarebbe opportuno chiedersi quanti pediatri sono a conoscenza degli studi su bambini vegetariani di cui ho appena detto. Tanto per portare un esempio, nel 1986 alla Clinica Pediatrica di Torino di cui sopra  è stata presentata una tesi di laurea su uno studio condotto su una cinquantina di bambini di età compresa tra 1 e 12 anni, di cui 27 lacto-ovo-vegetariani, 18 lacto-vegetariani e 5 vegani. Di questi bambini di entrambi i sessi è stato tenuto in osservazione lo stato di salute generale attraverso il controllo di vari parametri e variabili antropometriche, tenendo presenti le famiglie di provenienza e le condizioni di vita. Ebbene le loro condizioni non erano risultate peggiori di quelle dei loro coetanei onnivori ma con un rapporto fra massa magra e componente adiposa più favorevole, particolare non secondario date le implicazioni proiettate nel futuro che il sovrappeso comporta. Solo uno dei cinque vegani risultò al di sotto di certi standard relativi a peso e statura. Dunque, come si vede (e come ci si poteva aspettare), solo i vegani sono a maggior rischio ma, come purtroppo si sa, quando un bambino nutrito con soli, o quasi soli vegetali si presenta denutrito o rivela qualsiasi altro problema la cosa fa notizia e tutti non esitano a puntare l'indice sulla dieta, mentre quasi nessuno vede (o vuol vedere) i danni prodotti dalle sciagurate diete moderne, nè ci si chiede il perché dell'iperbolico aumento negli ultimi cinquant'anni, anche nei più giovani, di malattie come allergie, obesità, diabete, asma, dermatiti, celiachia, malattie autoimmuni, tumori e disturbi del comportamento come ADHD (deficit di attenzione e iperattività), autismo, anoressia, bulimia...

Ma per la maggior parte dei pediatri tutto questo non c'entra col cibo: del resto bambini e adolescenti "devono mangiare di tutto e in abbondanza per crescere sani e forti", tanto quando si presenta qualche problema c'è sempre pronto l'antibiotico, il cortisone, l'antinfiammatorio, l'antistaminico, l'antipiretico, l'aerosol, al massimo qualche integratore...  e adesso che ci sono anche dieci vaccini obbligatori siamo a posto! (Big Pharma ringrazia... )

E come tacere sull'ingerenza dell'industria alimentare anche nell'ambito dell'alimentazione per l'infanzia? E' risaputo che essa sponsorizza la ricerca, i congressi e le riviste scientifiche per promuovere omogeneizzati di carne e quant'altro e campagne di "educazione alimentare" proprio all'interno delle scuole, come quella a favore di latte e derivati.

E' per questo che il nostro ha deciso di tornare sull'argomento con un recente libro, "Figli Sani col Cibo Naturale", che si presenta come il più completo ed aggiornato rispetto ai precedenti (io stesso avevo recensito tempo fa "I Primi 1000 Giorni", dedicato al bambino nel periodo che va dal concepimento fino al secondo anno d'età).

Il nuovo lavoro è strutturato in tre parti: si parte dalle necessarie premesse teoriche per capire che le idee oggi comunemente accettate in materia di alimentazione per l'infanzia siano in massima parte da ricondurre al problema di fondo che caratterizza la scienza, o meglio, lo scientismo, ossìa l'atteggiamento nei suoi confronti, il modo di intenderla.

I risultati straordinari che il metodo analitico e il rigore scientifico che l'accompagna hanno consentito di conseguiere hanno fatto sì che a molte delle conoscenze acquisite venisse attribuito un valore assoluto con conseguente generalizzazione di certe idee e rende ragione del determinismo che ha finito col dominare negli insegnamenti accademici e soprattutto nella pratica. Nella fattispecie quando si tratta di scienza della nutrizione si parla esclusivamente in termini di componenti chimici, come proteine, carboidrati, grassi, vitamine ecc. e calorie da tenere sotto controllo con astratti (e perciò improbabili) calcoli matematici: è ciò che va sotto il nome di riduzionismo, quell'ottica che tiene conto solo degli aspetti materiali del fenomeno studiato, dei suoi componenti isolati ma non della loro interazione reciproca. Caratteristiche, ad esempio, come i sapori e i loro effetti sui vari organi (uno dei concetti-cardine delle antiche medicine), la differenza fra cibo cotto e cibo crudo, l'effetto espansivo o contrattivo di ogni alimento e le relative implicazioni a livello fisiologico, come pure l'appropriatezza per chi lo assume e l'adattabilità ad un determinato ambiente non sono affatto considerati dalla scienza istituzionale. Inoltre una verità scientifica può essere valida in un determinato contesto o in un certo periodo storico, ma non in assoluto. Da qui si capisce anche l'assurdità e l'illegittimità di certi vergognosi slogan oggi tristemente attuali ("La scienza non è democratica") usati a pretesto per imporre certe idee.

Perciò è prima di tutto necessario capire come il cibo sia indissolubilmente legato alla cultura di chi lo valuta, lo consiglia o lo consuma, come nel libro si fa notare, e non a caso Proietti cita l'olismo quale unica alternativa al riduzionismo, portando come esempi la medicina tradizionale cinese, l'ayurveda e la macrobiotica, che da queste prende origine.

L'autore procede quindi ad illustrare dettagliatamente i fondamenti della scelta che lui auspica, non solo scientifici ma anche etici ed ecologici a cominciare da considerazioni antropologiche. Naturalmente non manca un intero capitolo dedicato al latte e al suo mito, ribadendo che il latte vaccino, essendo stato concepito da madre natura per soddisfare le esigenze del vitello, non è adatto al consumo regolare dei bambini e che l'uomo è l'unica specie animale a consumare latte anche dopo lo svezzamento.

Ma se il popolo di chi ha detto no alla carne risulta decisamente variegato, comprendendo principalmente lacto-ovo-vegetariani, lacto-vegetariani e vegani (ma andrebbero aggiunti anche i pesco-vegetariani, come ci dice l'illustre Berrino), il dr. Proietti non propende per un regime specifico, limitandosi a fornire informazioni oggettive in base alla sua enorme esperienza specificando pro e contro quando è il caso. Va da sè che ogni bambino è un caso a sè e perciò sarebbe opportuno farsi seguire da un pediatra esperto ed aggiornato in materia di nutrizione, come l'autore suggerisce. Lo stesso tuttavia ammonisce i vegani a fare sistematicamente ricorso ad integratori, specialmente per quanto riguarda la vitamina B12, notoriamente assente nei vegetali, per non correre inutili rischi, lasciando così intendere che una dieta che escluda del tutto qualsiasi cibo animale non è fisiologica.

Si passa poi nella seconda parte a dare suggerimenti pratici, illustrando quali dovrebbero essere i menù realtivamente alle varie fasce d'età ai quali ispirarsi a cominciare dal passaggio dall'allattamento allo svezzamento, tenendo sempre presente che si tratta di esempi che hanno solo valore indicativo. E non mancano le spiegazioni scientifiche a supporto.

Infine, come ogni libro di nutrizione che si rispetti, ci sono le ricette, sempre suddivise per fasce d'età, che occupano la terza parte.

Il libro, che si avvale di ben tre prefazioni, tra cui quella di Franco Berrino (una garanzia, dunque), si prefigge di essere una guida a 360° sulla più appropriata alimentazione dei bambini fino all'età adulta, ma in pratica si rivela incentrato sulla questione cibo animale/cibo vegetale, mentre non pone a mio avviso altrettanta enfasi su altri aspetti non meno importanti. In particolare la necessità di tenere i più piccoli alla larga da zucchero, dolciumi e bevande industriali, merendine e ogni altro cibo-spazzatura, prodotti essenzialmente voluttuari che vedono proprio in questa categoria di consumatori il target elettivo e che l'invadente pubblicità ci propina in modo ossessivo. E sappiamo quanto genitori e nonni amino coccolare i loro pargoli di cui conoscono ogni debolezza, ignari dei grandi danni futuri che si preparano ad arrecare.

Michele Nardella

Figli Sani col Cibo Naturale Figli Sani col Cibo Naturale

Luciano Proietti

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3 commenti:

  1. Caro Michele, hai affrontato un argomento complesso e delicato con la tua solita semplicità e disinvoltura! Complesso nel senso che esistono ancora vecchie e sbagliate credenze dure a morire. Una volta si diceva (e purtroppo per certi versi lo si dice ancora) : "mangia mangia che è tutta salute!",e piu un bambino era cicciottello più significava che era sano! Certi modi di pensare e di affrontare l'alimentazione dei bambini sono duri da cambiare soprattutto per le persone di una certa età, quindi c'è da sperare nelle nuove generazioni!!
    Complimenti per la chiarezza e trasparenza con cui esponi sempre gli argomenti anche i più scottanti!
    Ciao
    Rossana

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  2. Come sempre Michele, i tuoi articoli sono ricchi di considerazioni e di nozioni ragionate ed interessanti, a tal proposito volevo chiederti se conosci la dottoressa Natasha Campbell McBride, autrice del libro GAPS. La sindrome psico-intestinale, dove prende in esame l'alimentazione dei bambini trovando cause ed effetti di molti disturbi comportamentali di bambini autistici e non solo. Mi piacerebbe conoscere il tuo parere in merito .

    Con stima

    Andrea

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